POLITICA & PALAZZO | di Redazione Il Fatto Quotidiano 11 agosto 2011
Commenta (153)Più informazioni su: Buvette, Casta, Madama, Menù, Ristorante, Senato Polemica sui prezzi stracciati del ristorante del Senato. Schifani: “Listino da adeguare” Pasta al ragù, 1 euro e 50; roast beef, 2 euro; birra, 1,60; caffè, 42 centesimi; pasticcino, 0,46; aperitivo o ammazzacaffè, 0,93. E poi ancora, spremuta, 92 centesimi; panino col prosciutto, 1,17; tramezzino, 96 centesimi; cappuccino, 58; tè con fette biscottate, 84 centesimi. In concomitanza con la seduta di stamane delle 4 commissioni parlamentari per le comunicazione di Tremonti, il popolo del web ha fatto una scoperta “culinaria”: qualcuno ha trafugato materialmente un menù del ristorante dei senatori e lo ha pubblicato tal quale. Un enorme successo mediatico. Chi ha la possibilità di frequentare la “mensa” di palazzo Madama sa bene che non si tratta di un falso. Il documento è stato sfilato da uno dei tanti menù distribuiti ai “clienti” e custodito in una cartellina rigida in pelle blu. La sua attendibilità è quindi fuori discussione. Compresi i prezzi.
Un pasto completo non costa più di dieci euro. Ma nella maggior parte dei casi molto meno. L’iva non viene applicata perchè, come in tutti gli esercizi interni alle aziende private o alla pubblica amministrazione, non è previsto dalla legge. Si tratta infatti di un servizio che non ha scopo di lucro: viene fornito per agevolare la vita dei lavoratori, anche se di alto rango, come si presume che siano i parlamentari. La gestione del ristorante del Senato è affidata ad una ditta privata, la Gemeaz Cusin, con sede a Milano. Il Senato fornisce il locale al piano terra in stile liberty: quasi 200 coperti, su una superficie di circa 400 metri quadrati, cucine a parte. E anche le attrezzature per la cottura, le tovaglie, i bicchieri e le posate. Queste ultime debbono essere periodicamente rinnovate perché recano lo stemma senatoriale e sono spesso “predate”come souvenir.
Ovviamente il prezzo pagato dagli avventori non basta a pagare le spese. Così per ogni coperto del ristorante la “Camera alta” deve raddoppiare la cifra corrisposta dai commensali. L’operazione costa circa 1.200.000 euro l’anno. Il presidente del Senato ha fatto sapere in serata che i prezzi della ristorazione interna verranno presto adeguati ai costi effettivi. E’ soddisfatto il deputato dell’Idv, Carlo Monai, che ha diffuso il menu del ristorante del Senato suscitando indignazione sul web. “Bisogna dare segnali di sobrietà”, ha spiegato commentando la decisione di Palazzo Madama di far pagare il costo effettivo dei pasti consumati. “Certo, e’ un gesto simbolico, ma in un momento come questo non possiamo vivere in un giardino dell’Eden”. Monai ha promesso che continuerà la sua battaglia per il taglio dei costi della politica e che rivelera’ altri particolari della vita da parlamentare, come il servizio di contestazione delle contravvenzioni dei deputati che, “dopo la mia denuncia è stato chiuso”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/11/polemica-sui-prezzi-stracciati-del-ristorante-del-senato-schifani-listino-da-adeguare/151128/
Menu Senato: e a noi cittadini non restano che le briciole…
Posted by Azzurra Lorenzini on 12 agosto 2011 in Attualità, Politica
Scoperta sensazionale: il ristorante più economico d’Italia! Volete prenotare immediatamente? C’è solo un piccolissimo problema: la sua utenza è elitaria e si trova in una zona ad accesso riservato. E’, infatti, il ristorante di Palazzo Madama, ad uso e Consumo dei Parlamentari. Il costo è quello di una mensa universitaria low-cost, ma neanche, eppure il cibo è prelibatissimo, non sia mai che un cibo scadente guasti le “faticosissime” sedute parlamentari. Facebook è indignato. E Carlo Monai, Senatore che ha lanciato una vera ed autentica bomba nel web, è lì che se la ride, nella speranza che