mercoledì 20 marzo 2013
Parco del Circeo la procura indaga su 25 chioschi e 2 dipendenti
Mare d’inverno da inchiesta
Finiscono sotto le lente della Procura 25 chioschi e due dipendenti comunali
La modifica al Pua
mai passata in Regione
IL NODO
IL mare d’inverno non si può
fare, il Pua di San Felice Circeo
non consente alle strutture di
rimanere montate nel periodo invernale. L’indagine, condotta inizialmente dal Corpo Forestale
dello Stato di Terracina, poi da
Nipaf e Carabinieri e coordinata
dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, ha portato all’accer -
tamento di innumerevoli irregolarità sul litorale di San Felice
Circeo. Le indagini preliminari si
sono concluse nei giorni scorsi ed
in questa settimana si stanno notificando ai diretti interessati gli
avvisi con i capi d’accusa loro
contestati. Nel calderone dell’in -
chiesta, per una serie di reati tra
cui la realizzazione di innovazioni edilizie non autorizzate, sono
finiti quasi tutti gli operatori balneari, circa 25, fatta eccezione
per pochissimi che puntualmente
smontano le proprie strutture a
fine stagione. Oltre a loro, anche
il Presidente del Consiglio comunale del 2003, Antonino Fabrizi,
ed un caposettore che aveva attestato la regolarità tecnica della
deliberazione di Consiglio comunale che aveva tentato di modificare il Pua, la dottoressa Annamaria Ciccarelli Laforgia; a questi, è stato contestato l’a bu s o
d’ufficio. La situazione delle
spiagge di San Felice Circeo ha
attirato l’attenzione del Corpo
Forestale di Terracina, del Nipaf
e dei Carabinieri, e dell’inchiesta
se ne sta occupando il Pm Giuseppe Miliano. Le indagini preliminari si sono oramai concluse,
ma andiamo con ordine. Era il
2003 quando approdò in Consiglio comunale l’idea di modificare il Pua, precedentemente approvato nel 1998 anche con parere
favorevole della Regione Lazio.
Questo Piano d’utilizzazione degli arenili prevedeva lo smontaggio delle strutture, che dovevano
essere montate dal primo di aprile, alla fine della stagione estiva,
per la precisione al 30 settembre.
Nel 2003, il Consiglio comunale
tentò di far restare le strutture sul
demanio anche nel periodo invernale, evitando così che fossero
smontate. Peccato che la deliberazione, approvata dall’assise civica, non sia mai passata in Regione per il relativo parere e che
non sia mai stata neppure espletata una conferenza dei servizi.
Per cui, in sostanza, la modifica
al Pua non ha alcun valore e non
consente ai balneari di mantenere
montate le strutture anche d’in -
verno, come invece viene puntualmente fatto. Ma non solo.
Contestate agli operatori balneari
anche altre violazioni, come il
mancato rispetto dei vincoli paesaggistici, la realizzazione di innovazioni non autorizzate ed ovviamente il mancato smontaggio
delle strutture che insistono sugli
arenili. Eppure si è parlato spesso
dell’assenza di «strutture fisse»
sul lungomare, ma a quanto pare
le cose non stanno proprio così,
visto che molti hanno utilizzato
anche cemento, realizzando
strutture a carattere permanente e
di certo non di facile rimozione.
Tu t t ’altro che infondati, insomma, tutti quei dubbi sul famoso
«mare d’inverno», a lungo ritenuto niente più che un escamotage
per mantenere stabilmente delle
strutture sugli arenili, evitando
così di doverle smontare alla fine
di ogni stagione.
Federico Domenichelli
http://www.latina-oggi.it/read.php?hash=941d1eabd9f43bd64a5b8048762f889b
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento