venerdì 27 marzo 2015

SOGESID L’AMBIENTE P R I VAT I Z Z AT O : STIPENDI ALTI E POTERI ENORMI IL MINISTERO APPALTA A CARO PREZZO LE SUE FUNZIONI, INTANTO FA MORIRE ISPRA

70 0 EURO AL GIORNO IL COMPENSO CHE SPETTA a un “esperto senior” della spa che lavora al ministero 
16 mln IL COSTO DEL LAVORO DEL DICASTERO “PA RA L L E L O ” nel 2013: 8,7 milioni ai dipendenti, altri 8 ai consulenti 
di Marco Palombi S pending review? Sì, ma non per tutti. Funziona così: si taglia il settore pubblico, si mette la P.A. nelle condizioni di non poter assolvere i suoi compiti, poi si sottolineano i malfunzionamenti e arrivano i privati a “sal - vare” tutto. Per loro, magicamente, la spending review è un po’ meno stringente. Succede con le grandi società di consulenza come Kpmg e Ernst & Young in enti pubblici e ministeri e succede pure con le società in house tipo Sogesid, il ministero dell’Ambiente privato. Il dicastero svuotato, tutto il potere alla “spa centrista” La Corte dei Conti l’ha ratificato, quindi la convenzione quadro triennale tra ministero dell’Ambiente e Sogesid è operativa e già sono partiti i primi bandi. Cos’è Sogesid? Una spa di proprietà del Tesoro: fu creata nel 1994 per la gestione dei bacini idrici al Sud, ma con la Finanziaria 2007 di Prodi divenne società in house del ministero dell’Ambiente. Mentre il ruolo della società cresceva, però, il ministero veniva svuotato: la pianta organica era stata determinata in 945 unità nel 2008, poi ridotta a 600 nel 2013, ad oggi nemmeno coperta; stessa sorte toccava al budget, decurtato di due terzi e più, proprio mentre aumentavano le competenze. Lo dice il governo, che sostiene pure che al dicastero non ci sono professionalità adeguate ai compiti che gli spettano. Risultato: la soluzione individuata è stata quella non di censire le competenze dei dipendenti e bandire un concorso per supplire alle carenze, ma quella di aumentare a dismisura la presenza di Sogesid nel ministero. Pure le bonifiche dei Sin (Siti di interesse nazionale) sono roba sua: da Taranto a Brescia-Caffaro, dalla Campania alla laguna di Venezia fino ai laghi di Mantova. Interventi che generano un flusso di appalti che si aggira sui 200 milioni l’anno. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: i Sin inquinati sono ancora inquinati e in molti non è conclusa nemmeno la fase di progettazione. Nel palazzo dell’Eur in cui ha sede il ministero dell’Ambiente, per dire, ci sono circa 520 lavoratori pubblici e 1.300 badge per l’entrata degli eventuali 800 dipendenti indipendenti. La situazione, con la nuova convenzione quadro, peggiora: Sogesid adesso è il vero ministero dell’Ambiente. Potrà predisporre piani strategici, definire quelli finanziari, occuparsi di progettazione e poi essere contemporaneamente stazione appaltante, direttore dei lavori e soggetto attuatore. Il Bengodi del conflitto d’interessi. A far muovere questa macchina saranno i fondi europei (quelli del cosiddetto “Pon Gas Ambiente”), opportunamente citati tra i compiti di Sogesid. Particolare curioso: a firmare la convenzione è stato il segretario generale del ministero, Antonio Agostini, che è sotto inchiesta a Roma per l’uso dei fondi Ue al ministero dell’Istruzione. Per Sogesid ha firmato l’uomo che da agosto è presidente e ad della società (con lauto stipendio): l’ingegner Mario Staderini, che fu nominato in Rai dall’Udc, partito da cui proviene il ministro Gian Luca Galletti. Compensi d’oro: fino a 150mila euro per 214 giorni La cosa più strabiliante della convenzione, però, è “l’allegato 1”, dove sono messi nero su bianco i compensi che spettano ai dipendenti Sogesid che lavorino al ministero. I corrispettivi, vi si legge, sono stati calcolati sui “contratti nazionali di categoria”: a leggere le cifre presumibilmente ci si riferisce a quello degli astronauti. Il riferimento è il compenso giornaliero per 214 giorni l’anno al massimo, cioè nove mesi pieni o poco più: un impiegato senza qualifiche prende 171,92 euro al giorno (37mila euro di massimale); un consulente junior 239,83 al giorno (51mila), uno senior 304,95 euro (65mila) fino all’empireo del senior coordinatore (435,18 euro al giorno per un massimo di 93mila) e dell’esperto senior (695,68 euro giornaliere per un totale di quasi 150mila euro per 214 giorni di lavoro). Questi prezzi, peraltro, sono netti: nel senso che vanno aggiunte le “spese generali” per Sogesid (dal 7,2 al 15%, a seconda del servizio), Iva, Irap e eventuali “spese di missione”. Una storia di insuccessi, che uccide la ricerca pubblica “Si esternalizzano competenze che dovrebbero restare pubbliche per dare poltrone e consulenze”, ha detto il deputato M5S Massimo De Rosa dopo un incontro coi lavoratori Usb, l’uni - co sindacato a denunciare la situazione in cui versano ministero e Ispra (ci torneremo). Per il passato quella dell’onorevole grillino non è un’accusa, ma una constatazione. A fine 2013 (ultimo bilancio disponibile) Sogesid aveva 137 dipendenti, un fatturato di quasi 24 milioni e costi per la stessa cifra: 8,7 milioni per il personale (tra cui abbondano parenti e amici di un paio di ex ministri, nonché di funzionari e sindacalisti dei dicasteri di Ambiente e Tesoro) e altri 8 milioni per consulenti e collaboratori (400 incarichi). I vertici precedenti hanno avuto, per così dire, qualche problema. La commissione d’inchiesta sui rifiuti elencò qualche caso: il lavoro nel Sin di Pioltello appaltato “allo studio di Claudio Tedesi, indagato nella vicenda di Santa Giulia”;“la pluralità di incarichi affidati a Luigi Pelaggi”, capo segreteria del ministro Pre st i g i a co m o (pure lui indagato per Pioltello); l’incarico per individuare la discarica di Roma affidato “al termine di una procedura ristretta chiusa in tre giorni” allo “studio Tenoin di Napoli” che aveva lavorato a Chiaiano, discarica “chiusa per disastro ambientale”. Sfortunata pure la collaborazione con Gianfranco Mascazzini, già dg del ministero, pure lui finito in diverse inchieste. Intanto l’Isti - tuto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) - ente pubblico che ha le professionalità e il mandato per legge di progettare interventi per il ministero - sta praticamente morendo: Galletti non firma la convenzione triennale, il bilancio è stato decurtato di 10 milioni e i tagli sul costo del lavoro dovrebbero sfiorare il 70%. D’altronde mica è una spa: c’è la spending review il fatto quotidiano 27 marzo 2015

