tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-28-febbraio-2024/
Ascolta il podcast del Fatto di domaniGUERRA RUSSIA-UCRAINA, VON DER LEYEN INDOSSA L’ELMETTO: “L’EUROPA DEVE POTENZIARE L’INDUSTRIA DELLA DIFESA”. CROSETTO: “AUMENTARE LE SPESE MILITARI NON È CULTURA BELLICISTA”. I venti di guerra in Europa non soffiano ancora sulle capitali. Ma pensare che non possano arrivare sarebbe un errore. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, intervenendo nella plenaria del Parlamento a Strasburgo, lancia un assist all’industria bellica, come conseguenza del conflitto in Ucraina iniziato due anni fa con l’invasione russa. Secondo Von der Leyen bisogna procedere compatti, come si è fatto con i vaccini durante la pandemia, puntando sugli appalti congiunti: “I rischi di una guerra non dovrebbero essere esagerati, ma bisogna prepararsi. E tutto ciò inizia con l’urgente necessità di ricostruire, rifornire e modernizzare le forze armate degli Stati membri. L’Europa dovrebbe sforzarsi di sviluppare e produrre la prossima generazione di capacità operative vincenti….il che significa potenziare la nostra capacità industriale della difesa nei prossimi cinque anni”. La presidente della Commissione europea ha anche annunciato che si potrà raddoppiare la produzione europea di munizioni “portandola a oltre 2 milioni di proiettili all’anno entro la fine del 2025”. La questione riguarda anche l’Italia, come ha confermato oggi il ministro della Difesa, Crosetto, durante il question time alla Camera. Rispetto agli aiuti da inviare a Kiev, secondo Crosetto “un passo indietro adesso sarebbe un errore strategico e politico”. Il ministro ha confermato che “la Difesa ha aderito all’iniziativa che prevede il sostegno all’incremento della capacità di produzione dell’industria europea”. Crosetto ha aggiunto: “Rappresentare l’aumento della spesa per la difesa come espressione di una cultura bellicista è una visione un pò distorta dettata da qualche pregiudizio ideologico…”. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari su quanto avviene sul fronte ucraino: la Russia ha colpito la città di Kharkiv e quella di Kupyansk – bilancio 4 morti – , mentre la Transnistria, sull’esempio di quanto avvenuto nel Donbass, auspica l’intervento di Mosca per ottenere un “sostegno diplomatico” nelle controversie con la Moldavia. VANNACCI SOSPESO, VOLANO GLI STRACCI TRA LA LEGA E FDI. SALVINI: “UN PROCEDIMENTO AL GIORNO, PAURA?”. CROSETTO: “S’INFORMI…”. Tra Lega e Fratelli d’Italia è scoppiata la guerra. Non bastava lo strascico della sconfitta sarda, ora è esplosa la mina Vannacci. Il generale è stato sospeso dal ministero della Difesa per 11 mesi, con stipendio dimezzato. La sanzione è il frutto della pubblicazione del libro Il mondo al contrario (best seller da 200mila copie) a firma del militare. Il volume è ricco di affermazioni discutibili su omosessualità, femminismo, ambientalismo, migranti: per molti un testo sessista, omofobo e razzista. Bocciato anche da Guido Crosetto: “farneticazioni” che “screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione”, le aveva definite il ministro. L’alto papavero di Fratelli d’Italia, già ad agosto scorso, aveva rimosso Vannacci dalla guida dell’Istituto geografico militare. Dopo un’inchiesta sommaria, il 30 ottobre era partito il procedimento disciplinare: oggi è arrivato l’epilogo con la sospensione del generale. Ma non è l’unica tegola per Vannacci, fortemente indiziato di una candidatura con la Lega alle elezioni europee di giugno. Durante il soggiorno moscovita come addetto militare (tra il 2021 e il 2022) il generale avrebbe “fatto la cresta” su rimborsi e indennità: è indagato per truffa e peculato dalla procura militare e dagli inquirenti romani; lunedì si muoverà anche la Corte dei conti per danno erariale. Sul suo capo pendono altre due inchieste: la procura di Roma indaga per istigazione all’odio a razziale; quella di Lucca per diffamazione ai danni della pallavolista Paola Egonu. Oggi Matteo Salvini ha spedito un pizzino per Crosetto: “Un’inchiesta al giorno, siamo al ridicolo, quanta paura fa il Generale?”. Risposta del ministro: “I commenti saranno più appropriati, quando le informazioni saranno disponibili, non ho più guance da porgere…”. Tra Lega e FdI ci sono ancora i veleni sardi: Meloni accusa il Carroccio di “slealtà” col voto disgiunto; il Carroccio rinfaccia alla premier l’imposizione del candidato Truzzu. Mentre nella Lega, i governatori del nord tengono Salvini sulla graticola. Contro il Capitano, sarà discussa una mozione di sfiducia il 25 marzo. In piena bufera, Salvini ha trovato il tempo di una visita a Denis Verdini (il padre della fidanzata Francesca) nel carcere di Sollicciano. Sul Fatto di domani ci racconteremo le guerre stellari a destra, con le urne abruzzesi alle porte. CONTE LANCIA LA VOLATA ALLA CGIL PER SPOSTARE ANCHE IN EUROPA LA BATTAGLIA SU SALARIO MINIMO E RDC. “Maggioranza sorda al lavoro povero. Rafforzeremo gli strumenti a tutela in ogni regione che conquisteremo. E sarà una battaglia”. Giuseppe Conte, durante un convegno al senato con l’ex capo dell’Inps Tridico e l’ex segretaria della Cgil Camusso, rilancia il tema del salario minimo e del Reddito di cittadinanza. Il primo sparito dai radar del governo, il secondo depotenziato fino ai minimi termini. Anche alla luce della