martedì 14 maggio 2013
marcia per acqua, aria e terra ad Assisi - ministero dell'ambiente inutile crea poltrone e incarichi contro la natura, meglio abolirlo?
mani di cemento sul ministero dell'ambiente palazzi di Paolo Berlusconi
Mani di cemento
sull’Ambiente POLTRO NE
BIPARTISAN: IL
SOTTOSEGRETA RIO
HA VOLUTO I
PALAZZI DI PAOLO
BERLUSCONI. IL
MINISTRO NON SI
È MAI OCCUPATO
DI ECOLOGIA.
IN COMMISSIONE
AMICI
DEL MATTONE La popolazione
di Basiglio è calata,
il 10% delle case sono
vuote”, dicono i comitati
degli abitanti, ma l’allora
sindaco Cirillo diede il via
libera a un mega progetto
del fratello del Cavaliere.
E oggi è numero due
del ministero, in quota Pdl il fatto quotidiano 13 maggio 2013 Noi siamo per
la conservazione
attiva del territorio”,
dice Massimo Caleo,
capogruppo Pd alla
commissione Ambiente
del Senato e sponsor
del porticciolo della
Marinella, mille posti
da realizzare con Mps . di Davide Milosa
e Ferruccio Sansa
Noi siamo per la conservazione
attiva del
territorio". La chiamava
così Massimo
Caleo (Pd), allora sindaco di
Sarzana. Erano i giorni dell'alluvione
in Liguria. Che cosa intendesse
Caleo era presto detto:
il progetto della Marinella, un
mega-porticciolo da quasi mille
posti barca, 750 residenze, 200
esercizi commerciali, 25 stabilimenti
balneari. Proprio alle foci
del fiume Magra che provoca alluvioni
un anno sì e l'altro pure.
Un'operazione da centinaia di
milioni che vede impegnato il
Monte dei Paschi di Siena, la
banca rossa. Nel cda della società
sedeva in passato il cassiere
della campagna elettorale del
Governatore della Liguria,
Claudio Burlando. Una conservazione
“molto attiva”. Caleo è
stato promosso senatore e, pochi
giorni fa, capogruppo Pd alla
commissione Ambiente del Senato.
Caleo è soltanto l'ultimo tassello
della politica ambientale della
nuova maggioranza grandi intese.
Roba da far rimpiangere
quasi tutti i governi precedenti.
Il Pd ha chiesto il ministero dell'Ambiente
a Enrico Letta e l'ha
ottenuto. Qualcuno forse si
aspettava che sull'importante
poltrona arrivassero persone
che hanno dedicato la vita alla
tutela dell'ambiente come Salvatore
Settis. O, magari, un ex
deputato come Roberto Della
Seta che ha combattuto per salvare
Taranto dai fumi dell'Ilva
incappando nell'ira della famiglia
Riva. Macchè, Della Seta,
anzi, è stato trombato. Nemmeno
lo hanno ricandidato al Parlamento.
Nella sede del ministero è arrivato
invece lo spezzino Orlando:
43 anni, un funzionario di partito sveglio, che il Pd ha
mandato a sbrogliare matasse molto aggrovigliate, come lo
sfacelo dopo le primarie di Napoli vinte da De Magistris. Ma
nel curriculum di Orlando ci sono altre cose. E soprattutto,
hanno notato i critici, ne mancano: non si è mai occupato di
ambiente. Non solo: in Liguria e alla Spezia in particolare, il
Pd di cui Orlando era uomo forte si è fatto promotore di operazioni
devastanti per il territorio. L'elenco è lungo: tanto per
cominciare, si è detto, il porto della Marinella. Poi il faraonico
progetto da 250 milioni del nuovo Waterfront della città. Racconta
Stefano Sarti di Legambiente: “Due torri per alberghi,
spazi commerciali, centro congressi, uffici, residenze e mega-
parcheggio. Si chiama progetto waterfront, doveva risanare
il lungomare, rischia di essere l’ennesima colata di cemento”.
