giovedì 13 febbraio 2014

Farneta Maenza e Priverno il biogas inizia a mietere vittime con i roghi e le minacce, se questo è l'inizio...

Domani l’interrogatorio di garanzia dei tre presunti autori degli atti incendiari Depistaggio biogas Dalle intercettazioni i gravi indizi di colpevolezza che hanno convinto il gip LA STRATEGIA SUI MURI «NO BIOGAS» FIRMATO CON LA STELLA A CINQUE PUNTE PER DEPISTARE LE INDAGINI DI ELISA FIORE E’ fissato per domani l’interrogatorio dei presunti autori degli atti incendiari di Maenza e Priverno. Mauro, Giovanni e Mirko Risi, tutti di Maenza, e tutti assistiti dall’avvocato Maria Teresa Ciotti dovranno rispondere a vario titolo di aver compiuto i quattro atti incendiari. Il primo in danno dell’azienda agricola di Rocco Carnevali, avvenuto il 9 novembre 2013, il secondo il 1 gennaio 2014 nell’azienda Agricola di Carla Apponi, il terzo il 17 gennaio ai danni dell’azienda agricola di Domenico Rossi. Di certo l’incendio che ha condotto gli inquirenti a ricostruire il filo delle relazioni è quello in danno dell’auto carrozzeria di Alberto Ofeni. L’ultimo in ordine temporale, avvenuto il 29 gennaio 2014. Dal momento che sulla paternità di questo incendio ci sarebbero non solo i contenuti di schiaccianti intercettazioni telefoniche, ma videoriprese che conterrebbero le immagini delle camere di videosorveglianza del distributore dove si sarebbero approvvigionati di benzina. Mauro Risi, padre di Giovanni e zio di Mirko, da le istruzioni ad un interlocutore che resta sconosciuto: «la bottiglia mettitela npetto, che po quando ci fermimo alla Esso tu mitti cinco euro de benzina isci te l’hai mitte pure ti (...) capito, capito». Ed è sempre lui che da istruzioni: «iettacela ngima ai sedili ngima agli cruiscotto» e ad atto compiuto commenta con disprezzo verso il suo interlocutore: «non zi bono a da foco - ed ancora - andò passo iè no creesce l’erba». D’altra parte il sospetto sulla sua capacità di appiccare il fuoco lo aveva fornito con due episodi ricostruiti nel corso del picchettamento per i saggi idrogeologici che si stavano eseguendo larmista se non vuole morti sulla coscienza" quando conosce il problema se vuole svolgere il suo lavoro di medico deve essere a troppo vicino alla sua proprietà, che è proprio di fronte all’azienda agricola Signorino: «che state facendo? tanto un giorno di questi butto una bomba in cantiere..vi faccio vedere». E successivamente minacciando uno dei soci della Signorino dichiarando: «attenti a quello che fate perchè io faccio come Nerone». Rivolto ai geologi presenti. Per il giudice per le indagini preliminari vi sarebbe però un’altra intercettazione che avrebbe consistenza rispetto al ruolo attivo dei tre sodali, uniti da vincolo parentale e imprenditoriale. Allorchè parlando dei capannoni di un tale Gianluca, Mauro Risi avrebbe affermato nel corso di una sua conversazione telefonica con il figlio Giovanni: «mo ci ridamo foco», dichiarazione cui il figlio risponde: «comme allatra vota oh, come allatra vota ann’an - golo prima e annagolo dopo ». Ma la strategia di Mauro Risi sembra andare oltre ogni presumibile previsione, allorchè, per depistare le forze dell’or - dine o l’opinione pubblica, chiede al nipote Mirko di dirigersi in chiesa con una bomboletta spray: «ecco proprio alla chiesa tata i a scrive, alla chiesa alloco arrete sta casa aiecco, BIOGAS NO, no, puro a loco, la stella cinque punte la sai fa, la stella a cinque punte, chiè Brigate Rosse». Ed il suo interlocutore sconosciuto gli risponde: «chi è?». Latina Editoriale Oggi 12 febbraio 2014

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