il fatto quotidiano 27 marzo 2015
Pioggia di 50 milioni di euro da Milano 2015 a tv, stampa ed editori per promuovere l’evento ed evitare notizie sgradite: 5 milioni alla Rai e 1,8 a Feltrinelli, 850 mila euro a Mondadori, 900 mila a Repubblica, 990 mila a Rcs. Risultato: titoli entusiastici, inserti-spot e nessuna critica
SPENDING DI PIÙ Per l’Ambiente c’è un “ministero parallelo”: poteri e stipendi stellari
IDEE DA OSCAR Eataly, l’at t o di fondazione con la pipì fatta sul vermouth
FAIDE DEMOCRATICHE Crisafulli: “Vog l i o una poltrona” Intanto il partito boicotta De Luca
IN QUALE VERSO I twittatori di Matteo: gaffe, #sbadigli e supercazzole
Il Papa fa onore a San Fra n ce s co e ospita i clochard in Vaticano: “Questa è casa vostra”. Altri palazzi, a Roma, sono Cosa Nostra
TRADIMENTI Michele Serra parla della nuova Unità: “Ora il Pd ritiri il nome di Gramsci”
Antiterrorismo, Renzi cancella la norma sul controllo totale delle email. Sulle intercettazioni il governo punta a impedire ai magistrati di riportare nelle ordinanze conversazioni “non penalmente r i l eva n t i ”. Che spesso sono di interesse pubblico. Come nel caso Lupi
DELITTO DI CRONACA Politici e scandali: tutto quello che non sapremmo
ANCORA UN RINVIO Stop al vitalizio ai condannati: aria di insabbiamento
GUAI SCRIVERE MALE DI EXPO: 50 MILIONI E ADDIO CRITICHE TANTO HA SPESO LA SOCIETÀ: 2,3 MILIONI AGLI EDITORI PER PAGINE E INSERTI CHE LODANO L’EVENTO. SCOMPARSI DAI QUOTIDIANI RITARDI NEI LAVORI E SCANDALI
di Gianni Barbacetto e Marco Maroni Milano S olo nella giornata di ieri, il Corriere della sera ha dedicato a Expo un allegato di 44 pagine (“Orizzonti Expo”), oltre alle pagine 30 e 31 del quotidiano (“Il futuro immaginato”, sotto la testatina “Eventi Expo”). In più, il quotidiano di via Solferino promette “ogni martedì due pagine di inchiesta sui temi globali dell’Expo: dopo l’Acqua toccherà a Terra, Energia, Cibo. È solo una delle iniziative del Corriere della seraper guidare i lettori verso l’Esposizione che parte il primo maggio. E poi le pagine Eventi e prossimamente i supplementi speciali. Attivo già ora il canale internet Expo Co r r i e re ”. TUTTE INIZIATIVE “positive” di promozione redazionale che, come quelle simili sulle pagine di Re p u b b l i ca e di tanti altri quotidiani, non cancellano del tutto le cronache “negative” sui guai giudiziari e sui ritardi dell’espo - sizione: si aggiungono e cercano di controbilanciarle, per rifare l’immagine a una iniziativa che ha avuto anni difficili. Certo è che nelle ultime settimane le soglie critiche dei quotidiani sembrano essersi molto abbassate e di scandali, ritardi e ca - mouflage non si parla più. Expo ha pagato un fiume di denaro per avere buona stampa. Gli investimenti in “comunica - zione” superano, finora, i 50 milioni euro. Pagati non soltanto, com’è normale, per fare pubblicità diretta, acquistando pagine sui giornali e spazi televisivi. Expo ha dato 6 milioni di euro al gruppo Havas per “Idea - zione, sviluppo e realizzazione del piano di comunicazione”; 1,54 milioni per attività di media re l a t i o n s internazionali, incassati dalla Hill & Knowlton e dalla Sec di Fiorenzo Tagliabue, ex portavoce di Formigoni. Tanti soldi Expo sono arrivati anche direttamente ai giornali e agli editori. Il grosso dei finanziamenti diretti alla stampa è stato erogato con la procedura della “manifestazione d’inte - resse”, il cosiddetto Request for p ro p o s a l . Funziona così: gli editori presentano loro proposte su come parlare bene dell’even - to ed Expo le finanzia. La spesa per queste iniziative è finora di 2,3 milioni di euro. Al Co r r i e re sono andati 425 mila euro, per 12 uscite da due pagine. Segue La