sabato 28 marzo 2015

RAI, ennesimo SCANDALO A PANAMA CON GITA A LAS VEGAS


Tre giornalisti di Rai1, Tg2 e Rainews24, più gli inviati di 10 quotidiani e siti, aviotrasportati sul Canale e nel paradiso dei casinò per una settimana a spese della Salini-Impregilo per magnificare la grande opera a 9600 chilometri dall’Italia
 Luca O d eva i n e , ex braccio destro di Veltroni detenuto per Mafia Capitale, ammette: “Sì, ho preso soldi da Buzzi”. Iniziò così anche con Mario Chiesa
TEMPO SCADUTO
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il fatto quotidiano 28 marzo 2015
Nei comizi finali anche Gino Strada, Rodotà e Libera LA MANIFESTAZIONE indetta dalla Fiom partirà da piazza della Repubblica alle ore 14 per concludersi a piazza del Popolo. Ad aprire il corteo ci saranno i metalmeccanici della Fincantieri impegnati nella vertenza per il rinnovo del contratto. Lo slogan della manifestazione, "Unions!", vuole essere un richiamo alle origini del movimento sindacale. Sul palco allestito in piazza del Popolo molto gli interventi che precederanno quello di Landini. Ci sarà Giuseppe De Marzo per la campagna di Libera sul reddito per la dignità, Domenico Maugeri del Tavolo Verde, Giacomo Zolezzi, studente della Rete della conoscenza, Giovanna Cavallo, del movimento per la casa, un rappresentante dello Strike Meeting. Gino Strada, fondatore di Emergency, sarà in collegamento telefonico dalla Sierra Leone mentre verrà letto un intervento di Gustavo Zagrebelsky. Infine, intervento importante quello di Stefano Rodotà. Per i partiti, ci saranno Rifondazione Comunista e Sel di Nichi Vendola. Gli esponenti del Pd che hanno annunciato la presenza sono Rosy Bindi, Pippo Civati e Stefano Fa ss i n a .
 Il Landini “politico” piace ma Renzi preferisce sfottere IL 27% DICE DI GRADIRE L’IMPEGNO DIRETTO DEL LEADER FIOM. IL PREMIER PERÒ LO ATTACCA: UN CORTEO DI SABATO? UNA NON NOTIZIA, STUDI LE LEGGI”. CAMUSSO PRESENTE MA DEFILATA
di Salvatore Cannavò M aurizio Landini in politica convincerebbe quasi un italiano su tre. Almeno, stando a una rilevazione dell’Istituto Ixè secondo il quale il 27% lo giudica positivamente contro il 52%. Anche per questo, il protagonismo “politico” del segretario della Fiom, che oggi chiuderà la manifestazione della Fiom in Piazza del Popolo, attira opposizioni aperte. LA PIÙ APERTA è proprio quella di Matteo Renzi che, facendo finta di snobbare il corteo di oggi, lo ha definito una non-notizia: “Domani (oggi, ndr) c’è una manifestazione contro il governo, “no news”, non c’è titolo” ha commentato ieri. “Se guardo agli ultimi sabati mi pare che manifestazioni contro il governo ce ne siano state moltissime”. Renzi è andato anche oltre, sfottendo il leader della Fiom per la “gaffe” fatta a l’Aria che tira, a proposito della data di inizio degli sgravi contributivi sulle nuove assunzioni: dal primo gennaio, come prevede la legge di Stabilità e non da marzo, data di avvio del Jobs Act, come pensava Landini. “Mi ha davvero colpito”, ha detto Renzi, “le polemiche ideologiche sono ben accette, ma si dovrebbe leggere anche i provvedimenti”. Ancora una volta, però, Renzi punta a screditare chi lo avversa. Lo stesso Landini non fa più mistero di voler sconfiggere il presidente del Consiglio, in un modo o nell’altro. Probabilmente Renzi non lo teme, anzi, ai fini del suo