sabato 15 maggio 2010

inceneritori, biomasse, diossina e tumori

ECCESSO DI DIOSSINA IN 8% DI CAMPIONI DI CIBO IN EUROPA
Il rapporto ha preso in considerazione oltre 7.000 campioni raccolti in 21 Paesi europei.
BRUXELLES (Reuters) - Livelli illegali di diossina, sostanza cancerogena, sono stati riscontrati nell'8% di campioni di alimenti e mangimi prelevati in Europa tra il 1999 e il 2008. Lo ha annunciato oggi l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
Il fegato di animali e pesci ha i livelli più alti di diossina riscontrati negli alimenti, mentre l'olio di pesce mostra i livelli più alti tra i mangimi animali, ha detto l'Efsa, che ha sede in Italia. Il logo dell Efsa
"L'esposizione per lunghi periodi ad alti livelli di diossine è stata dimostrata la causa di una serie di effetti, tra cui il cancro", ha detto l'Efsa.
"La loro persistenza ed il fatto che si accumulino nella catena alimentare, particolarmente nel grasso animale, continua pertanto a causare preoccupazioni sulla sicurezza", ha aggiunto.
Il rapporto ha preso in considerazione oltre 7.000 campioni raccolti in 21 Paesi europei.
Gli alti livelli illegali di diossina nei campioni sono risultati in campioni in parte prelevati "durante specifici episodi di contaminazione", ha detto l'Efsa.
La mancanza di informazione su quali di questi campioni provengano da test mirati e quali da test casuali rende difficile individuare una tendenza specifica nei livelli di diossina in cibi e mangimi, dice l'Efsa.
Le diossine sono sostanze tossiche provocate dal procedimento di combustione, ad esempio inceneritori o incendi di foreste, e in alcuni processi industriali. Trasportate dall'aria, le diossine si depositano su piante, suoli ed acque ed entra nella catena alimentare quando sono ingerite da bestiame o pesce.
Negli ultimi anni le preoccupazioni per la contaminazione da diossina hanno compreso anche la mozzarella di bufala italiana e la carne di maiale irlandese.
http://www.progettogaia.it/stampa/index.asp?id=1914
DIOSSINA E TUMORI
Sunto della relazione presentata nel corso della sessione del X Congresso Nazionale AIOM
Parlare di diossina (TCDD o “diossina di Seveso”) oggi significa parlare di un inquinante che è diventato ormai il simbolo dell’inquinamento del nostro pianeta e dalla cui contaminazione nessuno può ritenersi esente (1). Un editoriale recentemente comparso su Nature (2), riferito a nuovi meccanismi d’azione della TCDD indipendenti dal legame con il recettore AhR e che comportano la formazione di enzimi atipici, alteranti la fisiologica degradazione dei recettori steroidei, conclude con questa frase : “il nostro eco sistema è ormai un esperimento chimico-biologico su larga scala, in cui siamo contemporaneamente coloro che sperimentano e coloro che lo subiscono, speriamo che tutto vada a buon fine, ma solo il tempo lo dirà”. Un primo fondamentale conc etto è quindi che, di fronte ad una contaminazione di cui nessuno può ipotizzare compiutamente effetti e conseguenze, dovrebbe essere assunto un atteggiamento di massima precauzione, evitando il più possibile l’immissione nell’ambiente di inquinanti pericolosissimi e persistenti quali la diossina. D’altra parte di fronte alla crescente incidenza di patologie cronico/degenerative che comportano enormi costi sociali, umani ed economici anche di recente è stata ribadita l’importanza di un approccio “sistemico” alla salute umana, che non può più contemplare solo il versante terapeutico ma deve riscoprire il ruolo della Prevenzione Primaria. (3). Diossina: caratteristiche, tossicità, meccanismi d’azione e fonti. La tossicità della diossina (TCDD) e dei suoi congeneri è correlata al livello di affinità per il recettore AhR (aryl-idrocarbon receptor) e per quanto la letteratura sulla TCDD e soprattutto sulle funzioni del recettore AhR sia crescente (4), ancora oggi si è alla ricerca dei fisiologici ligandi dell’AhR (5). L’AhR è ampiamente conservato nella filogenesi ed ha certamente un ruolo determinante nell’ontogenesi come studi su animali transgenici hanno dimostrato; in particolare l’ AhR sembra avere un ruolo chiave per il normale sviluppo dei sistemi immunitario, vascolare, emopoietico, endocrino ed è coinvolto nelle più disparate funzioni cellulari (proliferazione, differenziazione, apoptosi) fino alla regolazione del ritmo circadiano. Ma non essendo ancor oggi del tutto noti i fisiologici ligandi e quindi le funzioni esplicate, non è