la furia popolare faccia smuovere le acque. Il Menu della discordia, à la carte, è quello che è giunto sui nostri schermi e, purtroppo, non sulle nostre tavole, facendoci irritare ancora di più, visto che sono mesi che, ormai, non sentiamo altro che le parole crisi, rincari, tagli. Ma i rincari ed i tagli ci sono solo per noi, comuni cittadini? Infatti, di tagliare il meraviglioso ristorante a Palazzo Madama, neanche per idea. Ed il costo del servizio è cinque milioni di euro! Avete capito bene? Ovviamente, chi li paga: le istituzioni. E cioè? Noi, in parole povere. Noi paghiamo i lauti pranzi dei parlamentari e poi non abbiamo soldi per portare a cena fuori la nostra fidanzata. Che bella notizia…
Scandagliamo il menu da sogno che, ormai, ha fatto il giro del web e che, sinceramente, ha i prezzi più stracciati che ci siano. Si parte con una scelta di tre antipasti. Un bel carpaccio di filetto con salsa di limone che, in ogni ristorante della terra, non costa meno di 13 euro, nel paradiso dei Parlamentari ha il modico prezzo di 2,76. Noi non ci compreremmo nemmeno i limoni… Ma continuiamo: le lamelle di spigola con radicchio e mandorle, un piatto dai 13 ai 18 euro, non va oltre i 4 euro, per la Casta. Passiamo il prosciutto e melone a 2,33, sempre che non sia di Parma e troviamo un bell’antipasto a buffet stimato, nei ristoranti dei comuni mortali, a 10, 15 euro, ma che, nell’”olimpo della casta” arriva nel piatto con soli 3,34. Alla faccia del buffet… Eh sì, facciamo sconti a chi intasca più di 10.000 euro al mese, mi sembra più che giusto. Come mai in una località di mare un antipasto di pesce puoi arrivare a pagarlo sino a 20 euro? E si parla di lavoratori che vivono con 1.000 euro al mese e, magari, una volta tanto, vorrebbero concedersi un buon piatto in riva al mare. Solo che con queste notizie la spigola ti va di traverso!
Passiamo ai primi. Gli spaghetti alle alici, che vanno dai 15 ai 20 euro, il Senato li offre a solo 1,60. 1,60? Ma neanche gli spaghetti di una nota marca italiana costano così poco! E le alici chi le paga? Non ve lo vorrei dire… Sì, sì, ancora noi! Ci sono anche ricette sorpaffine al Senato, che credete. Prendete, ad esempio, un risotto con rombo e fiori di zucca! Con 3,34, ve lo gustate tutto, cioè, se lo gusta la Casta. Noi ce lo gusteremmo solo con minimo dieci euro in più! Accontentiamoci dei fiori fritti, per ora…
Dando un sguardo ai secondi, salta all’occhio il classico pesce spada alla griglia che, sul litorale, non si trova a meno di 20 euro e sapete invece quanto lo fa il “fantastico” ristorante a Palazzo Madama? 3,55! Neanche un parcheggio di due ore, un caffè e brioche, neanche il coperto in un ristorante di alto grido! E per i parlamentari più golosi, il dolce al carrello è davvero regalato: 1,74! Peccato che spesso i comuni mortali debbano rinunciarci, per non dar fondo ai risparmi!
Insomma, volendo, un Parlamentare mangia due antipasti, due primi, due secondi e pure il dessert a soli 20 euro! Alla faccia del centinaio di euro che scappa dalle tasche di noi italiani! Per carità, non so se gli chef siano sopraffini, però, di certo, faranno di tutto per deliziare il palato “sopraffino” dei Deputati.
Ma il terremoto che è corso sul web ha fatto tremare le mure di Palazzo Madama che promette rincari a costo degli utenti del ristorante. Era ora! Ma come mai so già che quando le acque si saranno calmate tutto tornerà come prima? La crisi investe tutti, ma perché i primi a mettersi un mano sul cuore non sono i nostri politici? Con qualche sacrificio anche da parte loro, il paese andrebbe molto meglio. Che poi, scusate, ma la politica non dovrebbe volere il bene del paese? E, poi, con le lunghe sedute di Senato, non è meglio restare leggeri?
http://www.donna10.it/menu-senato-e-a-noi-cittadini-non-restano-che-le-briciole-12012.html
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