sabato 28 gennaio 2017

neve e slavina: “Posti di lavoro per un sì” Così l’hotel si è allargato Acquisiti gli atti del processo sull’ampliamento del Rigopiano: tutti assolti

Le carte
Farindola, assunti
i parenti dei politici:
e i vincoli paesaggistici
spariscono 29
I morti per la valanga
che il 18 gennaio
ha devastato il resort
» SANDRA AMURRI
inviata a Pescara
Il fascicolo del processo
per corruzione contro
l'allora sindaco di Farindola,
Giancaterino, l'assessore
De Vico, i consiglieri
Marzola, Colangeli, Fusaro e
i cugini Del Rosso, proprietari
dell'hotel Rigopiano, istruito
dal pm Gennaro Varone
nel 2008, conclusosi il 7
dicembre scorso con l'assoluzione,
è stato acquisito dalla
Procura di Pescara che indaga
contro ignoti per omicidio
plurimo colposo e disastro
colposo per i 29 morti
provocati dalla slavina del 18
gennaio.
NELLA MEMORIA, depositata
all'udienza dell'11 ottobre
scorso, il pm Varone chiede ai
giudici di “riconoscere che il
reato di corruzione era stato
c o mm e s s o ” e di dichiararlo
prescritto perché tale era. Ma
i giudici assolvono “perché il
fatto non sussiste”. I cugini
Del Rosso, scrive il pm, “in -
tenzionati ad ampliare la loro
attività” per farne “un centro
benessere, hanno la necessità
di ottenere l’uso di terreno,
sino a quel momento destinato
al pascolo”. Il terreno è nel
Parco Nazionale del Gran
Sasso, in un'area ove gravano
un'infinità di vincoli, da quello
idrogeologico sino alla protezione
per gli uccelli. Terreno
che i giudici di Pescara,
Villani e Marino, definiscono
“piuttosto esiguo, 1700 metri
quadri, tenuto conto della
collocazione geografica, area
di montagna totalmente disabitata
e destinata a pascolo...”.
Dalle intercettazioni
dei carabinieri di Penne, scrive
il pm, “emerge la tenace attività
dell'assessore Antonio
De Vico volta a tessere, pazientemente,
una tela di relazioni
con i Del Rosso da una
parte e con i consiglieri da
LA SLAVINA “Posti di lavoro per un sì”
Così l’hotel si è allargato
Acquisiti gli atti del processo sull’ampliamento del Rigopiano: tutti assolti
cooptare per una votazione
favorevole, dall’altra; in cambio
di assunzioni di protetti e
parenti dei consiglieri votanti
e il vantaggio economico
personale della restituzione
di un asserito ‘debito di onore’”
di 26.500 euro”. De Vico,
medico di base di Farindola,
Udc poi Pd, fu arrestato per
corruzione su richiesta

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