possibile conoscere compiutamente le alterazioni provocate da molecole agoniste, quali la TCDD. A maggior ragione inoltre un atteggiamento prudenziale dovrebbe essere dettato dalle caratteristiche di questa molecola e dei suoi congeneri: persistenza (emivita della TCDD nell’ uomo da 7 a 11 anni, nel sottosuolo fino a 100 anni), assunzione per via alimentare, bioaccumulo, biomagnificazione ed eliminazione attraverso il latte materno. Dai dati di letteratura la contaminazione da parte di diossina e similari nel latte materno varia dai 3.2 ai 15.2 pg/g di grasso ed in un recente campione di latte di donna bresciana, al 3° mese di allattamento, sono stati ritrovati ben 30 pg/g di grasso. Giova ricordare che la normativa in ambito alimentare su queste molecole per prodotti lattiero-caseari prevede un massimo di 3 pg/g. di grasso
(6). Nel 1997 la TCDD è stata classificata dalla IARC come cancerogeno certo per l’ uomo (1A), ad azione multiorgano e rientra inoltre fra i 12 POP’s ( persistent organic pollutant’s) di cui nel 2001 è stato vietato produzione, uso e rilascio dalla conferenza di Stoccolma, sottoscritta da 120 paesi fra cui l’ Italia. Le principali fonti di produzione di queste molecole sono i processi di combustione a determinate T ed in presenza Cloro; secondo l’ultima edizione dell’inventario europeo delle diossine (7) per l’Italia essi sono rappresentati in ordine decrescente da: combustione rifiuti (64.4%), acciaierie, incendi e traffico stradale (1.1%). Dal punto di vista tossicologico la TCDD rientra fra gli “endocrine disruptor” e le molteplici azioni sulla salute umana di questi
agenti sono state anche di recente passate in rassegna (1, 8). Inoltre si stanno accumulando sempre più evidenze sulla possibilità di un danno trans-generazionale di questi agenti (9, 10). Di recente ciò è stato confermato anche sull’uomo con i danni tiroidei nei bambini nati nella popolazione esposta a TCDD per l’incidente di Seveso (11).
Un secondo concetto, altrettanto importante, è che di fronte a molecole come la TCDD, la cui tossicità –ricordiamo-si misura in miliardesimi di milligrammi (picogrammi), non possiamo comunque pensare che valga ancora quanto affermato da Parcelso e cioè che “la dose fa il veleno”; in questo caso infatti, come sempre più sta emergendo dalla letteratura internazionale (12, 13, 14), non è la dose, ma il momento in cui la sostanza agisce che ne determina gli effetti ed il periodo dello sviluppo fetale e della prima fase della vita extra uterina appaiono cruciali per determinare lo stato complessivo di salute da adulti e non solo per quanto riguarda la cancerogenesi (15) . Diossina: cancerogenicità Dal punto di vista cancerogeno la diossina non è un mutageno ( 16) ma agisce come promotore o, meglio ancora, il suo meccanismo di azione è correlato a modificazioni dell’assetto epigenetico, modificazioni che assumono un ruolo di sempre maggior rilievo nel processo della cancerogenesi (17). Evidenze di laboratorio su cavie hanno dimostrato ad esempio come l’esposizione in
