Ignorata
la condanna della Corte dei Conti a risarcire l’ente, somme
iscritte a ruolo
I
DATI
QUESTO
IL TOTALE
DEL
RISARCIMENTO
QUANTIFICATO
NELLA
SENTENZA DEL
2011
DALLA
CORTE DEI CONTI
La
condanna
della
Corte dei Conti
830..000
LA
CIFRA CHE
COMPARE
TRA
I RESIDUI ATTIVI
ACCERTATI
NEL 2014
E
RELATIVI AL
RECUPERO
COATTIVO
DELLE
SOMME
La
cifra riportata
tra
i residui attivi
492.000
DI
FEDERICO DOMENICHELLI
Sono
trascorsi ormai più di
tre
anni da quando la Corte
dei
Conti ha condannato
amministratori
locali ed ex del
Comune
di Pontinia e anche ex
rappresentanti
della società partecipata
«Trasco»
a risarcire
l’ente
per una cifra complessiva
di
circa 830.000 euro. Da allora
ad
oggi, anche a seguito di un’ul -
teriore
sentenza sfavorevole nel
2013
che aveva respinto la richiesta
di
giudizio per revocazione
che
era stata avanzata, solo
alcuni
hanno versato all’ente il
dovuto
o hanno proceduto a rateizzare.
Altri
invece, e parliamo
di
una cifra complessiva di oltre
400
mila euro di risarcimento e
circa
2.000 euro di spese legali –
n
el l’elenco dei residui attivi
riaccertati
a marzo 2014 le somme
da
recuperare per la sentenza
della
Corte dei Conti ammontano
a
ben 492.000 euro forse per
rivalutazione
monetaria e interessi
-,
non hanno ancora versato
il
dovuto. Si tratta di alcuni ex
amministratori
locali non più in
carica
ed ex rappresentanti della
società
partecipata «Trasco», la
municipalizzata
che era finita
nel
mirino della magistratura
contabile
nel 2006. Nei loro
confronti,
il Comune di Pontinia
ha
provveduto all’emissione
dei
ruoli coattivi per cercare di
ottenere
il risarcimento dei soldi
in
questione per la condanna
della
Corte dei Conti. Condanna,
questa,
arrivata a seguito
dell’appello
promosso dal Procuratore
Regionale,
dato che il
giudizio
di primo grado nel
2008
si era chiuso con un’asso -
luzione
di tutti i convenuti. Ad
attirare
l’attenzione della magistratura
contabile,
una serie di
scelte
giudicate poi negative dal
punto
di vista economico per il
Comune.
In particolare, gli
830.347
euro di risarcimento
sono
stati quantificati rispetto
alla
rinuncia di crediti da parte
de
ll’ente verso la società
(652.519
euro) e all’accollo della
quota
parte di mutuo contratto
a
suo tempo dalla «Trasco»
con
la Cassa Depositi e Prestiti
(177.828
euro). Da allora fino
ad
oggi in molti hanno già versato
nelle
casse pubbliche il
dovuto
o hanno trovato un accordo
transattivo
rateizzando le
cifre.
Ma in altri casi ciò non è
avvenuto,
tanto che l’ente ha
provveduto
a emettere i relativi
ruoli
coattivi per cercare di incassare
tali
somme.
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IL
QUOTIDIANO - Domenica 4 Gennaio 2015
Pontinia
Sabaudia Circeo 21
Tutto
ha inizio nel 2006 con l’atto di
citazione
da parte del Procuratore
regionale
presso la Corte dei Conti,
cui
hanno fatto seguito una sentenza d’as -
soluzione
nel 2008 e quella d’appello che
ha
invece condannato dieci persone a
risarcire
l’ente per 830.347 euro. In sostanza,
la
magistratura contabile contestava
in
particolar modo la «sistemazione
definitiva»
di tutti i lavoratori socialmente
utili.
Una scelta – si legge nella sentenza –
che
avrebbe potuto essere certamente legittima
e
foriera di risultati vantaggiosi
«se
solo non fosse stata effettuata al solo
fine
di arrecare un vantaggio in termini
occupazionali
a una sola categoria di soggetti
producendo
effetti nefasti sulla gestione
dell’ente».
Le spese del personale,
insomma,
sono state giudicate incompatibili
con
la capacità economica della società
e
le perdite di gestione – hanno sentenziato
i
magistrati contabili – si sono risolte
in
un danno per le casse pubbliche: gli
830.000
euro di risarcimento.
IL
QUOTIDIANO - Domenica 4 Gennaio 2015
Pontinia
Sabaudia Circeo 21
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