Nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti della XIII legislatura, il presidente Massimo Scalia affermava che il 24 ottobre 1997 una delegazione della Commissione parlamentare, nel corso di un sopralluogo a Pontinia (LT), individuò in collaborazione con la polizia provinciale un'area ufficialmente destinata al trattamento e alla pulizia di fusti per il trasporto di rifiuti pericolosi liquidi. Ma il sito risultò privo di qualsiasi macchinario adatto allo scopo e molti dei fusti in attesa del "trattamento" erano ancora pieni di materiale vario. Per tali motivi i parlamentari presenti convocarono sul posto l'autorità giudiziaria per procedere all'immediato sequestro dell'area, supponendo anche il già avvenuto smaltimento illecito di ingenti quantità di rifiuti pericolosi liquidi. Le operazioni di sequestro consentirono di accertare la presenza in quel sito di oltre 11.600 fusti e di due cisterne colme di liquido da classificarsi come rifiuto pericoloso. Gran parte dei fusti proveniva da aziende di rilevanza internazionale, operanti nel campo dell'informatica e della farmaceutica.
La forte preoccupazione per queste affermazioni, avvallate anche dal noto pentito della camorra casalese Carmine Schiavone, hanno spinto il MoVimento 5 Stelle a chiedere - attraverso una interrogazione parlamentare a prima firma Cristian Iannuzzi - al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, se sia a conoscenza delle vicenda e se, a distanza di quasi 17 anni, sia noto dove siano stati smaltiti gli 11.600 fusti tossici.
La forte preoccupazione per queste affermazioni, avvallate anche dal noto pentito della camorra casalese Carmine Schiavone, hanno spinto il MoVimento 5 Stelle a chiedere - attraverso una interrogazione parlamentare a prima firma Cristian Iannuzzi - al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, se sia a conoscenza delle vicenda e se, a distanza di quasi 17 anni, sia noto dove siano stati smaltiti gli 11.600 fusti tossici.
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