determinate “finestre espositive” (15° giorno dal concepimento) di cavie a TCDD e l’ esposizione a cancerogeno certo (dimetil dibenzo antracene DMBA) al 50° giorno dalla nascita, abbia comportato un numero nettamente più elevato di tumori mammari rispetto al gruppo esposto al solo cancerogeno certo dopo la nascita (18). Questi lavori, come numerosi altri (19, 20) aprono pertanto scenari assolutamente nuovi rispetto a neoplasie in netto aumento come i tumori mammari e mettono in discussione la visione stessa della cancerogenesi. Questa potrebbe non essere più vista come il risultato di una mutazione somatica (SMT), con l’acquisizione di vantaggi del clone neoplastico, attraverso step successivi, ma come il risultato di una alterata programmazione
tissutale (TOFT) che avverrebbe nel corso della vita fetale o comunque nel corso di determinate “finestre espositive” (21) . Per tornare alle evidenze epidemiologiche, è stata indagata (22). l’insorgenza di cancro mammario nella popolazione femminile di età inferiore a 40 anni al momento dell’incidente di Seveso, dosando la TCDD a livello ematico e si è evidenziato come la comparsa di cancro mammario sia correlata all’incremento di TCDD nel sangue. Ancora un'altra azione della diossina è la sua
associazione con la traslocazione 14;18,. La traslocazione (14;18) rappresenta un evento cruciale nella linfomagenesi e la si ritrova in oltre il 70% dei linfomi NH centrofollicolari e con minor frequenza in altri istotipi. Essa, comunque, non può ritenersi patognomonica di malattia, in quanto presente anche nei linfociti circolanti di individui in buona salute. Proprio da studi su popolazione in apparente buona salute esposta all’incidente di Seveso e su cui è stato effettuato il dosaggio ematico di TCDD, risulta che, mentre la prevalenza di individui portatori di linfociti con la traslocazione in oggetto è la medesima indipendentemente dal livello di TCDD presente nel sangue, la frequenza di linfociti “traslocati” circolanti è quasi 10 volte più alta nel gruppo con maggior dosaggio di TCDD , quasi che la maggior presenza di diossina comportasse
una sorta di “facilitazione” all’ espansione del clone traslocato (23). La correlazione fra esposizione a TCDD e patologie emolinfopoietiche è ben documentata dai dati
recentemente pubblicati sulla mortalità a 25 anni dall’ incidente di Seveso (24): il Rischio Relativo di morte per patologie del sistema emolinfopoietico è infatti a distanza di 20 o più anni dall’ incidente nell’ area più inquinata ( zona A) pari a 5.38 (CI 95% 2-14.49).
Le patologie più coinvolte, in modo statisticamente significativo, sono: LNH (RR= 3.35) Mieloma Multiplo (RR=4.34) , Leucemie acute (RR=1.73). Non va dimenticato inoltre che anche il RR di morte per tutti i tumori è risultato nella popolazione della zona A statisticamente significativo e pari a 1.65 e ben sappiamo che la mortalità è un indicatore molto approssimativo dello stato di salute complessivo di una popolazione.
Se questi sono i risultati di un’esposizione elevata e concentrata nel tempo, quale quella che si è registrata per Seveso, non possiamo però trascurare il rischio correlato ad esposizioni relativamente basse ma prolungate nel tempo a diossine emesse da impianti di incenerimento. I dati epidemiologici non mancano ed in particolare si documenta l’associazione con linfomi Non Hodgkin (25-28) con Rischio Relativo per incidenza fino a 2.3 (25-26) e con tasso standardizzato di mortalità (SMR) variabile da 111 a 184.2 (27-28) ). Oltre ai linfomi NH vanno ricordati anche i sarcomi che vengono ritenuti patologie “sentinella” del multiforme inquinamento prodotto da
impianti di incenerimento e sono stati correlati in particolare all’esposizione a diossine (29, 30). Di grandissimo interesse, a questo proposito, risulta il recente studio (31) sui sarcomi in provincia di Venezia che ha dimostrato un rischio di sviluppare la malattia 3.3 volte più alto fra i soggetti con più lungo periodo e più alto livello di esposizione ed ha evidenziato inoltre come il massimo rischio sia correlato, in ordine decrescente, alle emissioni provenienti rispettivamente da rifiuti urbani, ospedalieri ed industriali.