Stampa, con 400 mila euro per due pagine in uno “speciale Green” più cinque inserti di 16 pagine distribuiti con La Stampa e Secolo XIX e un accordo che prevede inoltre l’utilizzo dei contenuti, tradotti, su testate estere. Re p u b b l i ca incassa 399.500 euro per 72 pagine di “Guide editoriali”. Al Sole 24 Ore sono stati versati 350 mila euro per dieci uscite, per un totale di 30 pagine. Al Giornaledel - la famiglia Berlusconi 200 mila euro, una pagina ogni settimana per venti settimane, più quattro pagine da pubblicare il 1 maggio, giorno dell’inaugura - zione. Inoltre si aggiungono non meglio precisate “attività web, social e tablet”. Il gruppo Cl a ss ha incassato 102 mila euro per sei uscite sul quotidiano economico Mf e sei su Italia Oggi. Il quotidiano L i b e ro ha ottenuto 100 mila euro tondi per tredici uscite in doppia pagina. A QUESTIfinanziamenti in “re - dazionali” si sommano, oltre alle cifre investite direttamente in pagine pubblicitarie, anche altri contributi come i 160 mila euro alla Fondazione Corriere della sera, spiegati con questa (vaga) motivazione: “Contributo per massima visibilità Expo”, a cui si sono aggiunti altri 250 mila euro per l’organizzazione di una serie di incontri dal titolo “Convivio. A tavola tra cibo e sapere”. Sempre in casa Rcs, 154 mila euro sono arrivati alla Rcs Sport, in quanto main sponsor della “Milano City Marathon” edizione 2012. Il gruppo Sole 24 O re ha ricevuto 64 mila euro per un “Progetto Gazzettino del 2015”. Il Fo g l i o fondato da Giuliano Ferrara è stato beneficiato di 85 mila euro per la realizzazione di un non ancora visto “volume sull’Esposizione universale”. Expo spa è poi tra i principali sponsor de “La Repubblica delle idee”, la manifestazione pubblica di incontri e dibattiti, con ospiti di rilievo introdotti dal direttore Ezio Mauro. Quanto sia costata questa sponsorizzazione non è dato sapere, ma una fonte interna al gruppo Espresso-Repubblica fa sapere che i principali sponsor dell’iniziati - va pagano attorno ai 500 mila euro. La Fondazione Mondadori ha portato a casa 850 mila euro per la “Realizzazione del progetto Women for Expo”. La Fondazione Feltrinelli ha ricevuto ben 1,8 milioni di euro, per un progetto internazionale, triennale, curato da Salvatore Veca che prevede la messa a punto dei contenuti scientifici dell’esposizione. Il contratto, benché preveda una cifra molto alta che tocca quasi i 2 milioni di euro, è stato classificato come “sponsorizzazioni e assimilabili”, in modo da poterlo firmare senza gara. Alla Condé Nast sono stati concessi, oltre alle inserzioni pubblicitarie, due finanziamenti per la realizzazione degli eventi “Wired Next Fest” (13 mila euro) e “Fashion Night Out” (39 mila euro). Non stupisce così che il mensile Wi - re d dedichi a Expo servizi celebrativi, compresa una guida dal titolo Expottimisti. Nel 2014, Expo ha versato 14.892 euro a Publimedia Srl per “prenotazione di uno spazio pubblicitario sul periodico Polizia Moderna - edizione aprile/maggio”. Prezzo del tutto fuori mercato, ma meritato, visto il lavoro della polizia giudiziaria sui manager di Expo arrestati e sotto inchiesta. IL RECORD spetta però alla Rai: 5 milioni di euro le sono stati assegnati per “Collaborazione Rai Expo”. Sono serviti a costruire una nuova struttura “crossmediale con un modello produttivo a integrazione verticale”, come si legge sul sito, con un organico di 58 persone tra dirigenti, impiegati, giornalisti, autori e tecnici e una sede predisposta ad hoc, ma non a Milano, dove si svolge l’esposi - zione, bensì a Roma. Così a partire da maggio 2015 per i dipendenti e collaboratori scatteranno sei mesi di trasferta, con costi aggiuntivi per altri 2 milioni.
