''Reati ambientali a rischio 'non punibilità'''. Il Wwf Italia scrive al governo e propone un emendamento al decreto legislativo che introduce nel codice penale un nuovo articolo, il 131-bis: ''Esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto''. Con questo - dice l'associazione - ''i giudici potranno decidere di non applicare la pena per tutti i reati puniti con sanzione pecuniaria o con la reclusione sino a cinque anni. Tra questi reati ci sono la gran parte di quelli 'ambientali'. Per rimediare ''al rischio legato a questa nuova norma'' il Wwf si è appellato al governo, ''rivolgendosi all'ufficio legislativo del ministero della Giustizia, oltre che agli uffici legislativi dei ministeri dell'Ambiente e dei Beni culturali''. ''Per comprendere la delicatezza ed i rischi del provvedimento - dichiara la presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi - basta riflettere sul fatto che quasi tutti i reati che tutelano l'ambiente e gli animali prevedono pene detentive non superiori a cinque anni o la sola pena pecuniaria. I pericoli che deriverebbero da questa nuova norma del codice penale per i beni ambientali, sono certi''. Per questo il Wwf spera che ''ci sia uno sforzo di tutti i ministri interessati e si ponga rimedio''. E chiede di al legislatore di ''escludere esplicitamente dalla formulazione del decreto legislativo le disposizioni a tutela dell'ambiente e degli animali e in tal senso ha avanzato la proposta di un apposito emendamento con la speranza che venga accolto''. ''Se così non fosse - conclude Bianchi - dovremmo rilevare una sorta di schizofrenia nell'azione di governo che da un lato lavora per meglio definire e rafforzare i reati ambientali e da un altro vara norme che rendono possibile l'elusione della pene previste''.
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