Inoltre, il 2 aprile 2008 (32) sono stati resi noti i risultati della ricerca condotta da La Veille Sanitarie in Francia nella popolazione adulta residente in prossimità di impianti di
incenerimento. I risultati preliminari erano stati presentati nel novembre 2006 ed avevano riguardato 135.567 casi di cancro insorti nel periodo 1990-1999 su una popolazione residente in prossimità di 16 inceneritori di rifiuti urbani attivi tra il 1972 ed il 1990. Lo studio aveva considerato l’esposizione a diossine valutate in diversi percentili ed i risultati preliminari, si sono ulteriormente rafforzate davanti a quelli conteggiati a marzo 2008 e non ancora definitivi. Si evidenziano infatti i seguenti incrementi: sarcomi: 22%, linfomi non Hodgkin: 12% in entrambi i sessi 18% nelle femmine, cancro al fegato: 16%, mieloma multiplo: 16% in entrambi sessi e 23% nei maschi e tutti i cancri nelle donne: 6%. Ricordiamo che anche lo studio condotto sulla popolazione di un quartiere di Forlì (Coriano) (33) esposta a due impianti di incenerimento (rifiuti urbani e ospedalieri) aveva evidenziato gravi danni per la salute specie nel sesso femminile con aumento statisticamente significativo del rischio di morte per tutte le
cause e soprattutto per tutti i tumori, rischio crescente e coerente con il crescere dei livelli esposizione a metalli pesanti: dal 17% al 26% al 54% (25). In particolare è risultato aumentato e statisticamente significativo il rischio di morte per cancro alla mammella (RR=2.16) , al colon (RR=2.47) , allo stomaco (RR=2.56).
Infine degni di nota sono gli studi di Knox in Gran Bretagna che anche di recente (34) ha
confermato che il più importante fattore di rischio di morte per cancro in età infantile è
rappresentato dalla prossimità dell’abitazione a fonti emissive di agenti quali : particolato, IPA, benzene, diossine ed altro. In definitiva, la diossina è un cancerogeno IA IARC multiorgano, non mutageno, persistente con azione di promotore che agisce con verosimili meccanismi epigenetici che aprono la strada a traslocazioni e risulta convolta in neoplasie la cui incidenza sta drammaticamente aumentando quali il cancro alla mammella ed i linfomi. A fronte di dati epidemiologici inquietanti che vedono in Italia un incremento complessivo di incidenza di cancro nelle donne, indipendentemente dall’ età dell’1% annuo (35) e di cancro nell’ infanzia del 2% annuo (36), esattamente doppio di quanto si registra in Europa (37), ci vengono in mente le parole di A. Einstein: “un uomo intelligente risolve un problema, un uomo saggio lo evita” e queste parole ci sembrano particolarmente azzeccate se pensiamo a ciò che comporta la crescente pratica dell’incenerimento dei rifiuti. E’ stato calcolato che con le
previsioni di incenerimento previste complessivamente in Europa (38) si andranno ad
immettere, utilizzando le migliori tecnologie disponibili (BAT) e nel rispetto dei limiti di legge, quantità assolutamente non trascurabili di inquinanti: ben 500 gr ad es. di diossina e composti dioxin like. Si pensi che solo in Emilia Romagna, situata all’ interno della Pianura Padana, in una delle 5 aree più inquinate del pianeta ed in cui si registra la più alta incidenza di cancro nelle donne, dalle circa 480.000 ton/anno attualmente combuste si andrà ad incenerire oltre un milione di ton/anno di rifiuti.
Dal momento che ben altre soluzioni, ben più rispettose per l’ambiente e la salute, sono
disponibili per lo smaltimento dei materiali post-consumo, perseverare sulla strada dell’
incenerimento appare sempre più una follia. Non a caso le parole con cui Lorenzo Tomatis esordì nel corso di una audizione pubblica al Comune di Forlì sulla questione dell’
incenerimento dei rifiuti furono:“ le generazioni a venire non ci perdoneranno i danni che noi stiamo loro facendo”.
Note:

