sabato 19 gennaio 2013
terremoto l'Aquila anche il prefetto rideva fingendo di piangere per le vittime
E la Iurato disse:
“Fingevo di piangere
davanti alle macerie”
È il 28 maggio 2010 quando Giovanna Iurato, appena insediatasi
come prefetto de L’Aquila, ride con il collega
Francesco Gratteri della città devastata dal terremoto, “ricor -
dando come si era (falsamente) commossa davanti alle macerie
e ai bambini rimasti orfani”. La telefonata è agli atti dell’inchiesta
napoletana sugli appalti di Finmeccanica e le pressioni
del ministero degli Interni. La riportiamo assieme ad altre
voci – dello Stato e non – di questa tragedia.
LE LACRIME DEL PREFETTO
Iurato: “Franco sono andata a fare il Prefetto di una città che
non c'è. Eh, eh (ride). Allora senti, sono andata, sono arrivata;
subito mio padre, che è quello che mi dà i consigli, quelli più
mirati, dice: ‘appena metti piede in città subito con una corona
vai a rendere omaggio ai ragazzi della casa dello studente’. Allora
sono arrivata là, mi caricai questa corona e la portai”. Gratteri:
“Ti mettesti a piangere, sicuramente!”. Iurato: “Mi misi a
piangere. E allora subito, subito lì i giornali: “le lacrime del Prefetto”.
Gratteri: “Non avevo dubbi (eh, eh ride). Iurato: “Ehhh
(scoppia a ridere) i giornali: le lacrime del Prefetto”.
Ieri il prefetto Iurato è stato interdetto dai
pubblici uffici per le indagini cui è sottoposta
sugli appalti della Polizia.
LE RISATE DI PISCICELLI
Dialogo tra gli imprenditori Pierfrancesco
Gagliardi e De Vito Piscicelli il 6 aprile
2009, giorno del terremoto. “Alla Ferratella
occupati di ‘sta roba del terremoto –
dice Gagliardi – perché qui bisogna partire
in quarta subito, non è che c'è un terremoto
al giorno”. “Vabbuò – risponde
Piscicelli –, io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto”.
LA COMMISSIONE GRANDI RISCHI
“Studiamo con molta attenzione l’Abruzzo e lo stato delle conoscenze
ci permette di fare delle affermazioni certe” (Boschi).
“Escluderei che lo sciame sismico sia preliminare di eventi”
(Boschi). “Questa sequenza sismica non preannuncia niente”
(Barberi). “I forti terremoti in Abruzzo hanno periodi di ritorno
molto lunghi. Improbabile il rischio a breve di una forte
scossa come quella del 1703, pur se non si può escludere in
maniera assoluta” (Boschi).
I PARENTI DELLE VITTIME
Linda Giugno, parente di Francesco e Luigi, morti per il terremoto:
“Mio fratello mi disse: “Hai sentito? È tutto a posto,
non ci stanno preoccupazioni. Se continuano i terremoti che
fanno piano piano così, il terremoto sfoga e non ci sarà mai la
botta grossa” disse. Eravamo stati tutti rassicurati, dai giornali,
dalle voci che correvano. E mi arrabbiai con mio fratello, perché
mi parlava piano e dissi: ‘Gi’, ma perché parli così piano che non
ci sento?’ e lui: ‘Guarda, Francesca e Giovanna dormono, non
gliela voglio dare la preoccupazione, perché è infondata’.
A. Mas. Il fatto quotidiano 19 gennaio 2013
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