domenica 23 febbraio 2014

Maenza Nuovo rogo a Farneto Sesto episodio: azienda agricola in ginocchio

Torna l’incubo dei piromani, i timori dei residenti DI MINA PICONE Un gigantesco rogo ieri sera ha messo in ginocchio anche l’azienda zootecnica di Romano Realacci a Farneto di Maenza. Le fiamme - di natura dolosa - si sono sviluppate in un grosso capannone, adiacente le stalle delle bufale che in quel momento erano in fase di mungitura. Circa mille balle di fieno – foraggio per trecento bufale fino a giugno – sono state divorate dal fuoco le cui lingue erano ben visibili da tutta la piana di Maenza e di Priverno e finanche dall’alto dei due paesi. Una grossa pira. Un vortice di fiamme che ha condannato immediatamente all’impotenza, nonostante l’arrivo dei vigili del fuoco e dei loro mezzi. Senza parole è rimasto il proprietario dell’azienda, Romano Realacci, che da sessant’anni è trapiantato con la sua famiglia, proveniente da Vallecorsa , nella campagna situata tra Via Madonna dei Martiri e Mezzagosto. «Perché parlare? Non abbiamo più niente da dire! Il danno è lì, guardatelo, non c’è bisogno di commentarlo». Così si è espresso l’allevatore ieri sera, mentre taciturno e preoccupato, assisteva con la sua famiglia e una ressa di gente allo spettacolo del fuoco che distruggeva una parte importante della sua azienda. Non una parola ha voluto dire il sindaco di Maenza, Francesco Mastracci, di nuovo sul luogo di un rogo, dopo il capannone del maneggio di Angelo Perfili, situato a poca distanza. C’era anche Loreto Rossi, anche lui nel mirino dei piromani che non è riuscito a trattenere le lacrime il giorno dell’attentato al capannone del foraggio della sua azienda. C’erano i carabinieri. In un attimo quell’angolo di campagna fangosa, piena di buche e crateri, di vie e viottoli, si è riempita di gente. Bocche cucite. «Siamo terrorizzati. Non ce la facciamo più!». Terrorizzati anche i bambini che hanno imparato a conoscere lo stillicidio dei fuochi notturni – siamo arrivati al sesto rogo – per la vallata. Questa volta, il fotovoltaico non c’entra. Questa volta, il letame non sarebbe stato conferito a una qualche centrale di biogas in costruzione. Realacci è uno che si fa i fatti suoi. Uno che lavora e basta. Un allevatore che si alza all’alba e si ferma di notte che si fa aiutare da qualche extracomunitario e vende il suo latte a chi ne farà le mozzarelle. E allora? Perché questo sesto rogo? «E’chiaro – ha sussurrato qualcuno dei presenti, coperto dall’oscurità della notte – che si vuole depistare». E un altro ancora: «Da quando è arrivato il biogas a Farneto, è finita la pace». «Un atto gravissimo» - ha commentato il sindaco di Priverno, Angelo Delogu, giunto sul posto a esprimere solidarietà a Realacci. Da oggi l’indagine sui roghi di Maenza e Priverno conta in addizione, ma impossibile dire se il calcolo sia davvero concluso». Latina Editoriale Oggi 21 febbraio 2014

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