1) A. Schecter et al. Dioxin : an Overview Enivironmental Research 101 (2006) 419-428
2) J. W. Harper A degrading solution to pollution Nature 446 29 March (2007)
3) J. M. Golk The forest for the trees: a systemic approach to human health research Envir.
Health Persp 115: 1261-1263 (2007)
4) A. B Okey An aryl hydrocarbon receptor odyssey to the shores of toxicology: the Deichmann
lecture, international congress of toxicology-XI
Tox. Sciences 98(1) , 5-38 (2007)
5) L. P. Nguyen The search for endogenous activators of the aryl hydrocarbon receptor CHEM.
RES.TOXICOL.(2008) 21, 102-116
6) L. T. Baldassarri PCDD/F and PCB in human serum of differently exposed population of an
italian city Chemosphere 73 (2008) 5228-34
7) http://ec.europa.eu/environment/dioxin/pdf/stage2/volume_3.pdf
8) M.S. Wolff Endocrine disruptors: challenges for environmental research in the 21st century Ann.
N.Y. Acad. Sci. (2006) Sep, 1076: 228-38
9) M. K Skinner Endocrine disruptor and epigenetic transgenerational disease etiology Pediatric
Research (2007) 61; 1-2
10) T. Nomura Transgenerational effects from exposure to environmental toxic substances Mutat.
Res (2008) July –August 659(1-2): 185-193
11) A. Baccarelli Neonatal Thyroid function in Seveso 25 years after maternal exposure to dioxin
PLos Medicine (2008) www.plosmedicine.org 1133-1142
12) P.D. Gluckman Effect in utero and early – life conditions on adult health and disease
N Engl.J Med (2008) ; 359:61-73
13) L.S Birnbaum Cancer and developmental exposure to endocrine disruptor Envir Health
Persp.(2003) 111: 389-394
14) M. Soffritti Consequences of exposure to carcinogens beginning during developmental life
Basic&Clinical Pharmacology&Toxicology (2008) 102; 118-124
15) T. M. Edwards Environmental exposure and gene regulation in disease etiology Envir Health
Persp(2007) 115: 1264-1270
16) D. Belpomme The multitude and diversity of environmental carcinogens Environmental
Research (2007) 105: 414-429
17) C. Sawan Epigenetic drivers and genetic passengers on the road to cancer Mutation Research
(2008) 642; 1-13
18) S. Jenkins Prenatal TCDD exposure predisposes for mammary cancer in rats Reprod. Toxicol.
(2007); 23(3) 391-396
19) J.G. Brody Environmental Pollutants and breast cancer Cancer Supplement June 15, (2007) vol
109 number 12
20) A.M. Soto Does breast cancer start in the womb? Basic&Clinical Pharmacology&Toxicology
(2008) 102; 125-133
21) C. Sonnenschein Theories of carcinogenesis : an emerging perspective Seminars in Cancer
biology 18 (2008) 372-377
22) M. Warmer Serum concentrations and breast cancer risk in the Seveso Women’s health study
Environ Health Perspec. (2002) vol 110 n7
23) A. Baccarelli T(14;18) in lymphocytes of healthy dioxin-exposed individuals from Seveso, Italy
Carcinogenesis vol 27 no 10(2006) 2001-07
24) D. Consonni Mortality in a population exposed to dioxin after the Seveso , Italy, accident in
1976 : 25 years of follow-up Am. J. Epidemiol. (2008); 167: 847-858
25) Floret N Dioxin emissions from a solid waste incinerator and risk of non Hodgkin lymphoma-
Epidemiology (2003);14( 4):392-98
26 ) Floret N. A municipal solid waste incinerator as the single dominant point source of PCDD/Fs
in an ara of increased non –Hodgkin’s lymphoma incidence Chemosphere (2007); 8: 1419-262)
27) Biggeri A. Mortality for non Hodgkin lymphoma and soft-tissue sarcoma in the surrounding
area of an urban waste incinerator. Campi Bisenzio (Tuscany, Italy) 1981-2001 Epidem Prev
(2005); 29: 156-9
27) Minichilli F. A study on mortality around six municipal solid wastelandfills in Tuscany Region
Epidemiol Prev (2005);29:53-6
28) Bianchi F. Mortalità for non Hodgkin lymphoma in the period 1981-2000 in 25 Italian
municipalities with urban solid waste incinerators Epidemiol Prev (2006) ;30:80-1.
29) Viel JF. Soft-tissue sarcoma and Non Hodgkin’s Lymphoma clusters around a municipal solid
waste incinerator with high dioxin emission levels Am. J Epidemiol. 2000; 152:13-9.
30) Comba P. Risk of soft tissue sarcomas and residence in the neighbourghood of an incinerator
of industrial wastes Occup.Environ.Med (200)3; 60: 680-683
31) Zambon,P. Sarcoma risk and dioxin emissions from incinerators and industrial plants: a
population based case-control study (Italy) Environmental Health (2007); 16;6:19
32) Fabre P. Etude d’incidence des cancers a proximitè des usines d’incineration d’ ordures
menageres http://www.cniid.org/espace_mailing/cp_2008 0402.htm.
33) Report finale Progetto Europeo “Enhance Health” Interreg IIIC East Program
www.arpa.emr.it/moniter
34) Knox EG Childhood cancers and atmosferic carcinogens Jour. of Epidemiology and
Community Health (2005); 59: 101-105
35) I tumori nelle donne italiane Rapporto AIRTUM (2008)
36) I tumori infantili in Italia 1988-2002 Rapporto AIRTUM (2008)
37) S. Foucher Geographic patterns and time trends of cancer incidence and survival among
children and adolescents in Europe since the 1970( the ACCIS project): an epidemiological study- (
The Lancet (2004);364:2097-105)
38) M. Bolognini Critiche a documento OMS E&P anno 32 (2) Marzo-Aprile 2008 pag. 79
http://www.progettogaia.it/stampa/index.asp?id=1915

