martedì 3 marzo 2015

per la GIUSTIZIA AMBIENTALE | Premio W. Maathai | Lancio Atlante Italiano Conflitti Ambientali | Incontro Nazionale verso Parigi

 SUD  informa 


A Sud per la Giustizia ambientale


Tra il 12 e il 14 marzo A Sud promuove e partecipa a una serie di iniziative nel segno della giustizia ambientale, orientate cioè alla costruzione di strumenti di informazione, sostegno, visibilità e articolazione sociale tra vertenze in difesa del territorio, dell'ambiente e della salute.

sabato  14 marzo | "CAMBIAMO IL SISTEMA NON IL CLIMA" | Incontro nazionale a Roma verso Parigi 2015
 

Di seguito i dettagli dei tre appuntamenti, con invito alla partecipazione e preghiera di massima diffusione


12 MARZO / ROMA  Premio Donne Pace e Ambiente WANGARI MAATHAI – IV Ed.

bannerwangarimaathai2015PREMIO DONNE PACE E AMBIENTE
WANGARI MAATHAI
IV EDIZIONE
 
L’Associazione A Sud in collaborazione con la Casa Internazionale delle donne e con il patrocinio dellaRegione Lazio e del Comune di Roma presenta la IV edizione del Premio Donne Pace e Ambiente WANGARI MAATHAI

12 MARZO 2015 h.17.00
c/o SALA del CARROCCIO / Piazza del Campidoglio, 00186 Roma 
 “La pace nel mondo dipende dalla difesa dell’ambiente”
W. Maathai
 
4 attiviste italiane, in rappresentanza di altrettante realtà impegnate sul territorio nazionale in difesa dell’ambiente e dei diritti ritireranno i premi ACQUA, FUOCO, TERRA, ARIA. Sarà inoltre consegnato il PREMIO SPECIALE “CARLA RAVAIOLI” per il giornalismo ambientale
 
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SARANNO PRESENTI OLTRE ALLE PREMIATE
  • Celeste Costantino –  Deputata SEL
  • Marta Bonafoni – Consigliera Regionale Regione Lazio
  • Cecilia D’Elia – consulente della Presidenza Regione Lazio per diritti e pari opportunità
  • Gemma Azuni – Consigliera Comune di Roma, Vicepresidente Commissione delle Elette
  • Francesca Koch – Casa Internazionale delle Donne
INTRODUCE
  • Marica Di Pierri – Associazione A Sud 
MODERA
  • Laura Greco - Associazione A Sud 
LA IV EDIZIONE DEL PREMIO
 
La quarta edizione del Premio DONNE,PACE E AMBIENTE WANGARI MAATHAI premierà quest’anno quattro attiviste in rappresentanza di altrettante realtà impegnate sul territorio nazionale in difesa dell’ambiente, della salute e dei diritti. I casi scelti per questa 4° edizione sono legate alla battaglia globale contro i cambiamenti climatici, in vista dell’appuntamento con il Vertice Onu di Parigi che a fine anno dovrà decidere su un accordo globale per il post-Kyoto. Un premio speciale intitolato a Carla Ravaioli sarà inoltre consegnato ad una giornalista che si è distinta nel campo del giornalismo ambientale.  Il premio ha l’obiettivo di testimoniare e dare visibilità all’impegno civile delle donne nelle lotte territoriali attorno a diritti, pace, ambiente.
 
I nomi delle premiate di quest’anno verranno resi noti il prossimo 12 marzo durante la cerimonia di premiazione. Se fosse necessario per la stampa ricevere in anteprima la lista delle premiate per preparare la copertura media all’evento, tale richiesta può essere inoltrata ai contatti in calce. 
 
I PREMI
 
Oltre alla consegna della pergamena, alle premiate sarà consegnata quest’anno un’opera d’arte, un pezzo unico realizzato appositamente per il premio, opera dell’ingegno della ceramista e scultriceLavinia Palma, che ha offerto al premio le sue creazioni. Le sue opere prendono spunto da diverse ispirazioni. Una di esse è la Grande Madre, Dea generatrice di vita, dove nel femmineo si riflette e si riconosce la natura. Nascono così volti di donna, rivisitati in chiave del tutto personale unendo origine scultorea e oggetti d’uso, per coniugare il simbolo alla forza dell’azione.  La lavorazione è interamente a mano o al tornio elettrico. 
 
