I sigilli apposti dal Nipaf. Iscritti nel registro degli indagati il sindaco e altre nove persone. Ecco la storia della sanatoria impossibile
Rita Cammarone
Gli accertamenti del Nucleo investigativo della Forestale su un caso alquanto singolare di sanatoria hanno portato, questa mattina a Pontinia, al sequestro di un chiosco realizzato in area pubblica. I sigilli sono stati apposti su ordine del Gip Mara Mattioli.
DIECI INDAGATI. L’inchiesta, coordinata dal sostituto Simona Gentile che ha chiesto ed ottenuto l’ordinanza del Gip, è partita qualche tempo fa e vede iscritti nel registro degli indagati gli amministratori comunali, compreso il sindaco Eligio Tombolillo, che nel 2011 con atto di giunta anziché di Consiglio comunale autorizzarono la realizzazione di un chiosco bar di 80 metri quadrati in difformità – secondo le investigazioni dei forestali - delle previsioni urbanistiche che si superficie coperta ne vorrebbe non più di 50 metri quadrati in quella zona verde della città. Nei guai con Tombolillo ci sono Luigi Subiaco, Valetrino Battisti, Franco Pedretti, Patrizia Sperlonga ed Ernesto Bilotta. Sono tutti accusati di abuso d’ufficio, occupazione di suolo pubblico e abusivismo edilizio. Stessi reati contestati all’amministratore della società Blg, Giordano Ballarin, ai direttori dei lavori Marco Scalzone e Antonio Giona e al dirigente dell’ufficio tecnico comunale Corrado Corradi.
I MOTIVI DELL’INCHIESTA. Un pasticcio senza fine quello che gli agenti del Nucleo investigativo della Forestale si erano trovati davanti nei primi sopralluoghi ai giardinetti di via Cavour a Pontinia. A mettere il Nipaf sulla via degli accertamenti erano stati alcuni esposti molto dettagliati. Tutto avrebbe avuto inizio nel 2011 quando l’allora esecutivo di Tombolillo autorizzò una superficie di 80 metri quadrati in difformità al Prg. In fase di realizzazione la Blg, a cui il Comune rilasciò la concessione per la gestione dell’intera area, di superficie ne coprì 120 metri quadrati. Il cantiere venne bloccato dalla Polizia Locale. Le successive indagini del Nipaf consentirono di accertare che in chiosco bar sarebbe sorto – all’epoca – senza specifico atto amministrativo, senza cioè il rilascio di un permesso a costruire con la sola autorizzazione di giunta per 80 metri quadrati e non per 120. Motivo per cui, dopo il sopralluogo dei vigili urbani, il funzionario comunale responsabile del settore tecnico avrebbe rilasciato il permesso in sanatoria senza ter conto della natura pubblica del suolo.
LE INDAGINI CONTINUANO. La Procura ha disposto accertamenti anche per verificare se la Blg sia stata in qualche modo favorita o meno nell’assegnazione dei servizi da parte del Comune.
http://www.corrieredilatina.it/news/cronaca/3455/Chiosco-bar-ai-giardinetti-pubblici-.html
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