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Il dott. Subiaco vicesindaco ha detto che la Turboga e l'inceneritore non fanno assolutamente male anzi portano posti di lavoro e sviluppo. Ha detto di non dare retta a tutte le cazzate che scrivono i giornali. Mirko

giorgio libralato ha detto...

l'ha detto pure Veronesi per rimanere in tema di idiozie da medici

Anonimo ha detto...

Ma come Libralato Tombolillo non avrebbe mai scelto come suo vice uno diche dice idiozie. Tombolillo pensa al benessere di Pontinia e quindi il suo vice deve sicuramente essere uno all'altezza. Ma cosa dici? Mica può pensare a tutto lui? Poi lui è uno che delega molto. Si tiene solo le cerimonie.
KikkoeSpillo

giorgio libralato ha detto...

L'attuale maggioranza, l'ho scritto centinaia di volte, è stata originata dal fronte anti dissesto inesistente. Per cui capita che ci siano anche persone che hanno visioni diverse su questioni che non facevano parte del programma. Capita anche che ci siano persone che abbiano interessi o che facciano il tifo per questa o quella ditta questo o quel progetto.

Anonimo ha detto...

E' gravissimo quello che dici, Libralato. Stai giustificando qualcosa di gravissimo. Ma sei sicuro di quello che dici? Quali interessi ci sono? Interessi economici? Quali ditte vengono sponsorizzate e perchè? Da chi vengono sponsorizzate? E se un magistrato leggesse queste tue affermazioni dovrebbe indagare.
Amilcare

giorgio libralato ha detto...

Non giustifico nessuno. Fare il tifo non significa sponsorizzare. Dietro ogni progetto c'è un interesse economico, altrimenti non ci sarebbe il progetto. Visto che l'affermazione l'ha fatta lei e non io me lo dica lei quali ditte vengono sponsorizzate, da chi e perchè.

Anonimo ha detto...

"Capita anche che ci siano persone che abbiano interessi o che facciano il tifo per questa o quella ditta questo o quel progetto" l'hai detto tu e ti ripeto è un'affermazione grave. La sottoscrivi? Amilcare

giorgio libralato ha detto...

Certo che la sottoscrivo. Basta vedere tutti gli esempi della destra anche in provincia a cominciare da chi gestisce l'acqua

Anonimo ha detto...

Liberi e Forti
da tempo chiediamo, come è stato possibile a Pontinia su un area a destinazione parcheggi sita su via Leone X dare una concessione edilizia per un palazzo?
Libralato come geometra cortesemente ti puoi informare. Come è stato possibile?
Come è stato possibile dare concesssione per serre in localita Cotarda, sul tracciato esistente per la turbogas?

giorgio libralato ha detto...

in quale anno è stata rilasciata la concessione edilizia in via Leone X? Per quanto riguarda la concessione (immagino però si tratti di permesso a costruire) per le serre la normativa è semplice. La variante urbanistica diventa efficace dopo la pubblicazione a termine di legge. Che è successiva all'inizio della costruzione

Anonimo ha detto...