1 commento:

Luca ha detto...

Il problema a questo punto e' di verificare se l'utilizzo delle SPA (o di altre societa' di capitali) sia costituzionalmente corretto.

Mi spiego meglio.

La giurisprudenza europea considera Pubblica Amministrazione qualsiasi soggetto di diritto privato che risponda ai seguenti requisiti:

a) il capitale della società affidataria deve essere interamente pubblico;

b) l'ente, o gli enti pubblici, titolari del capitale sociale devono esercitare sulla società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi;

c) la società deve realizzare la parte più importante della propria attività con l'ente o gli enti pubblici che la controllano.

La nostra Costituzione prevede però (art. 97) che la P.A. e' informata ai principi di trasparenza, imparzialità e buon andamento e che agli impieghi pubblici si accede mediante concorso.

La domanda che si pone quindi e':
Le Società per Azioni (anche possedute interamente da una P.A.) aderiscono ai precetti costituzionali anzidetti?

A meno che nei loro atti costitutivi non vi sia un espresso richiamo al citato art.97 certamento no.

E la prova la si e' avuta con il recente scandalo ATAC Spa e AMA Spa di Roma laddove le due Società, impugnando i provvedimenti che annullavano le assunzioni discrezionali, hanno avuto riconosciute dai giudici le loro ragioni in quanto, come società di diritto privato, non sono tenute al rispetto di tali precetti ma solo di quello relativo alla buona fede nei confronti degli azionisti.

A cio' aggiungasi il fatto che la Corte dei Conti non può mettere bocca, sotto il profilo della legimittimita', negli atti della stessa Spa. Ne consegue che una volta approvata l'atto negoziale la P.A. contraente paga tutto quanto a pie' di lista (ivi incluse le mazzette).

Altrimenti non si spiegherebbe come mai una società come la SOGESID che rientra nella classe di addetti da 26 a 50 (dati Guida Monaci) abbia un fatturato di ca. 15.000.000 quando imprese di analoghe dimensioni quali la F.lli Marocchi di Sarezzo, dedita alla costruzione e al commercio di armi sportive e da caccia e lavorazioni meccaniche in genere (e quindi non proprio un settore in crisi) abbia un fatturato pari ad 1/3 di quello dichiarato dalla SOGESID medesima.

In pratica hanno legalizzato la mazzetta, il subappalto e l'esportazione di capitali (SCIP I e II insegnano) ed e' per questo che i partiti e gli amministratori (che ne sono diretta espressione) non vogliono sentire parlare di soppressione della SPA pubbliche.