martedì 2 ottobre 2012
Pontinia centrali come funghi, impianto a biogas a Mazzocchio
Pontinia, Ecologia e territorio invita a monitorare sugli aspetti relativi la sicurezza
Centrali come funghi
Prevista per l’area di Mazzocchiola realizzazione di un impianto a biogas
L’AREA industriale di Mazzocchio è praticamente una calamita per chiunque abbia intenzione di realizzare una centrale. Certo, il territorio si
presta, se si considerano parametri che poco hanno a che
vedere con i nuclei abitati. La
trafila è lunga, e passa per un
progetto turbogas saltato, per
una biomasse in discussione
per qualche pannello fotovoltaico qua e là ed infine c’è anche
la biogas. Un impianto diverso
questo, che mette d’accordo,
«amministrazioni, agricoltori,
confinanti, cittadini, associazioni ambientaliste» come ben
sottolinea il portavoce dell’as -
sociazione Ecologia e Territorio Giorgio Libralato, che però
ha cercato qualche informazione in più. Del resto documentarsi un po’ non fa mai male,
soprattutto rispetto alla realizzazione di un nuovo impianto
che ha già il nulla osta della
Provincia. Di fatto « l'umido
non sarebbe più conferito al
contestato impianto di compostaggio della Sep - commenta
Libralato che ancora non riesce
ad aprire per le varie difficoltà
tecniche ed amministrative secondo le cronache, bensì alla
centrale a biogas, sempre di
Mazzocchio. Ma davvero le
centrali a biogas sono la soluzione?». Le perplessità
d el l’ambientalista starebbero
nel rischio infiammabilità dei
gas, come documentato anche
sul portale dell’a s s o ci a z i o n e
basandosi in parte su inchieste
pubblicate in Germania dove le
centrali biogas vengono realizzate da anni. «Uno dei punti
critici - continua Libralato - è
proprio l'alta infiammabilità
delle sostanze prodotte. Ricordiamo che la centrale a biomasse e quella a turbogas hanno
avuto gli ostacoli maggiori dalla variante urbanistica del comune di Pontinia che assoggetta la realizzazione, modifica,
trasformazione di insediamenti
nuovi o esistenti alla compatibilità con il rischio esistente di
2 impianti soggetti alla direttiva
Seveso». Insomma due centrali
troppo vicine, non ci possono
stare, ma c’è di più. «La nuova
attività - conclude Libralato -
sembra appunto che sia compresa al punto 4 - nell'allegato A
con riferimento (articolo 5,
comma 2)
della direttiva Seveso
dove per gli
impianti a
rischio di
incidente rilevante sono individuati ‘S t ab i l i m e n t i
per la produzione, la
t r as f o rm azione o il
tr att amen to
di gas energetici, per
esempio gas
di petrolio
li qu efa tt o,
gas naturale
liquefatto e
gas naturale di sintesi’». Prima
di conoscere il progetto, in cui
sicuramente sono stati previsti
tutti i parametri per la sicurezza,
si possono solo fare ipotesi o
meglio si più solo invitare chi di
competenza ad accertarsi che
non esistano rischi.
M.S.G. Latina Oggi 2 ottobre 2012 http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4db0befc8/pag27sabaudia.pdf
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