Lab. Lunarte / Via dei Volsci n.103 c, Roma
 
L’associazione A Sud ringrazia Lavinia Palma per la sua infinita disponibilità e l’attivo e prezioso sostegno dato all’iniziativa.
 
Info e contatti stampa:
  
 

13 MARZO / ROMA  Lancio pubblico ATLANTE ITALIANO CONFLITTI AMBIENTALI

ISchermata 2015-03-03 alle 02.51.57CDCA – Centro di Documentazione Conflitti Ambientali in collaborazione con l’associazione A Sud
 
presenta: 
L’ ATLANTE ITALIANO DEI CONFLITTI AMBIENTALI
Evento di presentazione
 
venerdì 13 marzo 2015 | h.17.30 
c/o Libreria Fandango | Via dei Prefetti n.22 – ROMA
  
INTRODUCE E MODERA
  • Marica Di Pierri | Presidente CDCA – Centro Documentazione Conflitti Ambientali
INTERVENGONO
  • Joan Martinez Alier | Economista | Dip. Economia Ecologica UAB – Univ. Autonoma Barcellona
  • Roberta Pirastu | dip. Biologia e Biotecnologia C. Darwin - La Sapienza | Vicepresidente  Ass. Italiana Epidemiologia | Membro equipe di ricerca Studio epidemiologico Sentieri – ISS
  • Mario Cervino | Fisico | Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR-ISAC | Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima
  • Ferdinando Laghi | Vicepresidente Nazionale ISDE – Medici per l’Ambiente
  • Francesca Nava | Giornalista La7 | Vincitrice Miglior inchiesta italiana Premio Ilaria Alpi 2014
  • Marianna Stori | Ricercatrice CDCA | Coordinatrice equipe di mappatura Atlante Italiano 
Saranno presenti e interverranno rappresentanti delle realtà territoriali che hanno collaborato alla mappatura dei conflitti ambientali contenuti nell’Atlante.
 
Tra essi: Forum Italiano Movimenti per l’Acqua | Coordinamento Nazionale No Triv | Coordinamento Comitati Sardi | Comitato Passeggino Rosso Brindisi | Attitudine No Expo | Comitato Spezia Via dal Carbone | Comitato No Tap | Comitato No Muos Niscemi ed altri.
 
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COMUNICATO STAMPA

Una mappa nazionale della (in)giustizia ambientale
Il Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali, aperto a Roma nel 2007, è lieto di invitarvi all’evento pubblico di presentazione della prima piattaforma web italiana geo referenziata, di consultazione gratuita, costruita assieme a dipartimenti universitari, ricercatori, giornalisti, attivisti e comitati territoriali, che raccoglie le schede descrittive delle più emblematiche vertenze ambientali italiane. Dal Vajont a Casal Monferrato, da Taranto a Brescia, dalla Terra dei Fuochi alla Val di Susa, dalle zone di sfruttamento petrolifero alle centrali a carbone, dai poli industriali all’agroindustria, dalle megainfrastrutture alle discariche, un atlante delle emergenze ambientali italiane e delle esperienze di cittadinanza attiva in difesa del territorio e del diritto alla salute.
L’archivio, che al momento del lancio conterrà oltre 100 schede di conflitto, in continua espansione ma di rapida consultazione attraverso un sistema di filtri progressivi ed è pensato per essere utilizzato da ricercatori, giornalisti, docenti, studenti, cittadini, enti locali ed istituzioni pubbliche aventi come mission la salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica.
 
Mappatura partecipata 
Una volta on-line, il portale diventerà strumento di mappatura partecipata: registrandosi come utenti, comitati territoriali, ricercatori, e società civile in qualunque forma organizzata potranno caricare direttamente sul portale, seguendo le semplici istruzioni e compilando il formulario predisposto, schede monografiche inerenti specifici conflitti ambientali che, previa validazione da parte dell’equipe di ricerca del CDCA, entreranno a far parte della mappatura visibile sulla home page dell’Altante.
In tal senso il portale mira ad essere non solo un archivio in continua crescita, ma strumento di produzione diffusa di documentazione, di partecipazione cittadina e di messa in rete di realtà territoriali oltre che strumento di visibilità e denuncia dei fattori di rischio ambientale presenti da nord a sud del paese.

