martedì 4 aprile 2017

Non siamo un Paese per sordi È lo Stato quello che non sen

RIFERIMENTO IN ITALIA
L’istituto per Sordi di Roma
è per legge un “ente finalizzato
al supporto dell’a ut o n o m i a
delle istituzioni scolastiche”
Il ministero ha stanziato
sei milioni di euro, ma in 20
anni non è arrivato nulla
Ci lavorano
ventidue
persone
e sono
senza
stipendio
da due mesi
Non sono
lavora tori
dipendenti
ma
Co.co.co.,
alcuni
addirittura
da 15 anni
Se non si
inter viene
con
urgenza,
tra pochi
mesi tutte
le attività
chiudera nno
E adesso,
pensateci,
in questa
storia qual
è la vera
sordità? » SILVIA D’ONGHIA
mmaginate di trovarvi da soli
in un Paese straniero, la cui
lingua vi è sconosciuta e, peggio,
neanche sonoramente assimilabile
all’italiano. Immaginate
di dover ricevere informazioni
in quella lingua su
come pagare una bolletta o
sulla terapia da seguire per
curare una patologia. Immaginate
di dover assistere a una
lezione scolastica in quella
lingua, con l’insegnante che –
da par suo –non conosce la vostra
e non può tradurre per
voi. Immaginate, infine, di accendere
la televisione e di
sentirvi tagliati fuori dal mondo
perché, al di là delle immagini
che scorrono sullo schermo,
non avete idea di quello
che lo speaker sta dicendo.
Ecco, adesso potete (minimamente)
comprendere ciò che
le persone sorde vivono ogni
giorno, non in vacanza ma per
tutta la vita, nel Paese in cui
sono nate e che, anzichè tutelarle,
non mette loro a disposizione
il minimo strumento
d’integrazione. Anzi, quello
che c’è, ed è pubblico, rischia
di farlo chiudere.

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