vittoria in Sardegna e delle prossime sfide elettorali, tra regionali e europee. Durante il convegno è intervenuto anche il sindacato Cub, che ha presentato un ricorso contro l’Italia al Comitato europeo dei diritti sociali, organo che vigila sul rispetto della Carta sociale europea. Secondo il Cub, il governo Meloni – avendo abolito il Reddito di cittadinanza e bocciato il salario minimo – viola alcuni articoli della Carta sociale europea. Il Comitato lo ha dichiarato ammissibile e ha chiesto a Roma di inviare le sue memorie entro il 15 marzo. Se non saranno sufficienti, il Comitato potrebbe inviare una raccomandazione per chiedere al governo di adeguarsi, quindi potenziare gli strumenti contro la povertà, soprattutto lavorativa. Un’ulteriore spinta per le elezioni. Iniziativa che va di pari passo a quella della Cgil, che ha lanciato una campagna per “predisporre referendum abrogativi su tre campi: licenziamenti individuali, precarietà del lavoro, appalti”. Durante il convegno sono stati illustrati anche i pietosi numeri dello strumento che sostituisce il Reddito, l’Assegno di inclusione che a regime coprirà 500-600 mila domande, appena il 40% del picco massimo raggiunto con il Rdc. Sul Fatto di domani tutti i particolari e le analisi, compreso quello che intende fare il Pd a proposito dei quesiti. Racconteremo anche le prossime scadenze per la sinistra: come le elezioni in Abruzzo e le primarie di Bari. EREDITÀ AGNELLI, A TORINO UDIENZA DEL RIESAME. PRESTO NUOVI ACCERTAMENTI INFORMATICI. ALL’ORIGINE DEL PATRIMONIO OFFSHORE DI FAMIGLIA. A Torino è cominciata oggi la discussione del ricorso contro i sequestri disposti dalla procura nell’ambito dell’inchiesta attivata dall’esposto di Margherita Agnelli, madre di John, sull’eredità del padre Gianni. Il verdetto è atteso per i prossimi giorni. Per ottenere il dissequestro, i legali di John Elkann e di Gianluca Ferrero, presidente della Juventus, qui interessato per la sua attività di commercialista hanno messo in dubbio la pertinenza del sequestro, troppo secondo loro rispetto all’ipotesi di reato. Reato che è una presunta dichiarazione infedele dei redditi di Marella Agnelli, madre di Margherita, per gli anni 2018 e 2019. Su questo punto la difesa di Elkann ha già chiarito: la frode fiscale è considerata “irrilevante” e l’atteggiamento di John ritenuto “persecutorio” di una madre nei confronti dei figli, immotivato secondo il collegio difensivo. “Molto rumore per nulla”, ha detto Paolo Siniscalchi, uno degli avvocati di Elkann, secondo cui tutti i comportamenti contestati erano leciti. Ma sul Fatto abbiamo raccontato le copiose motivazioni di Margherita, e anche fatto una rassegna di tutto quello che non torna negli atti di passaggio della società Exor a John Elkann. Al fondo della questione c’è il tema della residenza di Marella, asserita in Svizzera ma secondo diversi documenti realmente sfruttata tra Italia e Marocco, e che sulla residenza di Marella si basa l’attuale architettura di proprietà della holding di famiglia, che quindi potrebbe anche stravolgersi nel caso le indagini dimostrassero il contrario. Proprio su materiale informatico sequestrato, la procura ha fatto sapere oggi che procederà con accertamenti tecnici irripetibili, nei prossimi giorni. Sul Fatto di domani leggerete altri nuovi elementi sull’origine dei 900 milioni di euro del patrimonio offshore della famiglia. LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE Ilaria Salis, il ministro ungherese: “Sorprendenti le interferenze italiane, spero riceva la meritata punizione”. L’insegnante italiana è detenuta nelle carceri di Budapest da oltre un anno. La procura ungherese ha chiesto una pena di 11 anni per aver partecipato, l’11 febbraio 2023, agli scontri con i neonazisti europei. Il titolare degli esteri nel governo di Orban, Péter Szijjártó, oggi ha incontrato Tajani e su X ha detto la sua: “Spero sinceramente che questa signora riceva la meritata punizione in Ungheria”. Archiviata l’inchiesta su Iuventa: “il fatto non costituisce reato”. A 7 anni dall’inizio della vicenda giudiziaria, la Procura di Trapani ha chiesto il non luogo a procedere per l’equipaggio della nave Iuventa, perché il fatto non costituisce reato. I volontari dell’imbarcazione della ong tedesca Jugend Rettet erano accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Quella vicenda consacrò nel dibattito politico l’espressione “taxi del mare”. Chiesto anche il dissequestro dell’imbarcazione. Rubati i piani della sicurezza sulle Olimpiadi di Parigi. Una vicenda di grave disattenzione da parte di un funzionario, per come è raccontata dai media francesi. Un ingegnere del Comune di Parigi ha lasciato una borsa con computer e chiavette nella cappelliera sopra il suo posto su un vagone del treno, e al momento di scendere alla stazione di Gare du Nord si è accorto che il bagaglio era stato rubato. Mondiali di Atletica 2027, l’Italia ritira la candidatura di Roma. Dopo 50 anni dall’ultima edizione italiana, la Capitale era favorita per aggiudicarsi la competizione. Eppure, la federazione italiana di atletica leggera ha comunicato il ritiro della candidatura. Il motivo? Il governo non ha offerto la garanzia sulla copertura dei costi: circa 85 milioni di euro più gli investimenti infrastrutturali. |
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