sabato 20 agosto 2011

Gdf Suez dove arrivano i prezzi (acqua, energia) aumentano i cittadini protestano

http://www.terranews.it/news/2011/08/la-lunga-marcia-delle-grandi-sorelle-d%E2%80%99oltralpe
Andrea Palladino
LE FRANCESI. Gdf Suez e Veolia alla conquista dei servizi pubblici locali. Dove già gestiscono l’acqua i prezzi aumentano e i cittadini protestano.

Parigi le ha unite, per decine di anni. E dalla capitale francese è poi iniziato il cambiamento epocale, il grande movimento globale che vorrebbe restituire ai cittadini dignità e servizi pubblici, cacciando le due multinazionali che hanno gestito l’acqua fino allo scorso anno. Gdf Suez e Veolia, le due grandi sorelle dell’acqua, dei rifiuti, dell’energia e del trasporto pubblico locale che da sole hanno da tempo immemorabile in mano il quotidiano di milioni di cittadini, si spartivano – quasi simbolicamente – i rubinetti dei parigini, tra Rive droite e Rive gauche, fino all’arrivo della nuova giunta di sinistra. Fino al 2010, quando il sindaco parigino ha creato “Eau de Paris”, il nuovo gestore completamente pubblico. Sono potenti e intoccabili, non solo in Francia, ma nel mondo intero: Cina, Africa, Magreb, Medio Oriente, America Latina. E Europa, con una preferenza ormai storica per l’Italia, terra di conquista che si prepara ad accogliere a braccia aperte i cugini affaristi d’oltralpe.

I due giganti francesi sono le punte di diamante del capitalismo quasi militarizzato dell’era Sarkozy. I manager provengono dalle grandi scuole tecniche o dall’Ena, la fucina dei commis di Stato. Sono snodi strategici dove si incrociano i capitali delle banche d’affari con la potenza dell’industria energetica, che ospitano nei Cda i rappresentanti necessari per i contatti politici giusti, come l’italiano Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni vicinissimo a Silvio Berlusconi, consigliere in Veolia. Sono le due principali candidate per comprare tutto il comprabile delle municipalizzate italiane, che ora guardano con grandissimo interesse alla manovra finanziaria di Tremonti. Non hanno nessun problema di fondi, visti gli stretti legami che vantano con il sistema finanziario europeo, attraverso le principali banche e i gruppi assicurativi francesi. E già sono saldamente presenti in Italia, attraverso le tante concessioni conquistate negli ultimi dieci anni.

A partire da Milano, dove alla fine degli anni ‘80 avveniva la spartizione a tavolino del mercato dei servizi ambientali, fino a Latina, alla Calabria, alla Sicilia, passando per il Lazio, la Toscana e l’Umbria. Hanno fino ad oggi puntato gran parte delle risorse sull’acqua, sulla depurazione, sui rifiuti e sull’energia, mercati sicuri, garantiti molto spesso da monopoli naturali affidati con contratti trentennali. Con pochissimi ostacoli: solo l’Antitrust ha provato a sanzionare l’accordo Suez/Acea, con una multa milionaria e una pesante sentenza di condanna, ora in fase di revisione davanti al Consiglio di Stato. I referendum, paradossalmente, hanno avuto in fondo successo soprattutto grazie a loro e alle gestioni private dei beni comuni basate su aumenti esponenziali delle tariffe. La mappa dei comitati italiani del movimento per l’acqua pubblica è nei fatti sovrapponibile alla presenza di Suez e Veolia nel nostro paese.

Le città simbolo delle proteste popolari contro le gestioni private (Arezzo, Firenze, Aprilia, i Castelli romani, Frosinone, Nola, la Sicilia) sono stati i laboratori delle gestioni finanziarie ed industriali affidate ai gruppi dove siedono tra i soci le due multinazionali francesi. In fondo proprio qui i cittadini hanno potuto capire cosa vuol dire gestione privata dei servizi pubblici locali, sperimentando i tagli dei tubi quando le famiglie non riuscivano più a pagare le bollette divenute insostenibili. La capacità di lobby dei gruppi francesi è ben collaudata. Quando Veolia si chiamava ancora CGE in Italia strinse una strategica alleanza con il gruppo imprenditoriale Acqua, la società dei fratelli Pisante, una famiglia che ha occupato molte colonne negli anni delle inchieste del pool “mani pulite”.

I francesi iniziarono a frequentare assiduamente manager del calibro di Paolo Scaroni prima che finisse arrestato con l’accusa di aver corrotto il Psi per conto del colosso Techint. E con i fratelli Pisante i francesi condivisero le sorti – e le azioni – di una piccola e sconosciuta società milanese, la Siba, che poco dopo divenne il cavallo di Troia per ottenere le ricche concessioni degli acquedotti campani, calabresi e siciliani. La presenza nel campo dei rifiuti di Veolia si è consolidata dopo un passaggio nelle società che, insieme alla De Bartolomeis e ad Orazio Duvia, gestiva la discarica di Pitelli a La Spezia, vero crocevia dove si incontravano poteri economici e politici, anche del centrosinistra. Un radicamento decisamente importante, visto che oggi la sede principale della Veolia Ambiente è proprio a La Spezia, nell’area dell’Oto Melara, una delle principali fabbriche d’armi italiane.

Risale sempre all’inizio degli anni ‘90 la discesa in Italia di Suez, gruppo che gestisce moltissimi acquedotti nel centro Italia. L’alleanza locale, in questo caso, è avvenuta con quella parte del centrosinistra che ama particolarmente «la gestione industriale» dei beni comuni. Chiave è stata l’amministrazione di Walter Veltroni e l’ex municipalizzata romana Acea, divenuta alleata di ferro della Suez. Grazie a questa stretta partnership Suez ha raggiunto il Lazio (Roma e Frosinone), la zona di Nola in Campania, l’Umbria, ma soprattutto la Toscana, regione che ha visto consolidarsi il modello della gestione mista pubblico-privata.

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