domenica 6 settembre 2009

Miracolo ai Gricilli, sparisce la torba

Miracolo ai Gricilli, sparisce la torba
Lo confesso, per anni avevo dato retta a coloro che i Gricilli (per i paesani, o Laghi del Vescovo per coloro che hanno studiato) li conoscono da quando sono nati, oppure vi hanno esercitato attività agricole o lavori di qualsiasi tipo.
Anzi avevo creduto pure ai geologi e alla Regione Lazio.
Avevano sempre definito questa zona “torbosa”.
Vedere a tale proposito uno studio all’indirizzo con allegate fotografie piuttosto evidenti: http://sgi.apat.it/sinkhole/Articoli/Articolo47.pdf.
Anzi mi sono pure fidato del Ministero dell’ambiente e della valutazione di impatto ambientale “[PDF] IL MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO DI ...
Formato file: PDF/Adobe Acrobat (Olocene) consistenti in argille, limi e sabbie, con lenti di torba e locali .... uscita dalla centrale attraversa parzialmente il SIC - Laghi Gricilli, di ...
www2.minambiente.it/Sito/settori.../decreto_05_12_05_1329.pdf - Simili –“
Invece durante uno dei tanti incontri, riunioni, conferenze, commissioni qualche “esperto” di centrali elettriche sempre più improbabili, dichiara che sono state svolte indagini geologiche che hanno escluso la presenza di torba.
E la torba non c’è più, non c’è più…….
Ma i miracoli non finiscono qui.
Se uno piantasse un “palo” per il sostegno della rete elettrica se la torba (pardon la sabbia che miracolosamente, nonostante studi di secoli come per realizzare la bonifica, ha sostituito la torba) provocasse sub-sidenza e abbassamento del terreno e quindi delle fondazioni, ammesso che, sempre quei mattacchioni dei geologi, di tutti gli esperti e conoscitori della zona, la Regione Lazio e chi volete Voi, sarebbe stata inventata una memorabile soluzione.
Un nuovo miracolo e uovo di colombo.
Si può abbassare (quindi entrare dentro il terreno fondazione e palo di sostegno) di mezzo metro? Facciamo il palo più lungo di un metro così abbiamo “fregato” la natura ingrata, ci rimane sempre un altro mezzo metro di franchigia…...
Uno di quei mattacchioni dei geologi chiede:
“visto il cedimento dimostrato dalle foto (lasciamo stare gli studiosi) se succedesse (per esempio come per L’Aquila ad aprile con i danni del terremoto) che anziché sprofondare perpendicolarmente il palo, la fondazione si inclini e il palo si ribalti portandosi dietro fili elettrici e tutto quello che trova?”.
La risposta è semplice: i miracoli cosa ci stanno a fare?
Giorgio Libralato