Orlando dichiarò: "Penso che l’impianto e gli obiettivi
progettuali siano convincenti, ma che vi siano alcune soluzioni
architettoniche su cui è utile un approfondimento".
Un'operazione benedetta da centrosinistra, centrodestra e
banche. La gara per il progetto non è ancora fatta, ma esiste già
la società Waterfront. Tra i soci una società lussemburghese –
controllata da fondi panamensi e delle Isole Vergini – ricon -
ducibile a Gabriele Volpi, Berlusconi in salsa ligure diventato
ricco con il petrolio nigeriano. Di lui, dei suoi affari, si è occupato
anche il Senato americano in un dossier non proprio
edificante. Ma nel cda della Waterfront siede anche Andrea
Corradino, avvocato e fedelissimo di Luigi Grillo, ambasciatore
di Berlusconi nel mondo bancario e nel centrodestra ligure.
Insomma, un'operazione bipartisan. Orlando non è mai
stato troppo critico nei confronti dell'amore del centrosinistra
ligure per il mattone, che ha portato a realizzare decine di
porticcioli con annesso cemento per decine di milioni di metri
cubi.
C'è chi ricorda una proposta di legge che Orlando ha presentato
in materia di bonifica dei corsi d'acqua. In pratica, per
ovviare alla cronica mancanza di fondi, si prevede che le imprese
possano vendere la metà del materiale recuperato dalle
escavazioni dei fiumi per pagare i lavori. "Il fine di questa
proposta di legge – è scritto nel disegno di legge – è consentire
la rimozione del materiale e di ripristinare i corsi d'acqua,
prevedendo un meccanismo che garantisca la piena tutela del
territorio e che eviti qualsiasi tipo di speculazione".
Tutto bene? No, almeno secondo gli ambientalisti. Spiega
Alessandro Poletti di Legambiente: "Così si rischia che i comuni
vendano letteralmente i loro fiumi per fare cassa. Che si
scavi molto più del dovuto. Senza contare che escavare i fiumi
non riduce il rischio di alluvioni, ma anzi talvolta le provoca".
Ma se Orlando non si è occupato di ambiente, al ministero c'è
chi invece lo ha fatto. "Purtroppo", sostengono gli abitanti di
Basiglio, comune dove è stato sindaco Marco Flavio Cirillo,
neo sottosegretario del governo Letta.
Nel curriculum ci sono una speculazione tutta berlusconiana
da 300mila metri cubi di cemento per un utile di 150 milioni e
una battaglia senza frontiera contro l'Area C voluta dal Comune
di Milano per ridurre l'inquinamento (con l’ipotesi di
una class action contro la congestion charge). Queste le due
carte che Cirillo porta in dote al governo Letta. Laurea in sociologia,
consulente di marketing, Cirillo nasce in Forza Italia
e cresce nel Pdl. Nel 2003 si candida a sindaco di Basiglio,
comune a sud di Milano, sulla cui area Silvio Berlusconi ha costruito Milano 3. Cirillo sbanca le
urne. Nel 2008 si ricandida e vince. Nel
Pdl trova consensi e nel 2012 è in lizza
per diventare coordinatore provinciale.
