Nella newsletter Fatto for Future di questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Elisabetta Ambrosi entra nel cuore della transizione energetica mostrandone il lato più oscuro: dialogando con il presidente di Amnesty International Riccardo Noury mette a fuoco il problema delle violazioni dei diritti umani e del lavoro implicati nell’estrazione delle terre rare (vedi il litio) e nella produzione di batterie nei Paesi del sud del mondo. In Francia, Luana De Micco racconta la lotta di alcuni ambientalisti che, per difendere un bosco che rischia di essere abbattuto per la costruzione di una nuova autostrada, hanno deciso di accamparsi e dormire sulle cime degli alberi. La polizia non ha fatto loro sconti. Come del resto è accaduto con gli studenti che hanno manifestato per il cessate il fuoco a Gaza venerdì scorso a Pisa e Firenze. I Teachers For Future Italia pubblicano per noi una lettera contro la repressione degli studenti. Anche Azione contro la Fame richiama l’attenzione su una grave crisi di siccità che sta affliggendo l’Afghanistan e aggrava le già numerose difficoltà che la popolazione del Paese è costretta a vivere, mettendo a rischio la sussistenza soprattutto dei bambini. Infine, la rubrica Verdi si diventa ci presenta una serie di consigli per evitare l’inquinamento atmosferico. Da leggere per chi vive in una grande città, ma non solo. Buona lettura
Noury (Amnesty): “Transizione? Le batterie per l’auto sono sporche del sangue dei minatori”di Elisabetta Ambrosi “Ancora oggi nessuno è in grado di garantire che una batteria di un’auto elettrica sia prodotta senza violazione dei diritti umani. Per l’acquirente che è in buona fede questo può essere anche scioccante, perché pensa di fare una scelta ecologica e giusta per poi scoprire che, magari, per quella scelta si sono ammalati o sono morti dei bambini”. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, punta il dito su un tema scomodo e conflittuale, quello dei costi umani della transizione. E aggiunge: “È vero, il 10 luglio scorso il Consiglio europeo, anche sulla spinta di Amnesty, ha varato il nuovo regolamento per rendere le batterie più sostenibili – puntando sull’economia circolare, sul contrasto del lavoro minorile e introducendo una sorta di passaporto della batteria– ma ancora si tratta di una decisione che sta sulla carta, bisogna vedere come verrà adottata. E comunque bisogna agire ancora di più sulla trasparenza della filiera e sulla coscienza dei consumatori, un po’ come facemmo negli anni Novanta per i diamanti”. (continua a leggere)
Il libroLavoro d’orizzonte. Ai confini della conoscenza nel vortice del cambiamento climaticoDeriveApprodi editore , euro 20, pagine 224 di Adriana Petryna Con il continuo aumento delle emissioni di anidride carbonica, i fragili ecosistemi della Terra diventano sempre più instabili e imprevedibili. L’autrice dialoga con gli scienziati dell’ambiente che stanno rivedendo i propri modelli di previsione, perché basati su condizioni che non esistono più. Racconta le storie dei vigili del fuoco che non possono più contare sulla memoria degli incendi precedenti per valutare il comportamento di quelli futuri. Il volume analizza i motivi per cui il cambiamento climatico sta sconvolgendo le nostre capacità predittive, che si scontrano con i pericoli di un’emergenza permanente. Adriana Petryna è docente di antropologia alla University of Pennsylvania. È autrice di volumi che hanno ricevuto vari premi. |
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