ALFANO PERDE IL PATRIOT ACT MA SI RIFA CON LE INTERCETTAZIONI SCONFESSATO SULLA NORMA ANTI-TERRORISMO, ANGELINO TORNA ALL’ATTACCO DEI GIUDICI
di Paola Zanca C hiedetelo al governo! Chiedetelo ad Alfano che prima l’ha scritta e poi l’ha levata!”. Piuttosto innervosita dalle domande, la presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti abbandona il capannello dei giornalisti lanciando in pasto il j’a cc u s e al ministro dell’Interno. Bisognerebbe avercelo davanti, per capire, o almeno provarci, la schizofrenia delle ultime giornate. Da una parte, da leader dell’Ncd, spinge per una stretta all’uso delle intercettazioni da parte dei magistrati; dall’altra, da titolare del Viminale, si è avventurato talmente tanto nel terreno delle indagini telematiche da proporre l’uso di “captatori occulti” nei computer di sospettati di una serie di reati, tra cui quelli legati al terrorismo. L’avventura, diciamolo, è andata male. Non solo perché si sono levate le voci di esperti di diritto e di tecnologia per spiegargli quanto fosse pericolosa e invasiva quella norma. Ma soprattutto perchè ieri mattina, dopo aver letto i giornali, Matteo Renzi è stato costretto a dire che quell’emendamento andava “stralciato”. PER LA VERITÀ, ci hanno provato fino all’ultimo a trovare una soluzione che evitasse la sonora figuraccia della marcia indietro. Fuori dall’aula della commissione, ieri mattina, il sottosegretario Filippo Bubbico ha chiamato a rapporto il deputato di Scelta Civica Stefano Quintarelli, informatico e principale sostenitore della deriva autoritaria contenuta nel Patriot Act scritto da Angelino Alfano. “Come possiamo metterci mano?”, è stata la domanda. Ma una toppa in quattro e quattr’otto era complicata da mettere. Così, hanno preferito sospendere tutto, lasciando che le agenzie battessero il gran rifiuto del presidente del presidente del Consiglio: “Matteo Renzi - è il lancio delle 11.30 - ha chiesto ed ottenuto lo stralcio dal ddl antiterrorismo del passaggio che consente di ‘frugare’ nel computer dei cittadini”. Si dirà: ma non era l’emenda - mento del governo? Spiega il Pd Ettore Rosato che “questo genere di testi vengono predisposti dal ministero competente, non passano dal consiglio dei ministri”. Tradotto, è farina del sacco di Alfano e se ne sono accorti solo ieri quando si sono trovati di fronte la richiesta di tutti i gruppi (Pd compreso) di rivedere quella norma. Siccome non ci si poteva presentare in Aula con una zavorra del genere, si è deciso di rimandare la discussione all’interno della proposta di legge che rivedrà anche le intercettazioni. NON SARÀ un affare da pocoPerché la sensibilità sul tema non è poi così diffusa. Prima di allontanarsi con il j’accuse con - tro Alfano, la Ferranti aveva trascorso l’ultimo quarto d’ora a ridicolizzare i giornali che si erano permessi di lanciare l’al - larme-privacy “manco fosse la terza guerra mondiale”. “Non avete capito niente”. E Quintarelli? “Ma sì, povero, gliel’ho spiegato... gli informatici non capiscono di diritto: la norma del codice di procedura penale è rimasta identica. È sempre il giudice che autorizza l’intercet - tazione. Non c’è nessuno spione. Hanno solo aggiunto due righe in cui spiegano che in alcuni casi si può fare questa cosa dell’accesso remoto al computer”. Ecco, quelle due righe, sono quelle che Renzi ieri mattina ha dovuto far sparire in fretta e furia. Ma al di là delle incomprensioni tra giuristi e informatici, non sarà facile coniugare la delicatissima questione del controllo telematico anti-terrorismo con l’altrettanto spinosa vicenda delle intercettazioni telefoniche. Alfano, come prevedibile, l’ha buttata sul già sentito: “È curioso - ha detto - il comportamento di alcuni, che erano assolutamente interessati a frugare nelle vite altrui, anche quando si trattava di gossip, e ora diventano tutori della privacy quando si devono fermare i terroristi”. Il punto, come vi abbiamo spiegato ieri, è che le intercettazioni sono autorizzate per un periodo circoscritto. L’accesso da remoto ai computer (che, così com’era scritto, non riguardava nemmeno solo i potenziali terroristi) consente di acquisire dati, documenti, immagini, conversazioni relative all’intera vita dell’indivi - duo. Con l’aggravante di non avere alcuna certezza sulla provenienza delle prove eventualmente raccolte. Il garante della Privacy Antonello Soro, ieri, ha festeggiato il supplemento di riflessione, “quanto mai necessario quando sono in gioco libertà e diritti fondamentali”. Ma lui, direbbe la Ferranti, non capisce di politica
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