Perderà a favore del larussiano Sandro
Sisler. Poco male. Cirillo torna a
occuparsi dell'amministrazione del
suo comune e del nuovo Piano del governo
del territorio. Un documento
decisivo per rimodulare gli assetti urbanistici
dell'area di Basiglio. C'è da
tutelare l'ambiente, ma anche da dare
spazio alle richieste di vecchi e nuovi
costruttori. Cirillo apre le porte all'ennesima
speculazione che si svilupperà
tra un campo da golf e un laghetto. Ai
nastri di partenza ci sono l’Immobi -
liare Leonardo e la Green Oasis. La
prima è partecipata al 100% dalla Finsec,
srl di Paolo Berlusconi (95%) e
della figlia Alessia (5%). Declinazione
berlusconiana anche per la Green Oasis
che rileva le quote della In House srl
(già titolare dei terreni). La società è
partecipata per il 30% dalla Deb Holding creata da Daniel
Buaron, il quale con la sua First Atlantic (poi Idea Fimit), pur
non indagato, comparirà nell’inchiesta sull’Enpam (Istituto
di assistenza previdenziale dei medici), per alcune compravendite
di immobili. In Deb Holding compare anche Maurizio
Carfagna, consigliere della Banca Mediolanum di Ennio
Doris e di Molmed, azienda specializzata nelle ricerca nucleare.
Tra i soci di Molmed troviamo Fininvest, San Raffaele
di don Luigi Verzé e Marina Del Bue, il cui fratello Paolo è tra
i fondatori di Arner, la banca d’affari accusata dalla Procura di
Milano di aver gestito i fondi neri della stessa Fininvest. Il Pgt
di Basiglio vola. Di contorno, nel 2011 Cirillo affida una con- sulenza urbanistica ad Antonino
Brambilla, che da lì a un anno (2012)
sarà arrestato per corruzione assieme
a Massimo Ponzoni, all'epoca delfino
di Roberto Formigoni.
Il business plan passa. E questo nonostante
l'Associazione per il Parco
sud Milano e il Comitato cittadino
per il territorio di Basiglio facciano
strenua opposizione: “La popolazione
è in diminuzione, oltretutto il 10%
delle case presenti risultano vuote”. Il
regolamento del comune prevede la
possibilità di indire un referendum.
Quorum raggiunto in pochi giorni. Si
voterà. Ma solo sulla carta. Perché,
rientrati dalle vacanze, i comitati si
trovano ingarbugliati in una melina
burocratica. Il 28 novembre il Pgt viene
approvato. La giunta di Cirillo delibera
la colata di cemento. La famiglia
Berlusconi ringrazia. Il referendum
può aspettare. Tanto più che tra
pochi giorni a Basiglio si vota. Cirillo
non ci sarà. Ma il Pdl resta favorito.
Dal consulente di marketing Cirillo, al dentista Giuseppe
Francesco Maria Marinello, fresco presidente della Commissione
Ambiente del Senato. Siciliano di Sciacca, Marinello per
il suo esordio politico sceglie Forza Italia, poi passa al Pdl.
Quindi l'ultima tornata elettorale lo promuove a palazzo Madama.
Carriera veloce all'ombra di Angelino Alfano e Renato
Schifani. Marinello in Parlamento si spende più per l'ippica
che per l'ambiente. É, invece, grande sponsor della mega speculazione
in contrada Verdura: la costruzione un campo da
golf e di un lussuoso resort realizzati dalla Sir Rocco Forte and
Family Spa. Il curriculum giusto per tutelare l’ambiente.
ministero dell'ambiente delle seggiole per Mauro Corona meglio abolirlo
Il j’accuse di Mauro Corona
Ministero delle seggiole
Sarebbe meglio ab o l i r l o Cecità politica w Si blocca l'acqua dei torrenti,
che è il bene più importante, anche da vedere.
Perché dimenticano che c'è un patrimonio
psicofisico, quella sensazione che si prova
quando si ascoltano Mozart o Beethoven Azienda verde w Occorre capire che l'ambiente
non è una fabbrica che si rinnovi da sola.
Che, come diceva anche il vecchio Rigoni Stern,
enorme scrittore, il bosco lo si deve lavorare,
lo si deve sfruttare: è la nostra ricchezza I palazzi romani
che si occupano
di ambiente dovrebbero
chiudere. Non servono
a niente. Tengono i posti
al caldo senza muovere
un dito. Vengano qui
nelle valli a vedere,
poi ne riparliamo” Il fatto quotidiano 13 maggio 2013 di Mauro Corona
L’ambiente è tutto ciò di cui non si
occupa il ministro dell'Ambiente.
