IL CONTRATTO RISERVATO CON LA COOP “CMC” CHE DEVE RIPULIRE IL SITO MILANESE
NAVIGARE A VISTA
Sottoterra anche rifiuti
speciali e idrocarburi.
Costi raddoppiati
per la rimozione,
ma per il primo maggio
si farà in tempo?
di Gianni Barbacetto
e Marco Maroni
Milano
C
he la situazione di
Expo sia drammatica
è documentato da una
bozza d’accordo tra
Expo spa e Cmc che il Fatto Quotidiano
ha potuto leggere. Cmc è
la centrale delle coop rosse che
ha vinto l’appalto del primo lavoro
per l’esposizione, quello
preliminare a ogni lavoro successivo:
la “rimozione delle interferenze”,
ossia la pulizia
dell’area. Vice la gara offrendo
un ribasso del 42,8 per cento, a
58,5 milioni di euro. S’impegna
a finire i lavori in 725 giorni, entro
il 5 novembre 2013. Invece quel termine passa e i lavori sono
ancora in alto mare. Cmc
non solo chiede più soldi (fino a
127 milioni), sostenendo di dover
fare lavori che non erano
stati previsti, ma chiede anche
che il termine di consegna lavori
sia spostato al 28 settembre
2015. Cioè a evento quasi finito,
visto che i cancelli dell’esposi -
zione chiuderanno il 31 ottobre
2015. Com’è possibile realizzare
intanto l’esposizione, visto
che la “rimozione delle interferenze”
è il lavoro che deve precedere
tutti gli altri, la costruzione
della “piastra” e poi l’edi -
ficazione dei padiglioni?
Cmc sostiene che non può fare
diversamente, perché ha trovato
sull’area da “pulire” impre -
visti che neanche nella scatola
del Monopoli. Rifiuti urbani, rifiuti
speciali, amianto, idrocarburi.
Deve compiere bonifiche
e demolizioni, deve portar via
scorie, materiali e terra in quantità
non previste. Sono necessarie
“bonifiche di amianto e di altre
sostanze inquinanti”. Bisogna
rimuovere “manufatti contenenti
amianto o fibre minerali
artificiali”, con “nuovi e non
previsti comparti di bonifica” e
con “amianto occulto ritrovato
in aree non contrattuali”. DOPO UNA trattativa tra Expo
spa e Cmc, la bozza di atto transattivo
ammette che “l’anda -
mento dell’appalto è stato caratterizzato
da importanti variazioni
nelle quantità di terre e/o
rifiuti rinvenuti nei terreni per
ragioni connesse all’indisponi -
bilità delle aree da parte della
Stazione Appaltante al momento
della gara e dall’imprevedibi -
le difforme caratterizzazione
chimico-fisica dei terreni rispetto
agli assunti di progetto”.
Insomma, il bando di gara è stato
fatto senza sapere quali fossero
i lavori da fare, perché la
“Stazione Appaltante”, cioè
Expo spa, non aveva neppure
guardato i terreni da ripulire.
Non li aveva ancora a disposizione,
dice la bozza d’accordo. E
su che basi è stato fatto, allora, il
bando? Le procedure si sono
complicate anche perché, una
volta iniziati i lavori, è stato necessario
“un continuo coordinamento
con il progetto esecutivo delle opere della piastra”.
Certo, essendo partiti con tre
anni di ritardo, i lavori di rimozione
e della piastra si sono incrociati
e sovrapposti. Il cantiere
Expo, a questo punto, fa venire
in mente un film di Charlie
Chaplin. Fatto sta che nell’estate
2014 (un anno dopo il termine
previsto per i lavori di ripulitura
dell’area) viene varata la “Peri -
zia di Variante numero 3” che
prevede una maggior spesa di 31
milioni, 26,3 per lavori, 1,7 per
far lavorare gli operai su più turni
e 2,9 per oneri di sicurezza.
Poi si arriva a raddoppiare la cifra
prevista dal bando di gara,
che da 58,5 arriva a 127,5 di cui
110,5 per lavori e 17 per oneri di
sicurezza. La perizia “prevede anche il riconoscimento di un
premio di accelerazione”: e meno
male. Expo chiede il parere
dell’Autorità nazionale anticorruzione
(Anac) di Raffaele Cantone.
L’Anac si riserva “di effettuare
i competenti controlli a
esito del parere richiesto all’Av -
vocatura generale dello Stato”.
Questa il 7 gennaio 2015 risponde
di “non poter esprimere parere
positivo”. Expo spa ci passa
sopra, decidendo di “avvalersi
espressamente della facoltà di
deroga” di cui è investita. E
quando i lavori saranno finiti?
La Cmc dice: finiremo il 28 settembre
2015. A festa quasi finita.
Allora “la Direzione lavori ha
unilateralmente rideterminato
le date contrattuali di esecuzione,
alla luce dell’effettivo andamento
della commessa”: la Cmc
“ha diritto a conseguire
un’estensione dei termini fino al
26 giugno 2015”. Ma questa data
risulta “inutile rispetto alla
realizzazione dell’evento internazionale”.
Allora “si concorda
tra le parti il nuovo termine di
ultimazione delle opere al 10
aprile 2015”: altrimenti, “allo
spirare della mezzanotte, correranno
le penali”. Che cosa succederà
davvero nel cantiere?
Che cosa ne sarà dell’amianto e
degli altri “imprevisti” trovati
nel sito? Lo sapremo dopo la
mezzanotte del 10 aprile.
il fatto quotidiano 7 marzo 2015
sabato 7 marzo 2015
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