tratto da manifestiamo.eu http://www.manifestiamo.eu/2013/01/17/acqua-mia-e-basta/
Di Alessandra Fava | 17 gennaio 2013
Contro la nuova tariffazione dell’acqua è partita oggi da Genova e continuerà in tante piazze italiane una mobilitazione nazionale per il 25 e 26 gennaio contro la nuova tariffazione dell’acqua.
L’obiettivo è racogliere firme per un ricorso (http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/) contro il decreto Salva-Italia che ha trasferito le competenze dei servizi idrici all’Autorità per l’energia elettrica e il gas che a sua volta ha stabilito con ”tempi garibaldini” come ha ammesso anche il presidente dell’Autorità Guido Bortoni, il nuovo metodo di tariffazione dell’acqua. Il provvedimento di fatto introduce il principio della remunerazione del capitale investito nel servizio idrico, abrogato dal secondo quesito referendario votato nel giugno 2011 con l’espressione ”oneri finanziari” e ”rischio di mercato”, un cavallo di Troia che in pratica lascia invariate le cose.
Gli attivisti sono riusciti a cogliere il senso delle cose in un nuovo regolamento di 78 pagine fitto di comparazioni tra le varie tariffe, oltre settanta, nei diversi comuni italiani e Ato italiani. Una congerie di differenziazioni che lascia poco spazio alla chiarezza. ma secondo gli addetti ai lavori corrisponde a costi più o meno alti della fornitura.
Tornando alla nuova tariffa contro la quale il comitato del referendum ha lanciaot la campagna ”Il mio voto va rispettato”, tutto nasce da un decreto Monti, il decreto Salva-Italia 201/11 (legge 214/11) che ha conferito competenze in materia di servizi idrici all’Autorità per l’energia elettrica e il gas. In particolare il decreto parla di ”funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici, che vengono esercitate con i medesimi poteri attribuiti all’Autorità stessa dalla legge 481/1995″.
Mentre le amministrazioni locali stanno studiando come adeguarsi, l’Autorità ha costituito un gruppo di lavoro che dovrà concludersi nel maggio di quest’anno e intanto ha accellarato i lavori, ma non nel rispetto dell’esito referendario: il 28 dicembre l’Autority ha stabilito un nuovo metodo per calcolare le bollette dell’acqua e la voce “remunerazione del capitale investito” è diventata “costi finanziari”, come dire che la finanza e il ricorso alla quotazione in Borsa sono tutt’altro che sfumati, in barba al referendum.
Mentre le amministrazioni locali stanno studiando come adeguarsi, l’Autorità ha costituito un gruppo di lavoro che dovrà concludersi nel maggio di quest’anno e intanto ha accellarato i lavori, ma non nel rispetto dell’esito referendario: il 28 dicembre l’Autority ha stabilito un nuovo metodo per calcolare le bollette dell’acqua e la voce “remunerazione del capitale investito” è diventata “costi finanziari”, come dire che la finanza e il ricorso alla quotazione in Borsa sono tutt’altro che sfumati, in barba al referendum.
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