Soprattutto là, dove c'è ancora un
patrimonio naturale integro, ma
mancano i servizi. Quassù, nella Valcellina,
manca tutto, eppure le istituzioni permettono
furti di ghiaia. Una vera mafia dell'oro bianco:
con la scusa delle esondazioni non sistemano le
strade, ma fanno prelevare la ghiaia. Stessa cosa
con l'acqua. Abbiamo vinto un referendum,
ma si continua comunque a concedere
le centraline ai privati. E ancora: si
blocca l'acqua dei torrenti, che è il bene
più importante, anche da vedere. Perché il
ministro dimentica anche che c'è un patrimonio
psicofisico dell'occhio, che è lo
stesso occhio di quando si ascolta una sonata
di Mozart o di Beethoven. E abbiamo
bisogno anche di quello, altrimenti andiamo
avanti tutta la vita lavorando e mangiando
escrementi senza godere di nulla.
Quindi il patrimonio è sì ambientale, ma anche
fatto di servizi, perché se si va a vedere un tramonto
e ci si siede su un forcone, quel tramonto
non lo si ama più. Si ha tutta un'altra visione, un
altro sapore. Noi abbiamo patrimoni di ambiente
che vengono tassativamente massacrati. A
volte sotto l'egida dell'Unesco, a volte sotto quella
dei Beni Culturali, a volte sotto l'egida di questo
ministro dell'Ambiente (questo ma anche
quelli precedenti, dato che uno vale l'altro). Non
hanno alcuna idea di ciò che bisogna risparmiare
e di ciò su cui invece bisogna investire. Occorre
capire che l'ambiente è una fabbrica che si
rinnova da sola. Lo diceva anche il vecchio Mario
Rigoni Stern, mio carissimo amico ed enorme
scrittore. Diceva che il bosco, ad esempio, lo
si deve lavorare, lo si deve sfruttare. Perché lì,
dove si è tagliato 15 anni prima, si riformerà di
nuovo il legname, senza investire nulla. Ricresce
da solo. Invece, le istituzioni permettono lo
scempio dei boschi, quello portato avanti da famigerati
boscaioli, che tirano giù dieci o dodici
camion di legname al giorno. Oppure, ancora
peggio, lo lasciano incolto. Ad esempio, siamo
invasi da boschi abbandonati con alberi rachitici,
striminziti. Perché un faggio non può crescere
assieme ad altri venti. Va liberato, per fargli
tirare il fiato. Di venti faggi cresciuti in cespuglio
quindi, bisogna lasciarne otto o nove.
L'ambiente può dare il massimo del suo frutto, il
massimo della resa, recuperandosi da sé. E questo
è importantissimo, perché un prodotto come
il legno è fondamentale. C'è chi l'ha capito.
L'architetto Renzo Piano, ad esempio, ha scoperto
quello che i boscaioli e i montanari sanno
da sempre. Ossia che il legname dura più del
cemento. Per questo ha cominciato a usare il
legno per i suoi progetti.
L'ambiente poi è anche pastorizia. Noi qui, ad
esempio, abbiamo un parco (non mi piace molto
parlare sempre di noi, ma devo farlo perché
stiamo soffocando nell'ambiente incolto) dove
hanno vietato il pascolo alle greggi. A Longarone
per far passare il Giro d'Italia hanno bloccato
per giorni la transumanza delle pecore: le
cacche delle pecore sporcavano la strada e davano
fastidio alle bici. Ma è mostruoso, perché la
transumanza è una cosa che avviene da secoli. Le
pecore brucano e lasciano escrementi che concimano
la terra.
