ILVA E NON SOLO
Il testo approvato in
Senato, colmo di bestialità
giuridiche, sembra
rispondere alla solita
esigenza di concedere
impunità a qualcuno
di Bruno Tinti
C
i si sono messi in 133
per approvare in Senato
un ddl criminale
e giuridicamente ridicolo.
Forse sperando che nessuno
se ne accorgesse; o forse confidando
nella futura efficacia
dello slogan “lotta della magistratura
alla politica” che fin qui
ha funzionato. Parlo dell’ulti -
mo ddl che contiene norme in
materia di ambiente e che inserirà
nel c.p. gli artt. 452 bis, ter,
quater e quinquies. Il Senato lo
ha approvato il 4 marzo, la Camera
lo esaminerà a breve e, se
non vi saranno modifiche, diverrà
legge. È il disastro ambientale
nella sua duplice fattispecie,
dolosa e colposa.
Il 452 bis (inquinamento ambientale)
prevede da 2 a 6 anni
per chi “abusivamente cagiona
una compromissione o un deterioramento
significativi e misurabili:
delle acque o dell’aria o
di porzioni estese o significative
del suolo o del sottosuolo; di un
ecosistema, della biodiversità,
anche agraria, della flora o della
fauna”. Il 452 ter aumenta le pene
se ne derivano morte o lesioni.
Il 452 quater (disastro ambientale),
sempre “abusiva -
mente” cagionato, prevede pene
da 5 a 15 anni. Il 452 quinquies
(inquinamento e disastro
ambientali colposi), prevede
che, se le condotte sono colpose,
le pene siano diminuite da un
terzo a due terzi.
Cominciamo dagli errori da un
solo tratto di matita rossa (roba
da 5-). I reati di cui al 452 bis e
quater sono dolosi; occorre cioè
che siano commessi in violazione
di legge in base al principio
nullum crimen sine lege (non esiste
delitto senza una legge che lo
preveda). Scrivere che l’inqui -
namento ambientale deve essere
commesso “abusivamente” è
una stupidaggine: se l’inquina -
mento non è abusivo non è delitto.
Scrivere “abusivamente” è
del tutto inutile.
Altro errore da due tratti di matita
rossa (siamo a 4 --) sta nella
previsione che l’inquinamento
deve essere significativo e misurabile.
Quanto alla misurabilità
non ci sono problemi: se l’in -
quinamento non è misurabile
vuol dire che non c’è; precisazione
stupida. Ma il problema
grave sta nella significatività:
quali sono i parametri in base ai
quali valutarla? Lo dovrà decidere
la giurisprudenza, come
per la modica quantità di droga
il cui possesso non costituisce
reato. Immaginiamo fin da ora
quali polemiche accompagneranno
ogni decisione.
Dove la matita rossa si consuma,
il compito è buttato nel cestino
e l’allievo allontanato con
disonore da tutte le scuole, è il
452 quinquies, inquinamento e
disastro colposo. I 133 Senatori
proponenti non sapevano, o
hanno voluto dimenticarsene,
che la colpa consiste in imprudenza,
negligenza o violazione
di legge. In altri termini, la responsabilità
per colpa sussiste
anche se nessuna legge è stata
violata. L’esempio tipico è
l’omicidio colposo commesso
da chi procede a 50 all’ora in
centro abitato, sulla sua destra e
con la vettura completamente
in ordine: non viola nessuna
norma solo che è distratto, pensa
ai casi suoi, non nota il pedone
che sta attraversando sulle
strisce e lo investe. Scrivere che
questi reati colposi si consumano
solo se commessi “abusiva -
mente”, cioè con violazione di
legge significa stabilire che le
condotte imprudenti o negligenti
ma che rispettano le leggi
vigenti (pensiamo al salvacondotto
previsto per l’Ilva) non
costituiscono reato. Per restare
nell’esempio, l’automobilista
che rispetta il codice della strada
ma investe un pedone perché
non sta attento non commetterebbe
omicidio colposo. Come
si vede, una vera idiozia.
Non è casuale perché, come appunto
il caso Ilva insegna, questa
gente pretende di stabilire,
caso per caso, in barba ai principi
generali (che rappresentano
la realizzazione del principio
“tutti i cittadini sono uguali davanti
alla legge”), a chi concedere
impunità. Pensate a un’au -
torizzazione concessa a Tizio da
un’autorità amministrativa,
che consenta di utilizzare un
certo prodotto inquinante. La
stessa autorizzazione però non
è concessa a Caio. Secondo questa
norma Caio sarebbe sottoposto
a processo e condannato;
ma Tizio no. Ma c’è di molto
peggio. Supponiamo che i 133
Senatori emanino, per imprudenza
o imperizia, leggi che
consentono di inquinare e cagionare
disastri; e che i pubblici
amministratori concedano, per
gli stessi motivi, autorizzazioni
che provochino gli stessi risultati.
In base ai principi generali
(art. 3 Costituzione), ai giudici
non resterebbe che incriminarli
per concorso in inquinamento
o disastro colposo. Il che, suppongo,
fatalmente avverrà nel
caso Ilva, antesignano di questa
spericolata tecnica legislativa.Ma possibile che tutti gli uffici
legislativi riuniti non trovino
modo di dire ai loro padroni
“guardate che state facendo una
cazzata”?
venerdì 27 marzo 2015
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