sabato 14 gennaio 2017

Fiat, mossa della Giustizia Usa E si muove pure Bruxelles, emissioni truccate auto diesel

Il Dieselgate si allarga
I magistrati francesi
mettono sotto
inchiesta la Renault
e il titolo crolla in Borsa
RISCHIO STANGATA
Scandalo emissioni Dopo
l’Epa intervengono anche
il Dipartimento di Giustizia
e la Consob americana. E l’Ue
condivide i sospetti tedeschi:
“Dateci risposte convincenti”
MATTIA ECCHELI
Berlino
Lo tsunami sulle emissioni
di 104.000 fra
Jeep Grand Cherokee
e Dodge Ram di Fiat
Chrysler Automobiles scatenato
dall'Agenzia per la protezione
ambientale (Epa) degli
Stati Uniti non si è esaurito
e colpisce ancora sia Oltreoceano
sia in Europa. Anche il
Dipartimento di Giustizia avrebbe
aperto un'indagine Usa
sul software che permetterebbe
di aggirare le norme e
della cui presenza non sarebbero
state informate le autorità.
Un'altra inchiesta è stata
aperta anche dalla Consob
statunitense, la Sec.
A Bruxelles, invece, un
portavoce della Commissione
Europa ha fatto sapere che
“abbiamo ripetutamente sollecitato
le autorità italiane a
fornire il più presto possibile
risposte convincenti”. “S ti amo
gradualmente andando
fuori tempo, perché vogliamo
terminare quanto prima i colloqui
sulla conformità di
F ia t”, ha aggiunto. Sull'onda
della denuncia dell'Epa, che
tra pochi giorni verrà guidata
dal nuovo direttore nominato
da Donald Trump, Scott
Pruitt, le cui battaglie sono finora
state contro l'agenzia e le
sue attività, l'Europa alza la
voce con il ministero dei Trasporti
italiano.
ALCUNI modelli di Fca a gasolio
erano finiti al centro di una
disputa con la Germania. La
commissione Volkswagen voluta
dall'omologo tedesco di
Graziano Delrio, Alexander
Dobrindt, aveva individuato
un software di controllo del sistema
per l’abbattimento dei
gas di scarico il cui funzionamento
non avrebbe trovato alcuna
giustificazione tecnica
plausibile. Il meccanismo rimaneva
attivo per 22 minuti,
un paio in più rispetto al ciclo
di omologazione. Il gruppo italo-
americano aveva rifiutato
di incontrare le autorità tedesche
suscitando l’irritazio -
ne del ministro e la reazione italiana:
“Il confronto sulle emissioni
dei veicoli Fca deve
avvenire tramite le due autorità
di omologazione nazionali”,
aveva fatto sapere Delrio.
Che aveva parlato di “piena e
completa disponibilità del costruttore
Fca” nel fornire “in -
formazioni in merito alle proprie
strategie di controllo delle
emissioni”.
La recente procedura d'infrazione
avviata da Bruxelles
contro la Germania e altri sei
paesi (Regno Unito e Spagna
fra questi) proprio per via dell'inerzia
sul dieselgate, sembrava
un punto a favore dell'Italia,
esclusa dal provvedimento.
Tra le accuse mosse a
Berlino c'era anche la mancata
condivisione delle informazioni
relative agli accertamenti
disposti a livello nazionale

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