martedì 1 settembre 2009

torre idrica di piazza Roma

Siamo tutti consapevoli che le uniche risorse presenti sul territorio sono l’ambiente naturale e quello artificiale cioè storico - architettonico? Bene! Come fare per difendere questo patrimonio affinché non si perda definitivamente? Spesso più di quanto possa apparire le Leggi dello Stato italiano se applicate con attenzione possono salvaguardare tali ricchezze permettendoci di conservarle e tutelarle per ricavarne benefici culturali ed economici a vantaggio della collettività.
In risposta all’Associazione Liberi e Forti posso dire che la Pubblica Amministrazione per i due esempi riportati qui di seguito non è stata lungimirante ne oculata.

Esistono diverse analogie tra il progetto di riconversione del mercato di Piazza Kennedy ed il progetto di riconversione della torre idrica di Piazza Roma.
Nonostante siano di epoche diverse il mercato realizzato nella metà degli anni 50 è stato comunque inserito tra gli edifici storici della città in virtù del Decreto Legislativo 42/2004 che prevede tale procedura per la tutela conservazione e valorizzazione di edifici a condizione che siano di particolare pregio storico artistico architettonico ed aventi almeno 50 anni d'età, qui la prima contraddizione, cosa può giustificare la spesa di un milione d'euro per una struttura che non ha i requisiti per essere tale? Ma ammesso che li abbia, appaiono contrastanti gli intenti progettuali della Pubblica Amministrazione, una volta richiesto ed effettuato l'inserimento del fabbricato “mercato coperto” tra gli edifici storici della città (come per gli edifici di fondazione) sarebbero dovute scattare le norme di TUTELA CONSERVAZIONE e VALORIZZAZIONE principi sanciti dal D.Lgs 42/2004 Codice dei Beni storici e paesaggistici, compresi iter procedurali in ottemperanza alla suddetta Legge unitamente alle norme del Piano Territoriale Paesistico Regionale e PRG, tutto ciò pare non sia avvenuto dato il cambio di destinazione d'uso della struttura, trasformazione estetica e volumetrica da superficie coperta in nuova cubatura, quindi facendo perdere quei presunti requisiti e condizioni per inserirla tra gli edifici da tutelare? Qualcosa non quadra!
Riguardo la torre idrica di Piazza Roma la situazione è ancora più evidente, l'edificio costruito nel 1935 è protetto vincolato da Leggi dello Stato appunto il D.Lgs 42/2004, da norme tecniche attuative del Piano Territoriale Paesistico oltre a Protocolli d'Intesa stipulati tra le città di fondazione, Provincia, Regione ed Enti locali con lo scopo di salvaguardare il patrimonio storico ed architettonico del XX° secolo in Agro Pontino, ma non solo, secondo il PRG l’edificio ricade in “zona centro storico” edifici di rilevanza morfologica ed urbanistica, in tale zona sono possibili interventi di sola manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo vietando il cambio di destinazione d'uso o riconversioni funzionali, invece il progetto approvato dal comune di Pontinia comprende la riconversione dell'intera struttura, adibendola a museo con gli stessi o simili tematismi trattati nel museo di Piazza Kennedy, saranno allestiti all'interno della torre due piani espositivi, verrà ricavata una sala cinematografica nella vasca posta in sommità della torre con sedici posti, un ascensore panoramico interno oltre ad invadenti ed invasivi impianti tecnologici interni ed esterni che ne deturperanno l'estetica, il tutto contrariamente a quanto stabilito dal Codice testo unico in materia di restauro, conservazione e tutela dei beni storici, si comprende a questo punto come l'impresa non valga la spesa! 800mila euro per realizzare un doppione di museo per Pontinia in un edificio non idoneo per spazi angusti e bui, fisicamente sottodimensionati per garantire l'accesso ed accogliere un numero congruo di persone, tutto ciò a discapito della vera utilità che la TORRE IDRICA offre, oltre al valore culturale intrinseco quello del pozzo artesiano al suo interno, data la funzione tecnologica ed architettonica conclamata e lo stretto rapporto con la storia i luoghi aprire la struttura al turismo e chiudere il pozzo e possibilità d'utilizzare un bene prezioso rinunciando ad una risorsa primaria come l'acqua sostituendola con un bene secondario, sarebbe dilapidare i nostri averi. Inoltre la scelta optata dalla Pubblica Amministrazione comporterà spese aggiuntive per i contribuenti per mantenere in esercizio un polo museale complesso con manutenzioni ordinarie e straordinarie, per il personale di servizio, la costante e costosa promozione territoriale a garanzia della sopravvivenza del museo, quando il buon senso e logica sul risparmio energetico unito all’uso coscienzioso delle risorse naturali imporrebbero la riutilizzazione della torre idrica per la sua funzione originale come impianto tecnologico per soddisfare le esigenze municipali in servizi idrici per parchi, giardini, fontane ed altre importanti e necessarie funzioni civili e sociali.
Per ultimo, appare incomprensibile come sia stata formulata ed accettata la richiesta per i finanziamenti alla Regione Lazio mediante la Legge finanziaria Regionale n°4 del 28/04/2006 della quale l’articolo 56 non lascia dubbi ad interpretazioni sulle norme per la valorizzazione e promozione del territorio, specialmente ai comma 1-2-3 lettera “a” dove riconfermato il concetto di “valore intrinseco e conclamato del patrimonio storico, architettonico”, dunque è evidente l’incomprensibile logica, se il finanziamento viene erogato in funzione ed a condizioni precise, perchè questo denaro s’impiega in un progetto di riconversione non pertinente alle disposizioni e principi della su citate Leggi?

