mercoledì 12 febbraio 2014
Maenza, Priverno il terrore di Farneta: serve la risposta dello stato contro la devastazione del biogas
I sindaci Mastracci e Delogu plaudono al lavoro svolto dalle forze dell’Ordine
La risposta dello Stato
«Capire cosa sia accaduto in quei giorni sarà fondamentale»
LE IPOTESI AL VAGLIO
SEMBREREBBE ESCLUSO IL PERICOLO
DI INFILTRAZIONI ESTERNE ALLA PIANA
DI MINA PICONE
Vogliamo capire meglio!.
Così il sindaco di Maenza,
Francesco Mastracci,
in riferimento all’arresto dei tre
uomini, legati da parentela tra di
loro per l’appartenenza alla famiglia
Risi, che dovrebbe aver posto
la parola fine all’attività incendiaria
posta in essere contro
aziende di allevamento e artigianali
nel triangolo Farneto-Spadelle
- Montalcino, tra Priverno e
Maenza, dalla fine dell’anno a
qualche giorno fa. Mastracci «si
dispiace», tuttavia, nell’appren -
dere che si tratta di cittadini di
Maenza, gente del luogo insomma
che dovrebbero – se risultassero
colpevoli a tutti gli effetti –
avere a cuore lo sviluppo economico
del paese e non il suo regresso.
«Sembrerebbe essere
escluso, a compenso della scoperta
che il male avrebbe radici
locali, il pericolo di infiltrazioni
esterne nella piana dell’Amase -
no, dove pure si è parlato di
ecomafie in fase di espansione».
All’orizzonte dunque non si profilano
organizzazioni estranee
all’ambiente della piana di
Maenza, mentre è forte l’auspi -
cio che ci sia nella valle
dell’Amaseno un ritorno alla calma.
Del resto, se il primo cittadino
di Maenza al primo verificarsi
della sequela di incendi ha preso
una ferma posizione nel difendere
il biogas, considerato da alcuni
il male dei mali, oggi non sembra
disposto a fermarsi all’ «hic et
nunc», sia perché le indagini sono
aperte (è tutto da inquadrare
l’incendio alla carrozzeria di Alberto
Ofeni sulla Marittima II che
sorge sul terreno di proprietà dello
stesso sindaco di Maenza) sia
perché bisogna stare sempre alla
«presunzione di innocenza» fino
a prova contraria così come ha
messo in evidenza il sindaco di
Priverno, Angelo Delogu. «Lo
Stato ha risposto!». La presenza
forte delle istituzioni – dai carabinieri
alla magistratura – nella
raffica di incendi che hanno
sconvolto il quieto vivere di allevatori,
contadini e artigiani è stata
tangibile e ha prodotto dei
risultati di tutto rilievo per episodi
intollerabili e assurdi». Per
Delogu il dato da cogliere è sottolineare
in questa prima fase
delle indagini è che le istituzioni
sono state «vigili e presenti
Latina Editoriale Oggi 11 febbraio 2014
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