domenica 29 gennaio 2017

Il tempo della ri-costruzione, della riparazione non della rivoluzione

Siamo tutti del parere che sono tante le cose da cambiare, nel pieno degrado sociale e civile che ha portato a quello economico. La società della corruzione, del potere, del terrore, dell’usura, del rifiuto, dell’abbandono, della rottura farebbe pensare che serva una rivoluzione. Non sono d’accordo sull’uso della forza e della violenza. Ci vorrebbe invece una rivoluzione sociale e culturale, una primavera dei diritti civili e sociali. Proprio per la rottura facile è necessaria invece una ri-costruzione dei rapporti familiari, sociali, dei servizi pubblici. La mancanza della volontà e della convenienza economica della riparazione ha portato l’inquinamento delle discariche e dei rifiuti. Allo stesso modo avviene nei rapporti all’interno delle istituzioni pubbliche, con grave danno dei servizi, con i diritti calpestati. Chi vuole il riconoscimento di un diritto spesso sballottato da un ufficio all’altro, da un modulo ad una risposta che non arriva, da una norma e una legge contrastanti spesso è costretto a cedere alla richiesta illecita di pagamenti e favori con il tipico ricatto. C’è anche chi le scorciatoie le cerca e le sollecita, simbolo del berlusconismo e del renzismo dilagante. La rottamazione è il metodo violento ed armato del degrado sociale. Costa meno, a volte, ci vuole sicuramente meno tempo a pagare un favore che ottenere giustizia con denunce e segnalazioni. La burocrazia uccide in modo violento come l’incapacità come insegnano i casi dei terremoti, delle valanghe, delle alluvioni, dell’inquinamento, del malaffare sui rifiuti e sull’energia delle centrali a biogas e biomasse. L’unico modo diventa quello della ricostruzione cominciando dal superare le incomprensioni in famiglia e nei posti di lavoro. Così come la riparazione di oggetti, di luoghi, fabbricati è l’unico modo per ridare dignità ai luoghi, al territorio e alla prevenzione. Ci vuole tempo e pazienza ma è l’unico modo per ridare un volto umano alla società violenta della rottamazione, dell’usura, del terrore instaurata di chi ci vuole preda. 

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