venerdì 27 gennaio 2017

la lingerie della casta dalla Pisana al parlamento L’accusa 22 mila euro con la carta del sindacato. Lei: tutto falso Polverini, dai manifesti per “fare pulizia” alle spese alla boutique Victoria’s Secret

ANDREA MANAGÒ
“Questa gente la mando a casa
io: ora facciamo pulizia”.
Lo slogan, a settembre del 2012,
campeggiava sui manifesti affissi
in tutta Roma dalla ex governatrice
del Lazio Renata Polverini, nei
giorni più caldi dello scandalo
sull'uso improprio dei fondi ai
gruppi consiliari. Ad accompagnarli
i toni contriti per scusarsi
con i cittadini nel vano tentativo
di un recupero di immagine come
fustigatrice di una classe politica
corrotta e poco capace. Troppo
tardi. Da settimane ormai imperversavano
le notizie sugli acquisti
più disparati fatti dai consiglieri
regionali, soprattutto di maggioranza,
tramite le risorse destinate
all'attività politica. Spese improprie
come quelle rendicontate
dall'allora capogruppo Pdl Franco
Fiorito, detto Batman, condannato
in primo grado a
3 anni e 4 mesi per la
gestione di oltre un
milione di euro di
fondi.
Ironia della sorte,
ora è la stessa Polverini,
premiata nel
frattempo con un posto
alla Camera tra
gli scranni di Forza Italia,
che sarebbe finita
al centro di un'inchiesta della
Procura di Roma per uso improprio
di fondi dell'Ugl. Si tratta del
sindacato con forti radici a destra
di cui l'ex governatrice è stata a
lungo il volto simbolo: dal 1999 al
2006 vicesegretaria e poi fino al
2010 alla guida della confederazione.
Il Corriere della Sera racconta

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