mercoledì 1 luglio 2015
Ilva, incidenti e inquinamento: è Taranto la vera emergenza
Ma è a Taranto la vera emergenza
IL 12 GIUGNO l'operaio 35enne Alessandro Morricella è stato
ucciso da schizzi di ghisa incandescente dell'altoforno 2 dell'Ilva.
La magistratura di Taranto ha messo sotto sequestro l'impianto,
nonostante l'azienda sostenesse che si fosse trattato solo di
errore umano (curiosa teoria, come
definire sicuro un altoforno se non è a
prova di errore umano?). L'altoforno
5 e l'1 sono in manutenzione,
funziona solo il 4, troppo poco per far
andare avanti la produzione. Dopo tre
anni di tormento l'Ilva di Taranto è
nuovamente di fronte a una strettoia
decisiva. Lo stesso Giorgio Squinzi
(Confindustria) ha detto parole
rassegnate: “Tra quello che sarebbe
stato auspicabile e quello che si può
attualmente realizzare nei fatti c'è un
pò di distanza”. Il neo governatore
della Puglia, Michele Emiliano, parla in modo più netto del
predecessore Nichi Vendola: “Se l’Ilva uccide è chiaro che va
chiusa. Abbiamo poteri rilevanti in questa materia, sia di
carattere istruttorio sia decisorio, e intendiamo utilizzarli”.
L'azienda è ormai di fatto nazionalizzata, ma l'azione per il
risanamento e il rilancio ristagna. E il ministro dello Sviluppo
economico Federica Guidi, che gestisce il dossier, ieri ha
confermato che si naviga a vista: “Il governo sta seguendo con la
massima attenzione gli sviluppi della vicenda”. il fatto quotidiano 1 luglio 2015
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