giovedì 25 ottobre 2012
Latina arsenico nell'acqua da bere dossier choc
Tutte le patologie «legate» alla rete contaminata
Il dossier choc
Cosa dice il rapporto epidemiologico della Regione
NEL gruppo di Comuni
‘esposti’ a percentuali di
arsenico fuori dai parametri consentiti «si osserva
un’incidenza più elevata
di infarto miocardico acuto tra le donne e un eccesso di interventi di bypass
aortocoronarico isolato sia
negli uomini che nelle
donne». Con questo passaggio significativo si apre
il capitolo dedicato alla
provincia di Latina, o meglio alle zone con acqua
contaminata da arsenico,
inserito nello «Studio di
valutazione epidemiologica degli effetti della salute
in relazione alla contaminazione da arsenico» redatto dal Dipartimento sanitario regionale lo scorso
aprile e pubblicato in questi giorni. E adesso anche
al centro di un dibattito sui
motivi per cui è arrivato
così tardi, ossia dopo che
l’Unione Europea aveva
negato ogni altra proroga
sulla distribuzione di acqua contaminata con livelli superiori ai 10 microgrammi per litro, dato superato in cinque Comuni
pontini, con picchi anche
oltre il 28% a Cisterna di
Latina fino a tutto il primo
semestre del 2011.
«Nei Comuni esposti la
mortalità per tutte le cause
- prosegue lo studio - risulta pari all’atteso, mentre si osserva un eccesso
significativo della mortalità per tutti i tumori
(+12%). Per quanto riguarda le singole cause
tumorali si osserva un eccesso per il tumore al polmone (rischio relativo calcolato in 1.16 per gli uomini e in 1.30 per le
donne) e per il tumore
nella vescica negli uomini
(rischio relativo calcolato
in 1.31). Per le cause di
mortalità non tumorali si
osserva un eccesso della
mortalità per ipertensione
arteriosa (rischio relativo
calcolato in 1.24 negli uomini e 1.29 nelle donne) e
per le malattie ischemiche. I dati di incidenza e di
prevalenza mostrano un
eccesso di broncopneumopatia cronica costruttiva (detta Bpco) nelle donne e un eccesso di interventi di bypass sia negli
uomini che nelle donne».
Lo studio epidemiologico
è stato commissionato dagli assessorati alla sanità e
all’ambiente della Regione Lazio e lo stesso (ora
ex) assessore Mattei ha
seguito poi direttamente leprime installazioni di impianti di dearsenizzazione
sul territorio. A Cisterna
l’impianto è entrato in
f u n z i o n e a l l ’ i n i z i o
dell’estate.
«In conclusione i risultati
dell’indagine - dice ancora il Dipartimento - indicano plausibili effetti sulla
salute nelle popolazioni
residenti nei Comuni del
viterbese con livello di arsenico superiore a 20 microgrammi per litro ed in
minore misura nei Comuni esposti della provincia
di Latina. Gli effetti si
riferiscono ad esposizioni
croniche relative ai decenni passati, nei quali i livelli
di arsenico potevano essere superiori a quelli attuali. I risultati indicano la
necessità di un continuo
monitoraggio dei livelli di
contaminazione da arsenico nelle acque e di interventi di sanità pubblica
per assicurare il rispetto
dei limiti previsti dalla legislazione attualmente in
vigore». Lo studio della
Regione in questi giorni è
stato attentamente esaminato anche dall’Ordine dei
Medici della Provincia di
Latina che hanno tenuto
una riunione ad hoc. Il
presidente, Giovanni Righetti, martedì mattina sarà sentito in audizione nella commissione ambiente
della Provincia. Già nei
mesi scorsi Righetti aveva
sottolineato l’interesse degli iscritti verso questo
problema che si era manifestato a fronte delle numerose deroghe concesse
circa la presenza di arsenico in quantità superiori ai
20 microgrammi. L’appello dell’Ordine era stato
quello di rendere reperibili
tutti i dati epidemiologici
in tempo brevissimo e di
incrementare le analisi
sulla rete, competenza che
spetta all’Arpa Lazio.
Graziella Di Mambro http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4db0bedcf/pag08latina.pdf
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