RISARCIMENTO
impossibile
per
le casse del Comune di Pontinia
dopo
la sentenza della Corte
dei
Conti del 2011 sul caso Trasco.
I
magistrati contabili avevano condannato
dieci
persone, tra amministratori
ed
ex amministratori a
risarcire
l’ente per oltre 830 mila
euro.
Il tutto, per una serie di
assunzioni
nella municipalizzata
che
hanno fatto schizzare alle stelle
i
costi del personale rendendoli
insostenibili
e causando così un
ammanco
nei bilanci comunali cui
ha
fatto seguito la maxi condanna
dei
magistrati contabili. Ad oggi,
solo
alcuni hanno versato il dovuto
nelle
casse pubbliche e all’ap -
pello
mancano ancora più di 400
mila
euro. Così gli uffici competenti
hanno
provveduto a emettere
i
relativi ruoli coattivi per procedere
alla
riscossione delle somme.
Partecipate
spericolate,
il
«conto»
per
il welfare
ECONOMIA
A
R R I VA N O al capolinea i
conti
delle società a partecipazione
pubblica
e non ci sono
solo
Latina Ambiente o Acqualatina
ma
anche le altre microaziende
che
non solo non
hanno
raggiunto l’obiet tivo
originario
di ottimizzare i servizi
pubblici,
ma adesso gravano
sul
welfare. Infatti (e giustamente)
i
lavoratori che vengono
posti
in mobilità, licenziati
o
semplicemente «tagliati».
Queste
società hanno agito secondo
standard
privatistici nelle
assunzioni
e nelle consulenze
e
quando hanno dovuto rivedere
il
budget ci sono stati tagli
«dolorosi»
sul personale. Ma
tecnicamente
non si può parlare
di
crisi di produzione come
invece
è il caso di imprese
private
alle prese con il libero
mercato.
Così i lavoratori delle
spa
pubbliche che vengono inseriti
nei
percorsi degli ammortizzatori
sociali
sono il
frutto
di scelte finanziarie errate
fatte,
insieme, da soci pubblici
e
privati.
il quotidiano di Latina 4 gennaio 2015
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