SIRACUSA, LA “VED” È SOSPETTATA DI AVER INTERRATO DECINE DI TONNELLATE
DI SCARTI INQUINANTI. TRA I SOCI L’EX MINISTRO DELL’AMBIENTE E LA SORELLA
LA PERIZIA
Due escavatrici a caccia
della presunta discarica,
le analisi affidate a un
pool di esperti. La difesa:
“Esposti anonimi,
siamo corretti”
di Giuseppe Lo Bianco
Siracusa
L
a Procura di Siracusa
invia le ruspe
nell’azienda di famiglia
dell’ex ministro
Stefania Prestigiacomo,
un colosso nazionale della
produzione di tubi in vetroresina,
sospettata, per abbattere
i costi dello smaltimento
dei rifiuti, di avere nascosto
nell’area aziendale una vera e
propria discarica abusiva, silos
da 10 tonnellate con dentro
resina catalizzata, diluenti
e scarti di lavorazione dotati di
un eccezionale potenziale inquinante.
Pericolosi rifiuti speciali che
hanno indotto il procuratore
Paolo Giordano e il pm Martina
Bonfiglio a iscrivere nel
registro degli indagati con
l’ipotesi di reati ambientali i
nomi di alcuni responsabili
della Ved srl, tra i cui soci figurano
le sorelle Stefania e
Maria Pia Prestigiacomo.
DOPO LE POLEMICHE sul ‘’via
libera’’ offerto sette anni fa dal
ministero dell’Ambiente all’Il -
va di Taranto nonostante l’ac -
certata capacità inquinante (e
la scoperta di un contributo di
5.000 euro consegnato da Fabio
Riva per l’organizzazione
di un convegno della Fondazione
dell’ex ministro), nuovi
sospetti investono la Prestigiacomo,
questa volta chiamata
in causa per un presunto inquinamento
dell’azienda
di famiglia.
Dopo avere
sequestrato
l’area (e parte
dello stabilimento)
nell’aprile
scorso, la
Procura imprime
una
svolta alle indagini
avviate
da oltre dodici
anni e concluse
una prima volta nel 2004
con una richiesta di archiviazione
del pm Maurizio Musco.
Sono stati due nuovi esposti e
l’acquisizione di nuove testimonianze
a indurre i magistrati
a vederci chiaro proprio
nel cuore dell’azienda, con
l’invio di due ruspe che da venerdi
scavano nell’area aziendale
sotto gli occhi del consulente
nominato dalla Procura,
un docente universitario di
l’azienda di avere avvelenato
numerosi capi di bestiame che
si nutrivano di erba contaminata.
Le proteste, è la tesi dell’in -
chiesta giudiziaria, avrebbero
indotto i responsabili aziendali
a smaltire ‘’in proprio’’ i pericolosi
rifiuti scavando la discarica
all’interno dello stabilimento
di cava Sorciaro, a
Priolo.
Dopo avere ascoltato numerose
testimonianze, nel 2004 il
Ingegneria dell’Università di
Catania, degli esperti dell’Ar -
pa e della polizia giudiziaria.
“Abbiamo disposto i sondaggi
del terreno – dice il procuratore
Paolo Giordano – ma ci
vorrà ancora del tempo prima
che gli accertamenti vengano
conclusi’’.
SECONDO ALCUNI testimoni
per abbattere i costi prima del
2000 la Ved avrebbe conferito
i rifiuti speciali a un autotrasportatore
di Priolo, che
avrebbe utilizzato come discarica
illegale un’area contigua
all’azienda che si allunga verso
il mare. Una zona in cui andavano
a pascolare le proprie
greggi i pastori che accusarono
pm Maurizio Musco chiese
l’archiviazione dell’inchiesta,
non ravvisando alcun reato.
L’inchiesta venne riaperta
nell’aprile scorso, quando parte
dello stabilimento venne sequestrato
su ordine della Procura,
che aveva ricevuto nuovi
input investigativi, due circostanziati
esposti che aggiungevano
nuovi particolari sullo
smaltimento dei rifiuti.
In quell’occasione la sorella
dell’ex ministro, Maria Pia
Prestigiacomo, dichiarò: “Tut -
to scaturisce da una denuncia
anonima. Noi abbiamo operato
sempre correttamente e siamo
sereni rispetto a questo accertamento
in corso da parte
degli investigatori’’.
Gli esiti delle indagini, dalla
presenza sottoterra dei silos
con gli scarti di lavorazione inquinanti
ai risultati sulla contaminazione
del terreno, saranno
noti entro qualche settimana. il fatto quotidiano 1 febbraio 2015
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