giovedì 30 aprile 2015

Ancora attacchi alle fonti rinnovabili: assoRinnovabili replica coi numeri

L'associazione di categoria replica agli attacchi di alcuni giornali fornendo numeri e benefici legati alla diffusione delle rinnovabili e spiegando, visto che molti fanno finta di dimenticarlo, che tecnologie come fotovoltaico, eolico, mini idro, al contrario delle fonti fossili, non producono alcun rilevante impatto ambientale e il loro costo sociale è praticamente nullo.
assoRinnovabili con un comunicato stampa replica ad una serie di articoli, pubblicati su alcuni giornali (i soliti Libero e Corriere della Sera) dopo l'audizione tenuta del 22 aprile al Senato dal Presidente dell'Autorità per l'Energia, Guido Bortoni, che attaccavano le fonti di energia pulita. L'associazione di categoria stigmatizza innanzitutto il fatto che in Italia non vi sia un'adeguata politica energetica di lungo periodo che tenga in considerazione anche i nuovi target europei al 2030 su clima ed energia. Questo vuoto crea incertezza al sistema, peraltro spesso falcidiato da misure retroattive e negative per il sistema industriale e finanziario del Paese.
assoRinnovabili fa allora quella che molte associazioni e operatori del settore fanno solitamente, inascoltati da tempo: cercare di dare una dimensione economica realistica alla diffusione delle rinnovabili, snocciolando numeri e benefici, ma spiegando (molti lo dimenticano) che le rinnovabili, al contrario delle fonti fossili, non producono alcun impatto ambientale e il loro costo sociale è praticamente nullo.
Riprendiamo una parte del comunicato che affronta direttamente proprio l'accusa che alcuni muovono alle rinnovabili: gli ingenti incentivi ricevuti in questi ultimissimi anni.
E' innegabile - scrive assoRinnovabili che sulla componente della bolletta A3incida il sostegno allo sviluppo delle fonti rinnovabili, un sostegno che negli ultimi anni ha raggiunto la cifra di circa 12 miliardi di euro (non 15 come riportato da Libero) e che per una famiglia media italiana si traduce in circa 90 € all'anno (ovvero 25 centesimi al giorno).
Occupazione da rinnovabili:
Si è permesso così al settore delle rinnovabili di nascere, crescere e di creare oltre80.000 posti di lavoro stabili, costituendo, pur con qualche errore, un caso di politica industriale di successo: si pensi al caso del fotovoltaico, che oggi non necessita di ulteriori incentivi per essere competitivo.
Riduzione prezzo elettricità all'ingrosso:
Allo stesso tempo proprio la crescita di alcune rinnovabili (come eolico, fotovoltaico e piccolo idroelettrico) ha contribuito alla riduzione del prezzo dell'energia elettrica all'ingrosso, che da circa 75 €/MWh nel 2011 è passato ai poco più di 50 €/MWh attuali. Si calcola che nel solo triennio 2012-14 l'apporto di eolico e fotovoltaico, che per loro natura hanno un costo variabile molto ridotto (non hanno costi di approvvigionamento a differenza delle energie fossili che bruciano materie prime costose e inquinanti), abbia comportato una riduzione di oltre 7,3 miliardi di euro sui prezzi dell'energia elettrica all'ingrosso.
Saldo costi-benefici:
Come dimostrano poi importanti studi indipendenti (Althesys e Agici), il saldo tra i costi sostenuti per lo sviluppo delle rinnovabili e i benefici che ne derivano è ampiamente positivo: attualizzando ad oggi i flussi è quantificabile tra i 30 e i 60 miliardi di euro, senza considerare i benefici per l'ambiente e quindi la salute che da soli valgono prudenzialmente tra i 2 e i 3 miliardi di euro all'anno.
Si parla cioè anche di benefici in termini di ricadute economiche e occupazionalilungo tutta la filiera: da qui al 2030, le attività dirette (generazione di energia) e indirette (installazione, manutenzione, approvvigionamenti di materie prime) garantiranno un valore aggiunto per l'Italia tra 136 e 174 miliardi di euro (fonte Althesys-Greenpeace).
Riduzione della dipendenza energetica dall'estero:
Con la crescita delle rinnovabili dimunuisce l'import energetico da paesi per lo più instabili dal punto di vista geopolitico (Russia, Libia, Iraq). In altri termini, i soldi spesi in forma d'incentivi per avviare la produzione e installare gli impianti saranno più che risparmiati domani in termini di minor "fattura energetica italiana" e maggiore indipendenza dall'estero. Una recente stima condotta dal New Climate Institute ha valutato in oltre 520 miliardi di $ all'anno il beneficio di tale voce per le tre principali economie del pianeta (UE, USA e Cina).
Sussidi alle fossili:
Se l'energia convenzionale costa meno di quella verde è perché gode di incentivi, tra diretti e indiretti, persino maggiori di quelli elargiti per la produzione di energia pulita.Gas, carbone e petrolio che inquinano l'aria, danneggiano la salute, e che sono la principale causa dei cambiamenti climatici hanno ricevuto nel 2013 oltre 12 miliardi di sussidi in Italia tra autotrasportatori, centrali a fonti fossili, imprese energivore, sconti e regali per le trivellazioni (fonte Legambiente). E a livello mondiale, purtroppo, la storia non cambia: le fossili hanno goduto da lungo tempo e godono ancora di sussidi che sono oltre 4 volte superiori (550 miliardi di dollari contro i 120 delle rinnovabili) agli incentivi che vengono erogati per promuovere le rinnovabili.
Esternalità non contabilizzate per le fonti fossili:
C'è un altro sostegno implicito di cui godono le fonti fossili: la socializzazione dei danni ambientali, sociali ed economici derivanti dalle loro esternalità negative in termini di impatto ambientale, cambiamento climatico e di danni alla salute umana. Produrre energia utilizzando le fonti fossili costa di più rispetto alla produzione da fonti rinnovabili. In particolare, vi è ampio consenso tra i tecnici e gli scienziati sul fatto che questi costi siano largamente maggiori rispetto all'attuale prezzo della CO2 nei mercati ETS e dovrebbero essere prudenzialmente non inferiori ai 40-45 euro per tonnellata di CO2 (secondo le stime del Governo Statunitense e della Commissione Europea). Un nuovo serio e dettagliato studio dell'Università di Stanford individua in addirittura 190 euro per tonnellata di CO2.

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