Libralato è competente su tutto, è un tuttologo. politica, economia, finanza, ambiente, cultura, religione. Amilcare

Anonimo ha detto...

giorgio dimentica che il comune di pontinia capitanato da tombolillo ha volutamente "sottaciuto" il ptpr strumento di corretto governo del territorio, se avessero seguito le direttive procedurali della Legge Regionale 24/98 tante schifezze come quell elencate non le avrebbero fatte!
6 abitanti della cotarda

giorgio libralato ha detto...

i 6 abitanti della Cotarda sanno bene che quello che scrivono non corrisponde al vero. Nessuno dei progetti sopra elencati è interessato dal PTPR o dalle modifiche proposte dal comune

Anonimo ha detto...

senti a noi sono stati recapitati due documenti sul ptpr fimati da due associazioni la rete e l'altra....(non ricordiamo il nome), siccome non siamo degli idioti abbiamo capito che le osservazioni fatte erano giuste e sacrosante e tante cose sbagliate e furbescamente zittite dall'amministrazione. come per esempio avrebbero dovuto interpellarci come abitanti in questi casi come prevede la legge sulla partecipazione pubblica!
Sulle serre se avessero applicato la legge del PTPR caro giorgio le altre serre dopo le prime che tu conosci bene non le avrebbero fatte! quella zona come descritto dai documenti doveva essere protetta perchè importante dal punti di vista ambientale.
SAremo pure degli agricoltori ma non siamo ignoranti chiaro? quelli hanno fatto le serre a noi ci passeranno con il metanodotto ed i tralicci.
Hanno perfino sbagliato a riportatre sulle carte topografiche il percorso dell'ufente! ed il comune di pontinia non s'è ne accorto e nemmeno ha accolto l'osservazione di quelle associazioni che l'hanno messo in evidenza!!!!! pensa che amministratori e tecnici comunali svegli ed attenti che abbiamo e che tu difendi.
6 abitanti cotarda

giorgio libralato ha detto...

il ptpr è successivo alle serre, così come la pubblicazione delle opere connesse. Non si tratta di essere furbi o altro, ma di date. Non difendo nè gli amministratori nè i tecnici (come si vede che non conoscete la storia amministrativa di Pontinia ....)

Anonimo ha detto...

oltre a quelle del bergamasco, ne hanno approvate delle altre successivamente, senza rispettare alcune norme.
Come si vede che sei di parte, vieni a farti un giretto qui e vedrai come si rovina un territorio!
6 abitanti cotarda

giorgio libralato ha detto...

Le serre non necessariamente devono essere approvate, dipende dalla tipologia. Potete sempre chiedere all'ufficio tecnico che vi saprà rispondere

Anonimo ha detto...

prima difendi poi quando ti mettono alle strette con i fatti rimandi all'ufficio tecnico.
Ma dai su non dare opinioni personali per difendere l'indifendibile, vieni a vedere di persona, e poi capirai perchè sono tutti uguali.
Chi ci ha consegnato quei documenti sul ptpr ci ha anche mostrato un articolo dove c'era scritto che in zone come la nostra cotarda sughereta l'altezza massima degli sterri o livellamenti non deve superare il metro e mezzo, vieni a vedere che di persona....

6 abitanti cotarda

giorgio libralato ha detto...

Parlo di quello che conosco. Perchè è stato illustrato da Anitori. Di quello che non conosco non posso parlare non faccio come quelli di destra. Se siete informati sapete già a chi rivolgervi. Cosa vi hanno risposto?

Anonimo ha detto...

ci hanno detto di fare un esposto in procura della repubblica!
Ma secondo è possibile risovere problemi di normale amministrazione ricorrendo alla magistrartura?

6 abitanti cotarda

giorgio libralato ha detto...

esistono altre situazioni. Ma bisogna conoscerle ed applicarle