Contributors
Le schede contenute nell’Atlante sono state realizzate da ricercatori universitari, giornalisti esperti di tematiche ambientali ed attivisti, a stretto contatto con le realtà territoriali attive sui singoli casi. Contengono inoltre una nutrita bibliografia utile ad approfondire ogni aspetto tematico o specifico del singolo conflitto.
 
L’Atlante Globale dei conflitti: EjAtlas
L’Atlante italiano è stato realizzato nell’ambito del progetto europeo di ricerca Ejolt, finanziato dalla Commissione europea (7° Programma Quadro, DG Ricerca) che ha coinvolto per 5 anni di lavoro su conflitti e giustizia ambientale oltre 20 partner internazionali tra università e centri studi indipendenti. Il progetto (www.ejolt.org) ha elaborato report e raccomandazioni per la commissione europea sulle normativa ambientali e la gestione delle risorse e costruito l’Atlante Globale della Giustizia Ambientale, contenente circa 1.400 casi di conflitto in tutto il mondo, alla cui elaborazione il CDCA ha partecipato attivamente. L’atlante globale è consultabile alla pagina www.ejatlas.org.
L’Atlante italiano si configura come corposo focus paese della mappatura globale, coordinato dall’equipe di ricerca del CDCA e realizzato in lingua italiana per permetterne la fruizione all’interno del territorio nazionale.
 
Per informazioni e contatti stampa:

 

14 MARZO / ROMA  Cambiamo il sistema non il clima! Appello verso Parigi 2015

Carbon DioxideAppello
 
COSTRUIRE ASSIEME IL CAMMINO VERSO (E OLTRE) PARIGI 2015
Cambiamo il sistema, non il clima!
 
Roma / 14 marzo 2015 / h.14
c/o Cso La Strada Via F.Passino 24 – Fermata Metro B Garbatella
 
 

Perchè Parigi 
Dal 30 novembre all’ 11 dicembre 2015 si terrà a Parigi la 21° Conferenza delle Parti Onu sui Cambiamenti climatici. A 6 anni di distanza dal vertice di Copenaghen, è la prima volta che finalmente l’attenzione sarà di nuovo concentrata sull’emergenza climatica. A Parigi verrà siglato con ogni probabilità l’accordo globale sul clima destinato nel 2020 a prendere il posto di Kyoto; accordo che rischia di essere una scatola vuota, e che tocca ai singoli governi riempire con impegni vincolanti ed azioni coerenti.
Si tratta di una importante occasione per rimettere con forza al centro dell’agenda politica nazionale i temi che riguardano il modello di gestione delle risorse, la tutela ambientale, i diritti delle comunità, la sovranità di queste ultime sul territorio e, più in generale, il sistema economico nel suo insieme.
 
In Italia
Il tema dei cambiamenti climatici è un tema globale ma con ricadute drammatiche a livello locale ed è strettamente connesso alle battaglie in difesa del territorio che si stanno giocando nel nostro paese. A partire dai conflitti sociali innescati dal decreto Sblocca Italia, contro estrazioni petrolifere in terra e in mare, mega infrastrutture dall’indubbio impatto ma dalla dubbia utilità, incenerimento, privatizzazioni, etc.
Alla vertenza nazionale contro il decreto del governo Renzi vanno aggiunte diverse altre esperienze e temi, come le battaglie contro il carbone o le infrastrutture energetiche e militari, i poli produttivi contaminanti ai quali si continua a concedere possibilità di inquinare mettendo a rischio la salute delle comunità, le vertenze per le bonifiche e quelle per il risanamento del territorio dal dissesto idrogeologico, per citare le principali.
In generale la devastazione e il rischio ambientale imposti alle comunità sono fattori su cui si regge il sistema economico dominante. Tutto ciò è quanto mai evidente nella pressione lobbistica nel corso dei negoziati per il TTIP (Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e Investimenti) in favore delle tecniche estrattive non convenzionali, degli OGM, delle privatizzazioni, delle fonti fossili. Ugualmente, se da un lato l’opposizione al Jobs Act è affermazione dei diritti del lavoro, dall’altro, ricatto occupazionale e crisi economica sono la scusa utilizzata dal governo Renzi per imporre con lo Sblocca Italia un vecchio e devastante modello di sviluppo. Una nuova opzione politica dal basso non può prescindere dunque dall’esigenza di una riconversione del modello produttivo nei termini di un lavoro che sia sostenibile dal punto di vista ambientale oltre che garantito nei diritti. Le politiche di austerità stanno imponendo all’ambiente oltre che ai popoli europei un costo insopportabile. Le politiche neoliberiste non si esplicano soltanto nella deregolamentazione economica ma ugualmente in quella ambientale imponendo sui territori l’unica regola del profitto. Lo vediamo nel portato culturale, politico, economico e ambientale dell’Expo di Milano.
Tutti questi percorsi hanno la possibilità di cogliere, in questo momento, l’occasione fornita dal vertice climatico di Parigi per inserire le singole battaglie in una cornice comune, rafforzandole con i reiterati allarmi che la comunità scientifica ha lanciato circa la necessità di ridurre del 70% le emissioni clima-alteranti entro il 2050.
Ridurre le emissioni in maniera sensibile ed immediata vuol dire infatti cambiare modello energetico, smettere di cementificare, optare per reti di mobilità intelligente, risanare il territorio, cambiare modello di gestione delle risorse e dei servizi pubblici essenziali. In una parola, ripensare il sistema economico e sociale radicalmente e senza esitazioni.
 
