Doc. XXIII n. 40
Pag. 7
OPERANTI NEL CICLO DEI RIFIUTI
(articolo 1, comma 1, lettera d), legge 10 aprile 1997, n. 97)(relatore: Presidente Scalia)
Il 24 ottobre 1997 una delegazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, nel corso di un sopralluogo a Pontinia, individuò in collaborazione con la locale polizia provinciale un'area ufficialmente destinata al trattamento e alla pulizia di fusti per il trasporto di rifiuti pericolosi liquidi: il sito risultò privo di qualsiasi macchinario adatto allo scopo e molti dei fusti in attesa del «trattamento» erano ancora pieni di materiale vario. Inoltre, i registri di carico e scarico dell'impianto risultarono compilati in maniera non conforme alla legge, addirittura con operazioni riportate non nell'esatta sequenza temporale. Per tali motivi i parlamentari presenti ritennero di convocare sul posto l'autorità giudiziaria per procedere all'immediato sequestro dell'area, supponendo anche il già avvenuto smaltimento illecito di ingenti quantità di rifiuti pericolosi liquidi (1).
(1) Dell'operazione la Commissione ha già riferito nel Doc. XXIII-16, p. 16.
Le operazioni di sequestro consentirono di accertare la presenza in quel sito di oltre 11.600 fusti e di due cisterne colme di liquido da classificarsi come rifiuto pericoloso. Gran parte dei fusti proveniva da aziende di rilevanza internazionale, operanti nel campo dell'informatica e della farmaceutica.
La ditta responsabile dell'impianto è stata individuata nella SIR SRL di Roma che aveva iniziato ad utilizzare l'area sin dal febbraio 1997, dando la comunicazione di inizio attività alla regione Lazio solo nel luglio 1997. Dalla lettura dei documenti presenti nell'area emersero ulteriori episodi singolari, come ad esempio il trasporto effettuato nel settembre 1997 di 9 tonnellate di residui di polipropilene; partito da Avezzano il 9 settembre, il camion giunse a Roma (presso la sede della SIR) dopo quindici giorni, il 24 settembre. Dopo una sosta di sei giorni, il medesimo camion ripartì il 30 settembre alla volta di Pontinia, dove riuscì ad arrivare nella medesima giornata.
Poiché il sequestro di Pontinia è stato (in termini quantitativi) il più rilevante del genere mai effettuato in Italia, esso è stato lo spunto per un'attività di indagine autonoma della Commissione, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera d) della legge istitutiva, per accertare - anzitutto - collegamenti con altri episodi illeciti avvenuti in altre
Pag. 8
aree del Paese, e per valutare l'esistenza o meno di una sorta di holding affaristico-criminale attiva sul territorio nazionale nel ciclo dei rifiuti. In questo documento si dà conto dell'esito di tale autonoma attività d'indagine della Commissione.Diversi gruppi imprenditoriali sono stati inizialmente analizzati in maniera separata; l'incrocio successivo dei dati emersi ha evidenziato collegamenti tra gli stessi gruppi, elemento di cui si dà conto nella parte conclusiva del documento. Dall'esposizione, infatti, emergono nettamente gli stretti rapporti che corrono tra società che operano nelle diverse fasi del ciclo dei rifiuti e, più concretamente, la riconducibilità delle stesse ad un ristretto giro di operatori, chiaro indice di un'assenza di trasparenza del settore e del delinearsi di un sostanziale oligopolio.
Va precisato che allo stato attuale il mercato dei rifiuti solidi urbani - per quanto attiene alle fasi della raccolta e del trasporto - è per il 65 per cento circa direttamente gestito dagli enti locali (con aziende municipalizzate, aziende miste a controllo pubblico o in economia); la restante quota di mercato viene affidata in appalto a privati, peraltro con forme variabili. Alcuni appalti riguardano infatti le sole fasi di raccolta e trasporto, altri comprendono anche il servizio di spazzamento delle strade. Esistono poi enti locali che suddividono l'appalto a seconda del tipo di rifiuto da raccogliere.
Va inoltre specificato che le società indicate nel presente documento non operano in via esclusiva nel settore dei rifiuti solidi urbani, avendo anzi rilevanti interessi nel settore dei rifiuti speciali, che garantisce peraltro guadagni assai maggiori, e sul quale si concentrano attività illecite di grande spessore. Su questo tuttavia si rimanda ad un successivo documento, attualmente in fase di elaborazione sulla base dei dati raccolti con un questionario inviato dalla Commissione a tutte le aziende grandi produttrici di rifiuti pericolosi, con particolare attenzione alle aziende a rischio di incidente rilevante operanti sul territorio nazionale.
Nessun commento:
Posta un commento