L’ultima notizia è di qualche ora fa. L’impianto TMB di Aprilia che serve un milione di utenti equivalenti, accogliendo i rifiuti urbani della provincia di Latina e di una parte della provincia di Roma, il 10 marzo rischia di chiudere le porte. Lo annuncia la società Rida che gestisce l’impianto, spiegando che a breve non saprà più dove portare i residui della lavorazione. Le discariche sono ormai piene. L’emergenza, dunque, è alle porte.
E’ prima di tutto il fallimento – ormai conclamato – del modello del trattamento meccanico e biologico della monnezza – conosciuto in sigla come TMB – che produce, alla fine della filiera, combustibile per inceneritori e una serie di scarti che devono finire nelle discariche. Per rendere questi impianti convenienti la differenziata non deve raggiungere i livelli elevati che le norme e la tutela dell’ambiente prevederebbe: meno materiale viene recuperato, più alti sono i guadagni degli impianti industriali che avviano i residui agli inceneritori e alle discariche. Un circolo che alimenta il business di chi investe e guadagna cifre milionarie sul ciclo dei rifiuti.ì. Il Lazio nel 2014 ha sostanzialmente mantenuto la stessa percentuale di raccolta differenziata – bassa – dell’anno precedente, mostrando come la gestione virtuosa della monnezza non abita vicino alla capitale. E’ un male antico: nel 2011 l’avvio al recupero di materiale riguardava solo il 27,20% dei rifiuti prodotti nel Lazio; percentuale salita di poco negli anni successivi.
Il grimaldello per gli affari nel mondo della monnezza ha un nome preciso, emergenza. Saltano i controlli, si rompono le procedure, si accentrano in pochissime mani le leve di comando. In queste situazioni basta avere amici degli amici giusti e il più è fatto. Far scattare l’emergenza in questa fase potrebbe essere la via maestra per rimescolare le carte in un gioco che oggi vale centinaia di milioni di euro di fatturato annuo. http://toxicleaks.org/blog/2015/02/28/lazio-continua-la-guerra-dei-rifiuti/
Nessun commento:
Posta un commento