Per la costruzione di un percorso condiviso
In una fase politica nazionale che restringe sempre più gli spazi di partecipazione popolare e l’agibilità politica della società civile organizzata in ogni sua forma è ancor più urgente lavorare alla costruzione di un percorso inclusivo, che utilizzi strumenti diversi, dall’informazione alla mobilitazione, dalla pressione istituzionale alla progettazione territoriale, e che si organizzi per fare della rivendicazione di giustizia ambientale e sociale l’asse portante di un ragionamento unico e capace di incidere sulle scelte politiche.
Per queste ragioni, riteniamo sia utile e importante convocare a Roma un incontro nazionale di discussione aperto a tutte le realtà territoriali e i coordinamenti nazionali attivi su questi temi, i comitati locali, le associazioni ambientaliste, le organizzazioni sociali e politiche e tutti i cittadini per ragionare assieme sulla promozione di un percorso sociale verso e oltre l’appuntamento di Parigi e sugli strumenti utili alla sua costruzione.
 
Le firme che seguono indicano l’insieme delle realtà, in nessun caso esaustiva del campo ampio che abbiamo bisogno di costruire, che hanno già espresso volontà e necessità di costruire un percorso unitario verso e oltre il vertice di Parigi. Il percorso che ci auguriamo nasca sarà reso pubblico solo dopo l’incontro del 14 a Roma, aperto al contributo e alle adesioni di tutte le altre realtà interessate a lavorare sul tema e sulle sue numerose implicazioni.
 
Primi promotori:
 
A Sud • Arci • Coordinamento Nazionale No Triv • No Triv Basilicata • No Triv Abruzzo • Coordinamento Irpino No Triv • Comitato No Tap • Coordinamento Comitati Sardi • Comitato LegamJonici contro l’inquinamento Taranto • Campagna Stop TTIP Italia • Forum Italiano Movimenti per l’Acqua • Rete della Conoscenza • Rete Ambiente e Salute Salerno • Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia  • Comitato No Muos Niscemi • Comitato Spezia Via dal Carbone • Comitato Nessun Dorma di Civitavecchia • Movimento No al Carbone Brindisi • Passeggino Rosso Brindisi • Brindisi Bene Comune • OLA – Organizzazione Lucana Ambientalista • Fair Watch • La Strada • TPO – Bologna • Ya Basta – Caminantes • Istituto Eco Ambientale Roma • Tilt! • Reorient Onlus • ISDE sezione di Salerno • Onda Rosa Viggiano (PZ) • Radio Vostok (Cava De’ Tirreni – SA) • Associazione d’iniziativa politica e culturale “in comune” – progetto 2020VE – Venezia •  Coordinamento Nord-Sud del mondo (Milano) • Amig@s MST-Italia • Movimento Radical Socialista •  Forum Ambientalista Nazionale •  Abruzzo Beni Comuni • Legambiente Italia • Lab. Off Topic Milano
  
Informazioni e adesioni: versoparigi2015@gmail.com

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Info e contatti Associazione A Sud:

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