progetto, avere come oppositori Salvini a destra e Landini a sinistra può esaltare le qualità centriste che ha deciso di assegnare al suo Pd. La manifestazione di oggi è un primo passo verso la costruzione di questa opposizione nuova. “Unions” è il titolo scelto dalla Fiom per definirla e per illustrarla è stato scelto un manifesto disegnato da Vauro in cui accanto a un Landini che mima l’Urlo di Munch, si vedono tanti altri “urlatori”, tra cui si riconosce Gino Strada di Emergency, propedeutici a una protesta di massa. Il proposito è evidente: “Unire ciò che il governo e Confindustria vogliono dividere”. La spiegazione di questa strategia sta nella sconfitta subita dal sindacato sul Jobs Act e dalla crisi, evidente, del sindacalismo confederale, almeno di quello che ancora vuole difendere alcuni diritti e mantenere una prospettiva conflittuale. Ma anche dalla crisi di rappresentanza a sinistra e dal distacco del Pd dalle proprie radici storiche. Da questa doppia crisi, secondo Landini, si esce con una “coalizione sociale”, cioè con un piano di azione e un programma politico che metta insieme il sindacato, associazioni, movimenti, singole personalità. Si farà un partito?, si domandano in molti. “Certo che no”, ha sempre risposto il segretario della Fiom. L’ipotesi partitica è la prospettiva più distante dalle intenzioni del leader metalmeccanico anche perché, nei ragionamenti che fa in pubblico e, più chiaramente, in privato, Landini pensa che le for  mazioni politiche, non solo quelle della sinistra, siano alla frutta. E che, per riproporre una rappresentanza dei lavoratori, occorra qualcosa di nuovo. La Coalizione, appunto. Oggi se ne avrà un assaggio con gli interventi di Stefano Rodotà, di Gino Strada (al telefono dalla Sierra Leone) con precari, insegnanti, ambientalisti, con l’esponente di Libera che parlerà di reddito minimo. Il passaggio più esplicito, però, si farà a metà aprile quando si terrà l’appuntamento nazionale con l’obiettivo di redigere la “carta d’identità”. Il progetto ha quindi molto di politico ma riguarda anche il futuro del sindacato e, forse, la peculiarità, e anche l’imprevedibilità, dell’operazione sta in questa ambivalenza. IL SEGRETARIO generale della Cgil, Susanna Camusso, ha ribadito che sarà in piazza ma ci sarà, precisa, “con una categoria” chiedendo di “non personalizzare”. La presa di distanza dal progetto di Landini è eloquente e, nella comunicazione interna alla Cgil, è ribadito ogni giorno. Altra distanza, quella delle formazioni politiche di sinistra. Sel e Rifondazione comunista saranno convintamente in piazza ma, pur dichiarando di sostenere la Coalizione sociale, non dismettono il progetto di una nuova formazione politica pensando per la Coalizione il ruolo di sostegno sociale. Ieri, a prendere le distanze da Landini è stato anche Pippo Civati, che ha definito “fuori luogo” le critiche mosse a Cuperlo nell’intervista a l’Espres - so: “Visti da fuori – ha dichiarato infatti Landini – alcuni esponenti (della minoranza Pd, ndr.) sembrano interessati alla ricandidatura”. “Non credo, dice Civati, che si possa dire di Gianni Cuperlo, che la sua posizione è determinata dalla preoccupazione della poltrona”. Percorso difficile, dunque. La strada, che comincia oggi alle 14 in Piazza della Repubblica, non finirà con l’arrivo in Piazza del Popolo.
