mercoledì 11 dicembre 2013
Arrestato Chianese, Signor Veleno Era ai domiciliari, nuove contestazioni
Considerato l’inventore del traffico di rifiuti
Latina Editoriale Oggi 11 dicembre 2013
DETTAGLI
HA INVESTITO
I PROVENTI
ILLEGALI
PER LA VILLA
DI SPERLONGA
E IL MARINA
DI CASTELLONE
L’avvocato Cipriano
Chianese, arrestato
ieri mattina
nella casa in cui già si
trovava ai domiciliari e
considerato l’i nve n t o r e
del traffico e dello smaltimento
dei rifiuti illegali,
non era un bravo avvocato.
Anzi era un avvocato
per finta. Ad un
certo punto, nel 1994, ha
pure tentato di entrare in
Parlamento nelle liste di
Forza Italia. Il clan dei
casalesi, cui era affiliato,
gli dava incarichi negli
anni ottanta solo perché
così poteva andare in
carcere, parlare con i camorristi
e r i f e r i r e
a ll ’esterno, soprattutto
essere il «gancio» con
Francesco Bidognetti.
Questo dice il pentito
Raffaele Ferrara in atti
della Dda di Napoli e
riportati nel libro di Nello
Trocchia (La Peste -
Rizzoli) che ha anticipato
il dramma delle falde
di Giugliano avvelenate
dai rifiuti sotterrati da
Cipriano Chianese nella
c a v a R e s i t .
Più che ogni altra cosa
Cipriano Chianese è stato
un massone e infatti
spesso sapeva che cosa
succedeva nelle Procure,
talvolta pure prima che
le cose accadessero. Da
queste parti ha fatto faville
l’avvocato-impren -
ditore. Un uomo con
molti soldi che un giorno
degli anni novanta si presenta
a Sperlonga e compra
una villa di ventuno
stanze contando il denar
o s u l l ’ u n g h i a .
Quell’immobile ad oggi
rappresenta il più importante
bene di mafia mai
sequestrato in provincia
di Latina, insieme al
complesso alberghiero
Marina di Castellone a
Formia. Quest’ulti mo
palazzetto al centro della
città Chianese lo ha preso
come residence ma
subito dopo è andato in
Comune per chiedere il
cambio di destinazione e
farne un po’ di appartamenti
vista mare. Il giorno
della sua visita in
Municipio è stato più
volte raccontato dal sindaco
che lo ricevette,
Sandro Bartolomeo, lo
stesso in carica ora e che
ieri nel commentare l’ar -
resto ha ripercorso quella
mattinata turbolenta:
«Io gli ho detto che non
era possibile alcun cambio
di destinazione e
quello ha alzato la voce.
Insomma si vedeva che
era uno abituato a non
sentirsi dire di no. Però
in quel momento io, noi
sapevamo che era un imprenditore
ricco, non
certamente che stava
provocando il disastro
dei rifiuti né che era
membro del clan. Oggi
sono ancora più orgoglioso
di quel no. Noi
abbiamo chiesto l’acqui -
sizione del Marina di
A SINISTRA CIPRIANO
CHIANESE, AL CENTRO
IL COMPLESSO
MARINA DI CASTELLONE
«GLI HO NEGATO
IL CAMBIO
DI DESTINAZIONE
D’USO»
«SPERO CHE
QUESTA SVOLTA
AIUTI A CAPIRE COSA
È ACCADUTO QUI»
DETTAGLI
HA INVESTITO
I PROVENTI
ILLEGALI
PER LA VILLA
DI SPERLONGA
E IL MARINA
DI CASTELLONE
BA RTO L O M E O
DII ROCCO
RITRATTO
MASSONE,
POLITICO, RICCO:
IL PERSONAGGIO
PIÙ INQUIETANTE
E POTENTE
CHE GIRAVA
NEL SUD PONTINO
Castellone e vogliamo
farne un luogo produttivo,
che possa dare lavoro
ma al tempo stesso anche
un posto simbolico.
Quell’immobile si affaccia
su un’area archeologica
di grande pregio,
spero diventi la porta
d’ingresso ad un luogo
che vogliamo tutelare.
Simbolo di tutela
dell’ambiente dopo essere
stato il frutto di soldi
guadagnati in danno
dell’ambiente». In questo
momento l’av vo c a t o
è imputato davanti alla
Corte d’Assise di Napoli
per i reati di disastro
ambientale e avvelenamento
delle falde acquifere;
i problemi creati
dall’interramento dei rifiuti
a Giugliano e dintorni
non si risolveranno
prima dei prossimi 50
anni e nel frattempo
avranno causato gravissi
sono fatti notare per
spregiudicatezza e interessi
perlomeno discutibili
lui è comunque il più
inquietante e ha lasciato
in eredità a due Comuni,
Formia e Sperlonga, la
prova del lucro fatto sul
disastro ambientale e
sulla pelle (in senso letterale)
di migliaia di persone.
Sarà per questo che
il suo arresto ieri ha scosso
in modo trasversale
l’ambiente politico ed
economico anche locale,
per tutti i fantasmi e le
paure che evocano le storie
dei rifiuti interrati in
Campania ma anche da
queste parti. L’i potesi
che i casalesi abbiano
messo fusti sotto terra
anche in provincia di Latina
si è riaffacciata giusto
la scorsa estate con le
interviste del pentito
Carmine Schiavone e
dopo un mese circa è
riapparsa dagli archivi
della Provincia la prova
che alcuni fusti furono
ritrovati anche a Penitro.
Vicenda su cui è in corso
un’indagine della Procura
di Cassino. Eppure
non basta comunque a
fugare gli spettri che il
sistema Chianese ci abbia
riguardato oltre gli
investimenti immobiliari.
«Facciamo i complimenti
alle forze dell’or -
dine per l’op e r a z io n e
portata a termine e ci
auguriamo che anche
questo step ci aiuti a fare
chiarezza su quanto accaduto
a Formia e nel
circondario. Crediamo
siamo un passo avanti
anche questo per ricostruire
la verità sul nostro
passato recente», ha
scritto ieri nella nota di
commento il consigliere
comunale Antonio Di
Rocco a nome del gruppo
dell’Udc.
sime conseguenze sulla
salute della popolazione
residente nella cosiddetta
Terra dei fuochi. Anche
per questa ragione
Cipriano Chianese incarna
uno dei personaggi
peggiori che hanno attraversato
la provincia di
Latina, «Signor Veleno»,
il cattivissimo autentico,
l’amico di Licio Gelli, il
potente con moltissimi
soldi riciclati nel cemento
apparentemente in
modo più che legale. Tra
i tanti soggetti atipici che
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