Bisogna poi recuperare i vecchi lavori. Perché ai
ragazzi non si insegna il lavoro del bosco (qui ce
ne sono di immensi)? Perché non gli permettiamo
di recuperare la manualità, facendo sentieri,
lavorando la legna, per poi magari vendere
il ricavato alle cooperative? In questo modo si
potrebbe avere un occhio attento all'ambiente.
Dobbiamo capire che l'ambiente è una fabbrica
a getto continuo. Che non si sfrutta con gli impianti
di sci, dove si ruba e si spreca acqua per la
neve artificiale. Ma investendo in altro, come
percorsi per bambini, dove portare le scolaresche
in gita, e insegnare loro le diverse specie di
alberi, la loro carta d'identità, dove la corteccia è
il viso e le foglie i capelli. Allora perché non facciamo
percorsi per i bambini e i loro genitori? La
mancanza di strade e sentieri è gravissima. Siamo
isolati in una valle che il grande scrittore
Carlo Sgorlon definì l'ultima valle, l'ultimo tesoro.
Siamo isolati. Perché, ad esempio, non costruiscono
duecento metri di sopraelevata che
risolverebbe tutti i problemi quando i torrenti,
con le piogge, scappano dall'alveo? Perché? Perché
se la fanno, poi non hanno più la scusa per
rubare quell'oro bianco che è la ghiaia. Venga
qui il ministro dell'Ambiente, gli facciamo vedere
noi cosa siamo diventati. Non vengono fatti
i servizi per mantenere l'ambiente incontaminato
e i paesi si spopolano. Qui è tutto proibito,
anche toccare una pianta. Non si può fare una
strada, non si può fare niente, perché è tutto protetto.
Ma così è peggio, si rischia di lasciarci soffocare
sotto il peso dell'abbandono. Poi tanto là
dove si vuole, si fanno ruberie dell'ambiente e
stragi. In una zona della val Gardena, per citare
un caso, c'è un sindaco che vuole ridisegnare e
retrocedere i confini decisi dall'Unesco, così da
riuscire a costruire un impianto di risalita nuovo.
Allora quanto valgono queste istituzioni?
Quanto vale l'Unesco?
Aveva ragione il grande scrittore, Jean Giono,
l'uomo che piantava gli alberi: il vero bisogno sta
nelle piccole valli, dove ci si può chiamare da una
costa all'altra. Qui non abbiamo servizi, non abbiamo
negozi alimentari di frutta e verdura.
Non abbiamo un tabacchi, una macelleria, e non
abbiamo un'edicola. Eppure si vive anche di
giornali, è inutile dire di no: serve anche leggere
i quotidiani, visto che siamo tra le nazioni che
leggono meno. Allora se l'ambiente fosse gestito
da uno che sa come cavare un albero, che sa
quando tagliarlo, e come sfruttarlo, si salverebbe
questo patrimonio immenso, creando anche dei
posti di lavoro. E invece si dedicano solo alle
chiacchiere e alla cementificazione. Pensano a
costruire ponti, autostrade, impianti di risalita,
seggiovie e funivie, invece di incentivare il camminare
e fare dei progetti per dei percorsi a piedi.
Dove sono le istituzioni? Dov'è questo governo?
Lo dico a Letta, non vada a rinchiudersi in un
convento a fare il frate, venga invece a vedere i
problemi reali della gente. La Valcellina è tempestata
di tir che rubano la ghiaia e li fanno passare
da una strada del 1901. La domenica siamo
bombardati dalle gare motociclistiche - perché
pare che la Valcellina, da Longarone a Montereale,
sia la più bella pista d'Europa - e nessuno ti
protegge da un inquinamento acustico mostruoso.
Il ministero dell'Ambiente, a questo punto andrebbe
abolito, perché non esiste, non serve a
niente. È popolato da seggiolai. Anzi nemmeno,
visto che qui i seggiolai impagliavano
le sedie, loro invece le sedie le scaldano e
basta. E l'Unesco è una patacca fasulla, farebbe
bene a riprendersi il suo marchio
che è vilipeso tutti i giorni. Mi secca fare la
parte del grillesco, ma è così e lo è sempre
stato.