TG RAI IN FERIE CON IMPREGILO “PANAMA, MA CHE BELLE PARATIE” TRE TESTATE DELLA TV DI STATO AVIOTRASPORTATE SUL CANALE E A LAS VEGAS PER INFORMARE GLI ITALIANI SULLE IMPRESE DEL COLOSSO DELLE COSTRUZIONI
SCHIENA DRITTA Il reportage su Rainews.it: “L’Italia ha contribuito a questa storia di successo”. Invece Tg5, Sky Tg-24 e TgLa7 non partecipano alla gita 
A i telespettatori Rai mancava proprio un servizio sul Canale di Panama, stavano lì ansiosi di sapere se la multinazionale Salini-Impregilo ha montato gli scogli artificiali di acciaio e se ha allargato l’insenatura per i mercantili. Per fortuna ci pensano i giornalisti di Tg 2 , Rai News 24 e di una trasmissione di Rai1 che, assieme ai colleghi di dieci testate nazionali, hanno accettato una trasferta di una settimana gentilmente offerta dai costruttori italiani, fieri di aver quasi completato un’opera. Il quasi è strategico, funzionale, così l’anno prossimo, a lavori finiti, ripeteranno la traversata da 9.600 chilometri e la pubblicità sarà bissata. E già che c’era, pagato l’aereo, l’alloggio in albergo e le cene etniche, Salini-Impregilo ha scarrozzato l’allegra compagnia – come ha svelato Globalist – verso Las Vegas per una perlustrazione di un cantiere: il tunnel idraulico di Lake Mead che disseterà la città dei casinò. Considerata la tratta intercontinentale, incluso lo scalo a Las Vegas con pernottamento per due giorni, la gita è durata dal 21 al 27 marzo. Per celebrare l’efficienza di Salini-Impregilo, non per un’infrastruttura a Milano o Palermo, la Rai ha spedito, senza sganciare un euro, tre giornalisti di tre redazioni diverse. In attesa che si tramuti in una regola, non viene rispettato il dogma Luigi Gubitosi: il divieto, invocato dal direttore generale, di coprire più eventi con troppi dipendenti e mezzi eccessivi. E poi l’installazione di una paratoia di 30 metri, ficcata dentro l’Atlantico, forse non è un evento interessante per gli abbonati, semmai una succosa propaganda per l’azienda che in Italia gareggia per appalti pubblici da miliardi di euro. Ai giornalisti di Viale Mazzini non è piaciuta la scampagnata e non è una coincidenza se soltanto la televisione pubblica ha viaggiato a spese di Salini-Impregilo. I DIRETTORI Enrico Mentana (Tg La 7 ) e Sarah Varetto (S ky Tg -24 ) respingono sempre le proposte di chi vuole “ingag - giare” un cronista per l’inau - gurazione di una tangenziale o per il lancio di un prodotto. Per un semplice motivo: sei costretto a non muovere critiche, non puoi aggredire la mano di chi ha saldato il conto al bancone. Ma l’atavica abitudine di partire gratis si perpetua negli anni. Clemente Mimum (Tg 5 ) non è contrario in assoluto, ma stavolta ha rifiutato: “Ho letto il programma, mi è sembrato molto lungo per un pezzo da trenta secondi che avrei potuto commissionare. Non posso mica privarmi di un giornalista per sette giorni?”. Per Rai News 24 è un’occasione, e l’in - viata a costo zero non s’è risparmiata. Ha girato un filmato da un elicottero e ha informato i lettori di R a i n ews . i t : “A metà 2016 il canale nuovo sarà operativo, il commercio internazionale cambierà volto. E Panama diventerà uno dei centri di traffico commerciale più importanti del mondo. E l’Italia potrà dire – almeno per i prossimi cento anni – che avrà contribuito a questa storia di successo”. Chissà se questi successi, che per il consorzio formato da belgi, italiani e spagnoli ha fruttato 3,3 miliardi di dollari, rincuorano gli italiani. Ma di certo li preoccupano anche, perché si fissa un limite di cent’anni per il godimento a distanza: la paratoia verrà giù? La reazione dei colleghi Rai, rinchiusi nei palazzoni di Saxa Rubra, non è ironica.

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