Mia nonna era di Reggio Calabria e mi ha spesso raccontato del grande terremoto di Messina, nel 1908, che lei si ricordava per averlo vissuto da bambina. E mi raccontava del “tempo da terremoto”; ovvero di come prima del terremoto c’erano state a Messina delle giornate calde e umide che sarebbero caratteristiche dei terremoti. Questa è una delle tante leggende che girano sui terremoti, un’altra è quella che gli animali potrebbero in qualche modo “sentire” i terremoti prima che si verifichino.
Bene, a proposito di uno degli ultimi terremoti, quello che ha colpito Marche e Umbria pochi giorni fa, mi ricordo che ero seduto in poltrona, a casa mia quando si è sentita la scossa; debole dalle mie parti, vicino a Firenze, ma percepibile. Ed era, in effetti, una giornata calda e umida in modo anomalo. Per un attimo, è stato come se il fantasma di mia nonna mi fosse apparso davanti, dicendomi “hai visto che avevo ragione? Era tempo da terremoto”. Di questa idea, il “tempo da terremoti” si è poi letto anche sui giornali.
Però, per quanto riguarda l’altra leggenda, quella che riguarda gli animali che sentono i terremoti, le cose sono andate in modo un po’ diverso, anzi parecchio diverso. Il giorno della scossa, il mio cane stava dormendo in santa pace sul tappeto davanti a me, senza dare neanche la minima indicazione che si aspettasse qualcosa di strano. Quando è arrivata la scossa, si è svegliata (è una femmina di nome Gea) è mi ha guardato, preoccupata; come se dicesse, “ma che diavolo succede?”, poi si è rimessa a dormire, tranquilla. Non mi risulta che ci sia stata una particolare inquietudine degli animali prima di questo e altri terremoti.
Quindi, ci sono tante leggende che girano sui terremoti ma, come sempre, nessuna prova che abbiano qualcosa a che vedere con la realtà. Alle volte, qualcuno viene fuori con qualche idea un po’ più scientifica, come quando il geologo Giampaolo Giuliani sostene che lo si possa fare studiando le emissioni di un gas radioattivo, il radon. Sarebbe bello se lo si potesse fare ma, in pratica, non sembra proprio.
Allora, cosa sappiamo veramente dei terremoti? Beh, qualcosa perlomeno la sappiamo: una è dove si verificano. Sappiamo che certe zone sono a rischio, mentre altre sono tranquille. In particolare, dalle nostre parti i terremoti sono causati da delle “faglie”, ovvero delle zone dove i movimenti della crosta terrestre creano uno stress meccanico che si accumula e che, prima o poi, deve essere rilasciato. Poi, sappiamo anche che i terremoti sono cose che chiamiamo fenomeni “critici”, ovvero eventi che non avvengono gradualmente ma all’improvviso. Sono dei cambiamenti bruschi tipici dei sistemi detti “complessi”. C’è tanto lavoro teorico su questi sistemi e si comincia a saperne qualcosa ma non si riesce a prevedere quando un fenomeno critico si verificherà.
Alla fine dei conti, l’unica cosa che riusciamo a dire con una certa sicurezza è quanto un terremoto grande è meno probabile di un terremoto piccolo. In altre parole, conosciamo abbastanza bene la distribuzione delle probabilità di un terremoto di una certa grandezza. E’ una legge proposta nel 1956 col nome di “legge di Gutenberg-Richter”. In tempi abbastanza recenti, ci siamo accorti che è un tipo di legge che va sotto il nome di “legge di potenza” (niente a che vedere con la città di Potenza) oppure anche come “distribuzione di Pareto” (dal nome del matematico Wilfredo Pareto che ha studiato queste leggi verso la fine dell’800). Fra le altre cose, la legge ci dice che non esiste niente che potremmo definire come un “terremoto medio” ovvero una dimensione particolarmente probabile. La distribuzione è continua, con i terremoti più grandi sempre meno probabili, ma mai impossibili. Curiosamente, la legge che descrive la frequenza dei terremoti è dello stesso tipo di altre leggi che descrivono fenomeni completamente diversi, come la distribuzione dei redditi in un sistema economico, oppure la distribuzione delle masse dei meteoriti che arrivano sulla terra, o la distribuzione delle grandezze delle città in una certa regione.
Ora, tutto questo va preso con attenzione, perché quando si parla di fenomeni critici le leggi sono approssimate e c’è sempre la possibilità di eventi fuori della distribuzione. Alle volte, questi eventi particolarmente intensi vengono chiamati “re dragoni” da un termine proposto da Didier Sornette. Ma, anche senza re dragoni, eventi che stanno bene dentro la distribuzione possono causare grossi danni, come si è visto negli ultimi casi di terremoti in Italia.
Allora, quello che ci dice la distribuzione di Pareto è che i terremoti possono essere grandi o piccoli e che sono più spesso piccoli che grandi. Ma ti dice anche che, prima o poi, ti deve arrivare addosso un terremoto grande. Quindi, difendersi dai terremoti non si può basare su impossibili tentativi di prevederli in anticipo. Richiede invece un po’ di buon senso e costruire in modo da essere preparati per quando arrivano. di Ugo Bardi | 28 ottobre 2016 http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/28/terremoti-e-davvero-possibile-prevederli/3127812/
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