Con un semplice apparecchio per misurare la pressione si potrebbero ridurre alcune delle possibili complicanze (ictus) di delicati interventi chirurgici contro le aritmie. L’idea è stata sviluppata al Policlinico Gemelli di Roma e consiste nel gonfiare e sgonfiare per tre volte il manicotto dell’apparecchio sul braccio del paziente prima dell’intervento. La sperimentazione è stata pubblicata e premiata dalla rivista Circulation. Sulla base di molte prove sperimentali su animali, e anche osservando alcune persone reduci da infarto con una prognosi insolitamente favorevole, i cardiologi hanno intuito che provocando piccole ischemie (blocco temporaneo di un vaso) ripetute a livello periferico (sui vasi del braccio cui si applica l’apparecchio della pressione) si può evitare un evento detto ‘attivazione piastrinicà, che può pregiudicare l’esito di delicati interventi per rimuovere cellule cardiache responsabili di un’aritmia. «Nello studio che ha coinvolto 19 pazienti – spiega Gaetano Lanza – dimostriamo che, applicando prima della chirurgia contro le aritmie (ablazione con le radiofrequenze) il cosiddetto ‘precondizionamento ischemico remotò (3 brevi episodi di ischemia dell’avambraccio a distanza di 5 minuti, ottenuti gonfiando il bracciale dell’apparecchio della pressione in modo da impedire il flusso sanguigno), possiamo ridurre significativamente l’attivazione e l’incremento della reattività delle piastrine che si verificano durante l’intervento» e che in alcuni casi possono provocare un ictus legato alla procedura chirurgica. http://www.latina24ore.it/lazio/89177/un-apparecchio-per-evitare-gli-ictus
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