Qui il paese di Erto non esiste più. Cinquant'anni
fa hanno ammazzato duemila persone.
Un genocidio. E quel 9 ottobre 1963 i telegiornali
nazionali non hanno detto una parola, nemmeno
di 3 secondi, mentre venivano uccise migliaia
persone. Anche quello era ambiente. Lo
scriveva Jorge Luis Borges: nell'ambiente ci vive
l'uomo. E il vescovo George Berkeley: la mela
non si può gustare da sola, perché ci vuole la
mela e il palato che la gusta. Quindi l'uomo deve
essere il palato che gusta questo ambiente, che
gusta la natura. Ma deve trovarla buona la mela,
ancora tutta intera. Invece la troviamo marcita,
per l'incapacità di avere idee.
E non è che il ministero faccia di tutto per deturpare
l'ambiente, semplicemente non ha idee.
Quelle idee che dovrebbero provenire da chi
l'ambiente lo vive. Ecco perché mi schiero contro
la Tav, perché non si tratta solo di danneggiare
l'ambiente ma anche l'anima di chi vive lì
da secoli. Loro, gli abitanti della Val di Susa,
hanno paura di veder la loro terra sconvolta, così
come è stato fatto qui nel Vajont. La gente dovrebbe
scendere in piazza non con i fucili, ma
con le zappe. In tempo di crisi, in cui non si possono
vendere scarpe, né vestiti, né occhiali, né
automobili, bisogna tornare al bene primario: la
legna per scaldarsi, il cibo per nutrirsi. Questo si
deve vendere. Ed è l' ambiente che ti dà il cibo e il
legno. Sarà la terra a darci i prodotti. Partiamo
da lì. Impariamo a procurarci il cibo e a sfruttare
i boschi. Saremo salvi e con un sacco di tempo
libero. E la terra tornerà a fiorire e sorridere.
testo raccolto da Emiliano Liuzzi
chi è Mauro Corona Chi è
UN UOMO DI DOLOMITE
Mauro Corona è nato nel 1950 e vive nella
sua Erto (Pordenone), a due passi dal
Vajont. É scrittore, alpinista e scultore. È
autore di molti libri che raccontano l’uo -
mo e le montagne. Tra gli altri: “Il volo
della martora”,“Le voci del bosco”,“Fin -
ché il cuculo canta”,“Gocce di resina”,
“La montagna”,“Nel legno e nella piet
ra ”,“Aspro e dolce”,“L’ombra del basto
n e”,“Vajont: quelli del dopo”, “I fantasmi
di pietra”,“Storia di neve”, “La fine
del mondo storto”(premio Bancarella
2011), “La ballata della donna ertana”,
“Venti racconti allegri e uno triste”. L’ul -
tima sua opera è “Confessioni Ultime”.
verdi europei Reinhard Bütikofer non solo di lotta le utopie oggi sono al governo
Verdi, ma non solo di lotta
“Le utopie oggi sono al governo” PARLA REINHARD BÜTIKOFER PORTAVOCE
D E L L’EUROPEAN GREEN PARTY: “IN ITALIA GLI
AMBIENTALISTI SI SONO DISPERSI NEI PARTITI,
OGGI DEVONO RITROVARE UNA CASA UNICA” di Martina Castigliani
Dai movimenti studenteschi degli anni Settanta
fino al parlamento. In Europa esistono
realtà dove i Verdi non vivono relegati
all’opposizione, ma partecipano attivamente al
governo con politiche ecologiste e risultati.
Reinhard Bütikofer, prima di essere membro
del parlamento europeo e portavoce dell’Eu -
ropean Green Party, è stato leader dei Verdi in
Germania. Ora racconta di una storia di alti e
bassi e di un futuro in cui i temi ecologisti dovranno
per volere o per forza entrare nelle
agende dei governi nazionali.
