Secondo il presidente dell’associazione “I Cittadini contro le
mafie e la corruzione”, Antonio Turri, preoccupa l’ennesima
sparatoria per le vie della Capitale non solo per le modalità di
esecuzione dell’atto criminale . Il ferimento di Marco Iacarelli,
avvenuto in pieno giorno e a pochi decine di metri dal commissariato
di polizia, dimostra come la malavita romana, autoctona o di
importazione, abbia in tutto assimilato i metodi mafiosi per regolare
i propri conti e come si senta sicura di agire su grandi spazi del
territorio urbano che ritiene di controllare. Si è perso a
Roma,secondo Turri, troppo tempo nelle inutili analisi redatte da
approssimative e costose commissioni istituzionali di esperti che
hanno per lo più redatto mappe del crimine datate e lontane dalle
nuove emergenze. Le periferie romane urbane ed extraurbane sono da
almeno 15-20 anni delle polveriere pronte ad esplodere e più che a
nuovi presidi delle forze di polizia (andrebbero potenziati quelli
esistenti) servirebbero investimenti capaci di creare lavoro e
sviluppo sociale. Purtroppo a Roma,come nella sua provincia da anni
sono le mafie e la criminalità a dare “opportunità” di impiego
ai giovani nello spaccio di droga e nelle attività delinquenziali.
La politica, in particolare quella dei professionisti delle promesse,
da opportunità di inserimento solo ai loro portaborse e
sperpera, spesse volte, le risorse pubbliche da destinare a sviluppo
e lavoro sui territori. Le mafie e la criminalità in genere a Roma e
nella regione Lazio sono ancora in fase di espansione e non
serviranno gli imbonitori di turno a far modificare la situazione. associazione Icittadini contro le mafie
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