http://www.terranews.it/news/2011/08/scozia-pericolo-marea-nera-ambientalisti-contro-la-shell
Vittorio Cavi
INCIDENTE. Continua la fuoriuscita di idrocarburi dalla piattaforma Gannet Alpha, nel Mare del Nord. La multinazionale: «Perdita limitata». Già in acqua 1.300 barili. Ieri scoperta un’altra falla.
«Incidenti come questo sono delle piccole bombe ecologiche» per gli ecosistemi marini. Il biologo marino Silvio Greco commenta con preoccupazione la fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma Gannet Alpha, a 180 chilometri da Aberdeen, sulla costa orientale della Scozia. L’impianto è gestito dal colosso Shell che, peraltro, non ha precisato quando sarà in grado di bloccare lo sversamento. Ad una prima stima, la multinazionale anglo-olandese aveva stimato la perdita in oltre 200 tonnellate di greggio, circa 1.300 barili, che hanno già inquinato il Mare del Nord. Secondo gli esperti si tratta dell’incidente più grave nell’area dal 2000. E l’allarme ambientale cresce minuto dopo minuto: «In questa zona siamo in presenza di ecosistemi molto delicati», spiega ancora Greco. «Il dramma è che si continua a minimizzare l’episodio come se fosse normale che le piattaforme petrolifere perdessero petrolio.
E' un atteggiamento assurdo, compreso quello di non diffondere in tempo i dati, che dimostra come le grandi compagnie abbiano solo un unico obiettivo: l’aumento del capitale sociale, in completo sfregio ad ambiente e bene comune». Poche ore fa la Shell ha annunciato di aver «praticamente fermato la perdita»: nel contempo, però, stando a quanto riferisce la Bbc, è stata individuata una seconda falla nella piattaforma Gannet Alpha «ancora non localizzata con precisione». «La perdita si trova in una posizione difficile con molta vegetazione marina», ha confermato il responsabile Shell per l’esplorazione in Europa, Glen Cayley. Le squadre di sommozzatori sono al lavoro per individuare il miglior modo d’intervenire. Al momento, avverte la Shell, la perdita sarebbe limitata «a due barili al giorno». Una notizia, comunque, che rassicura pochi e che non ha fatto risparmiare alla Shell le durissime critiche degli ecologisti, che hanno anche espresso forti dubbi sulla capacità della multinazionale di estendere le proprie operazioni nell’Artico.
«Quest’incidente», ha attaccato Richard Dixon di Wwf Scotland, «fa davvero pensare alla capacità dell’industria petrolifera di rimediare ai disastri, se questo incidente fosse stato più grande o se si fosse verificato nelle acque più difficili dell’Artico». Vicky Wyatt di Greenpeace ha denunciato: «Il governo dovrebbe smetterla di garantire a raffica licenze per l’estrazione di petrolio a ovest delle Shetland». La Shell è sotto accusa anche per la mancanza d’informazioni: «Il petrolio scorre, ma le informazioni puntuali no», ribadisce la Wyatt. «La perdita originale, ora classificata come grave, si è verificata mercoledì, ma la notizia non è stata resa nota per 48 ore e adesso apprendiamo della seconda perdita». Anche l’associazione Friends of the Earth Scotland protesta: «E'incredibile che le informazioni ci arrivino ancora con il contagocce e che la perdita definita all’inizio “insignificante” dalla Shell stia ancora dando problemi».
http://www.repubblica.it/ambiente/2011/08/16/news/continua_perdita_mare_del_nord-20486288/
MARE DEL NORD
Continua la fuoriuscita di petrolio
"Peggior incidente nell'area dal 2000"
Non si ferma la perdita dalla piattaforma Gannet Alpha, al largo delle coste scozzesi. Gli esperti: situazione grave. La Shell ammette di non essere riuscita a fermare il flusso, ma assicura: sta calando
La piattaforma Gannett Alpha
ROMA - Cresce la paura per la perdita di petrolio nel mare del nord 1, al largo delle coste scozzesi: la fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma Gannet Alpha, a 180 chilometri da Aberdeen, sulla costa orientale della Scozia, non si è fermata. Lo annuncia la Shell, senza fornire altri dettagli, né fare alcuna previsione su quando sarà in grado di fermare la perdita.
Dopo giorni di silenzio e scarsa informazione, ieri il colosso anglo-olandese aveva stimato la perdita in 200 tonnellate di greggio, circa 1.300 barili: secondo gli esperti si tratta dell'incidente più grave nell'area dal 2000. Il colosso anglo-olandese ammette che si tratta di una fuoriuscita "significativa", ma che andrebbe rallentando: la stima di oggi è che la quantità di petrolio riversata in mare sia scesa a 5 barili al giorno.
Secondo la Bbc ci sarebbe una seconda falla da cui fuoriesce il greggio, non ancora individuta con precisione. "Abbiamo un sistema sottomarino molto complesso, e la perdita si trova in una posizione difficile con molta vegetazione marina", ha detto il responsabile Shell per l'esplorazione in Europa, Glen Cayley. Le squadre di sommozzatori sono al lavoro per individuare il punto della perdita.
(16 agosto 2011) © RIPRODUZIONE RISERVATA
mercoledì 17 agosto 2011
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