Qual è lo stato di salute dei Verdi in Europa in
questo momento?
Nella vita politica come in quella reale, non va
sempre tutto bene e ci sono periodi più o meno
buoni. Così alcuni partiti europei stanno ottenendo
risultati, altri invece faticano un po’ di
più. La domanda da farsi non è tanto “perché?”,
ma “come facciamo a uscire
da una tale situazione?”. Siamo
una famiglia a livello europeo
e attualmente i problemi
sono uguali per tutti,
dalla crisi economica fino alla
disoccupazione giovanile.
Il punto da capire è che viviamo
nella stessa Europa.
Soluzioni che spesso ignorano
le politiche per l’ambien -
te?
Non ci voleva la crisi economica per vedere che
ci sono governi che considerano l’ecologia una
questione accessoria. Questo non aiuta né gli
stati né le loro economie. È un dato di fatto che
le potenze economiche per mantenere il loro
successo debbano basarsi su innovazione e sostenibilità.
Come sono cambiate le battaglie ambientaliste
nel corso degli anni?
Non c’è dubbio che abbiano subito un’evolu -
zione. Io mi sento di dire che i Verdi europei
sono riusciti in 20\30 anni a influire sull’opi -
nione pubblica di numerosi paesi. Prima le tematiche
verdi erano considerate minori o addirittura
irrilevanti. Lentamente molti attori
europei e politici stanno cominciando a capirne
l’importanza.
Una sensibilità verde che però continua a essere
isolata nel nord Europa?
Bisogna stare attenti a non generalizzare. Nelle
ultime elezioni europee, il partito dei Verdi in
Grecia ha eletto un rappresentante a Bruxelles.
Piano piano abbiamo successi anche a sud.
Non posso negare però che in Germania, Francia
e paesi Scandinavi ci siano per ora più risultati.
Qual è il segreto?
In Germania abbiamo saputo fare buon uso di
alcune caratteristiche dello stato tedesco. A livello
locale, nei singoli lander, siamo riusciti a
entrare nelle amministrazioni e quindi dimostrare
che sappiamo stare al governo e non solo
all’opposizione. E’ stato un passaggio molto
importante perché abbiamo potuto dimostrare
che non solo abbiamo una buona teoria e dei
principi, ma anche che sappiamo metterli in
pratica.
Essere ecologisti e governare tra i compromessi,
come è stato possibile?
Ad esempio siamo riusciti a far partire alcune
politiche che promuovono l’uso delle energie
rinnovabili sul territorio e abbiamo visto come
queste possono creare posti di lavoro. E’ stato
un grande successo e soprattutto ha dato credibilità
a noi come partito agli occhi dei cittadini.
Perché in Italia secondo lei non siamo ancora
riusciti a fare lo stesso?
Esiste il partito dei Verdi in Italia e lo conosco
bene. Parlo spesso con Angelo
Bonelli, il presidente.
Purtroppo non hanno rappresentanti
in parlamento,
ma so che stanno lavorando
duro per le prossime elezioni
europee. Vi osservo molto
dall’estero e secondo me i
Verdi nel vostro Paese sono
deboli a causa delle troppe
divisioni interne.
Cosa consiglia?
Credo che se i Verdi non si disperdessero tra
Sel, Pd o altre forze politiche, il partito potrebbe
tornare ad avere una grande influenza. Di
sicuro i Verdi europei sono pronti a dare tutto
il sostegno necessario perché questo avvenga.
Il futuro è un’Europa verde? E’ ottimista?
Io sono fortemente convinto che l’Europa abbia
bisogno di idee verdi per uscire dalla crisi.