Luigi Veca

5 commenti:

Anonimo ha detto...

inutile i cittadini di pontinia non comprendono l'importanza di ciò che hanno sotto i piedi e davanti agli occhi, non sono pessimista purtroppo i concittadini non capiscono quindi non reagiscono con il senso civico!

Anonimo ha detto...

da Red per anonimo, vedi quanti commenti su un argomento idiota come teatro cinema teatro ibrido ecc... più o meno hanno ragione tutti, però continuano a polemizzare, cosa cambia tra la gestione di pernarella e quella prospettata in futuro? nulla! sono comunque investimenti economici a perdere.
Trovo assurdo che nessuno si interessi specialmente Libralato che ha criticato aspramente ma con sacrosanta ragione la scelta del nostro comune di confluire in acqualatina non si dedichi con altrettanta energia sul tema della torre idrica, se è vero quello che sostiene Luigi mi sembra allucinante che una amministrazione non tenga conto del risparmio economico rifiutando d'utilizzare gratis l'acqua del pozzo nella torre!

giorgio libralato ha detto...

Al Signor (o Signora) Red, ricordo che non sono meglio di superman com'è invece il suo presidente. Ho energie umane e quindi limitate. Ho il progetto che Lui (o Lei) chiede, ma mi sto occupando delle emergenze (turbogas e biomasse) dopo quella del dissesto. Insomma se per la turbogas tutto è cominciato da Tombolillo, ma poteva essere fermato solo da Mochi, per acqualatina, biomasse e dissesto tutto è stato voluto dalla giunta di destra.

Anonimo ha detto...

non ho presidenti ne padroni, esprimo le mie opinioni liberamente, cosa che lei non riesce a fare Giorgio, non mi conosce e mi attribuisce una collocazione politica ideologica attraverso un commento sul blog? Non le pare d'essere presuntuoso?
Ho risposto ad anonimo perchè ho sufficiente esperienza per dirgli che Pontinia è abitata da sudditi ed in parte menfreghisti, però tutti uniti da un comune denominatore, farsi gli affari propri ma capacissimi di lamentarsi quando la città non offre nulla.

Red

giorgio libralato ha detto...

Dire che superman sia presidente degli italiani mi pare una constatazione non una definizione politica. Il riferimento ai padroni se lo è attribuito da solo, come la libertà delle decisioni, quindi lo deve anche agli altri ciò che non dimostra.
Se la sua esperienza (o presunzione) sia sufficiente per dire che Pontinia è abitata da sudditi ed in parte menfreghisti, però tutti uniti da un comune denominatore, farsi gli affari propri ma capacissimi di lamentarsi quando la città non offre nulla o non lo posso sapere. Anche questo lo prendo per buono.