sabato 22 febbraio 2014

Fusti tossici sotto l'ex polveriera di Gaeta, un testimone sentito in Procura I FATTI RISALIREBBERO AL 1996

Un residente sostiene di aver visto l'interramento di barili e materiale sospetto. E i magistrati mandano un'ispezione 

http://www.corrieredilatina.it/news/cronaca/3737/Fusti-tossici-sotto-l-ex-polveriera.html

La Procura della Repubblica di Cassino indaga sul caso dei fusti tossici interrati a Gaeta. Nei giorni scorsi è stata acquisita la testimonianza di un uomo, il quale sostiene di aver visto l’interramento di un centinaio di grossi contenitori sulla collina dove si trova la dismessa Polveriera. Si tratterebbe di un terreno di alcune decine di metri sito in Via Forte Emilio Savio, sotto il quale sarebbero stati gettati i barili e poi ricoperti.


LA TESTIMONIANZA. I fatti risalirebbero al 1995. Nel suo racconto, l’uomo – che preferisce restare nell’anonimato temendo ritorsioni – asserisce di aver notato degli strani lavori durati alcuni giorni sulla collina dove si trova l’ex Polveriera, nel corso dei quali venivano sistemati dei grossi fusti di metallo, in seguito interrati. Solo oggi, dopo quasi venti anni, l’uomo ha deciso di raccontare la sua storia. Dopo aver appreso il caso della Terra dei Fuochi, ha collegato quel lontano ricordo.

I SOPRALLUOGHI. Sono già stati svolti dei sopralluoghi da parte degli uomini della polizia giudiziaria, inviati dalla Procura di Cassino, ritenendo il racconto del testimonio credibile. Infatti, vi sono sospetti sul fatto che il crinale con terreno di riporto, che si nota sulla collina della Polveriera, potrebbe essere compatibile con un interramento sospetto, proprio per occultare qualcosa. Un cumulo di terra che nasconde forse ciò che l’uomo racconta.  Da valutare poi se i fusti contengano realmente materiali pericolosi. C’è solo da attendere l’esito delle prime indagini, probabilmente svolte con l’utilizzo di metal detector, per comprendere se davvero anche a Gaeta sia stato teatro di interramenti sospetti. Il che potrebbe agganciarsi al racconto del pentito Carmine Schiavone, che in un’intervista aveva dichiarato che fusti tossici erano stati nascosti a Latina, a Gaeta e anche a Scauri.

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