Noi lo chiamiamo un “Green New Deal”. Se le
istituzioni saranno pronte ad ascoltare il nostro
appello e a implementare politiche mirate
alla salvaguardia del nostro pianeta, non posso
che essere ottimista. Il nostro motto è sostenibilità,
non austerità.
ministero ambiente creato a tavolino per sostenere il governo Craxi
FABBRICA DI POLTRONE Il ministero dell’ambiente in Italia ha una
storia molto stravagante. E’ Bettino Craxi che lo istituisce, ma non
perché abbia mai patito per la condizione verde: ha solo la necessità di
creare una poltrona per il Partito liberale che entra nella sua squadra di
governo. E il primo ministro, quando il dicastero è quello dell’Eco l o g i a ,
porta il nome di Alfredo Biondi, la stessa persona (e non l’unica) che
emigrerà con molta naturalezza in Forza Italia.
Una storia da libro italico di quegli anni tutti da bere. Un ministero
creato a tavolino, scorporato da quello Beni culturali, nato anche per
una necessità numerica la volontà del Caf (l’asse Craxi, Andreotti e
Forlani) per sorreggere la prima presidenza del consiglio al Partito
socialista. Bondi non brilla come ministro. E soprattutto i liberali hanno
una neccesità continua di distribuire poltrone: dopo Bondi la reggenza
tocca a Valerio Zanone, massone e numero uno del partito. Quando il
primo agosto del 1986 il ministero dell’Ecologia diventa ministero dell’Ambiente,
tocca a Francesco De Lorenzo, liberale anche lui, negli anni
a seguire potentissimo ministro della sanità. Dura appena un anno e
Craxi, nell’aprile dell’anno successivo non ha più i numeri e nel governo
tornato nella Democrazia cristiana e affidato per la quarta volta nella
storia ad Amintore Fanfani va all’indipendente Mario Pavan.
Fanfani è una scelta di transizione. Tra il 1987 il 1992 si susseguono
quattro governi (Goria, De Mita, Andreotti VI e Andreotti VII) e l’Ambiente
resta sempre nelle mani del socialista Giorgio Ruffolo. Nel periodo
tangentopoli arriva il primo ministro Verde ed è Carlo Ripa di
Meana che poi passa il testimone a un giovanissimo Francesco Rutelli.
Gli anni più recenti, invece, vedono l’allargamento dei poteri del ministero
(delega anche sui porti) e la fa da padrone Altero Matteoli.
Emiliano Liuzzi il fatto quotidiano 13 maggio 2013
“Per l'acqua, l'aria, la terra ed il cibo sani” L’ecologia tra Assisi e Venezia
L’ecologia
tra Assisi
e Venezia
WEEKEND VERDE È la prima marcia con questo nome: “Per l'acqua,
l'aria, la terra ed il cibo sani” e simbolicamente si terrà ad
Assisi, il prossimo 25 maggio. La partenza è prevista alle 15,30 da
S. Maria degli Angeli e l’arrivo in piazza del Comune. La scelta di
Assisi non è casuale perché per i proponenti, il Coordinamento
Nazionale Terre Nostre “No biogas-No biomasse”, Francesco è il
“patrono dell'ecologia”. Tra le adesioni si segnalano quelle di padre
Alex Zanotelli e di Tonino Dall’Olio. L’appuntamento vuole far
crescere “un movimento spontaneo contro tutte le forme di nocività
ambientale e contro l'eolico selvaggio, l'incenerimento in
varie forme dei rifiuti, il persistente massiccio utilizzo di pesticidi”.
Nello stesso fine settimana, a Venezia, si tiene il convegno di
Legambiente “Il clima cambia le città” con l’obiettivo di fare il punto
sulla ricerca e le sperimentazione a livello internazionale sul tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Il convegno vedrà la
presenza di molti tecnici e universitari del settore che si confronteranno
da venerdì 23 maggio fino a domenica. Insieme a loro
il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, l’a ss e ss o re
all’ambiente di Venezia, Gianfranco Bettin, ma anche, nella sua
veste di direttore generale del dicastero, l’ex ministro Corrado
Clini. il fatto quotidiano 13 maggio 2013
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