EVOLUZIONE NEL TEMPO DEI “LAGHI DEL VESCOVO”:
UN ESEMPIO DI SINKHOLES NELLA PIANURA PONTINA (LAZIO SUD-OCCIDENTALE)
PICOZZA ROBERTO
Geologo, libero professionista
Con il termine sinkhole si intende una voragine creatasi per sprofondamento in vari tipi
litologici. In questo studio il termine è stato usato nel senso più generico includendo
crolli sia in materiali di copertura che nel bedrock. Tali fenomeni, inoltre, hanno velocità
di evoluzione molto variabili con diversa influenza sulla morfologia del territorio e sul
potenziale pericolo che possono rappresentare per le infrastrutture e le attività umane.
Lo studio dei sinkholes, in particolare, in riferimento ai meccanismi di formazione ed evoluzione,
riveste non solo un valore scientifico ma anche di salvaguardia ambientale e
tutela della sicurezza per le attività umane.
Nello specifico, il presente studio si propone di documentare gli accadimenti verificatisi
nell’aprile del 1991, che interessarono il Gruppo dei Laghi del Vescovo (foto 1, maggio
2002): sono questi degli specchi d’acqua dolce (Lago Nero) e albula (Lago Bianco o
del Vescovo, Lago Verde, Lago Piccolo) aventi un contorno all’incirca sub-circolare con
un diametro che raggiunge i 120-130 metri e profondità medie di 10-15 metri. Essi
sono situati lungo la fascia pedemontana delle prime propaggini carbonatiche dei Monti
Lepini (fig. 1- Localizzazione dell’area in esame. Stralcio Carta Tecnica Regionale “Colle
Romano” Sez. N° 401100), ai margini della Pianura Pontina (Lazio sud-occidentale) a
quote di –1,00/–1,50 m al di sotto del livello del mare in un’area avente una estensione
di circa 20 ettari, e presentano caratteristiche di unicità, rispetto a quanto noto,
fino a poco tempo fa su genesi e localizzazione dei fenomeni di “sprofondamento catastrofico”
(COLOMBI A., 2002), soprattutto per l’individuazione di due circuiti d’acqua differenti:
uno legato ad un circuito carsico, l’altro strettamente idrotermale (BONI C. et
alii, 1980).
La genesi di questi laghi, sviluppatisi già nel XIX secolo, si ricollega ad un attivo fenomeno
di subsidenza che provoca ancora oggi un lento ma progressivo abbassamento di
una vasta area della Pianura Pontina, impostata su un sistema di faglie dirette ricollegabile
a quella tettonica distensiva che interessa, più in generale, la regione tirrenica e
peritirrenica a partire dal Pliocene. La concomitanza e l’interazione di diversi fattori –
presenza di settori ribassati delle unità carbonatiche (Lepini), ora ricoperti dai sedimenti
quaternari della Pianura Pontina; dinamica regionale dell’idrologia sotterranea;
manifestazioni idrotermali; attività tettonica quaternaria; ecc. – ha, probabilmente,
controllato la genesi e la localizzazione dei Laghi del Vescovo, un esempio di snkholes
nella Pianura Pontina.
Nell’aprile del 1991, nella località Gricilli, laddove sono ubicati i suddetti laghi, si verificò
un fenomeno di sprofondamento improvviso della superficie del suolo.
Tra il Gruppo dei Laghi del Vescovo vi era un piccolo specchio d’acqua, collegato al cosiddetto
“Fossetto dell’acqua sulfurea” (foto 2): era questo uno dei canali che permetteva
di tenere sotto controllo, grazie al suo defluire verso la Pianura Pontina, le acque dei
suddetti laghi. In seguito agli avvenimenti dell’aprile ’91, nella zona immediatamente circostante
si verificò un abbassamento del suolo che determinò l’inversione di deflusso
delle acque, le quali, fuoriuscendo, si riversarono nell’adiacente Lago Bianco; quest’ultimo
subì immancabilmente un innalzamento del livello delle acque, portando ad un prevedibile
allagamento dei terreni limitrofi. Inoltre, vennero a formarsi altre depressioni,
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con abbassamenti del suolo alquanto variabili e pari a 0,80-0,90 metri con punte massime
di 1,70–1,90 metri, le quali, a breve, si colmarono d’acqua (foto 3, 4). Tutte le
fratture si erano impostate in corrispondenza di zone di minor resistenza, presentando
piani di rottura con inclinazioni variabili da 45° a 80° circa, le cui linee di rottura presentavano
andamenti sinuosi (foto 5, 6, 7, 8, 9, 10).
La maggior parte delle fratture apertesi nel terreno ricalcano quasi perfettamente l’andamento
perimetrale dei Laghi del Vescovo (foto 1). Inizialmente, il cedimento della porzione
di terreno – delimitata dalla sponda dei laghi, da una parte, e dalle fratture, dall’altra
– permise l’espansione della superficie lacustre. Oggi, invece, siamo di fronte ad
una situazione ben diversa: la porzione di terreno in questione sta lentamente incurvandosi
in direzione della frattura stessa, tendendo ad innalzarsi nella parte che è orientata
verso il lago; un simile stato di cose non può altro che provocare la risalita delle
acque in corrispondenza della frattura con conseguente allagamento della porzione di
terreno (foto 3, 4, 5, 6, 11).
Inoltre, c’è da notare come l’incontro di due fratture, intorno al Lago Bianco (foto 13)
e al Lago Verde (foto 14), ha determinato l’abbassamento del terreno, con il conseguente
rialzamento della parte centrale ben evidente nella foto 12.
I soli laghi interessati da questo fenomeno sono stati quelli aventi acque albule.
Quest’ultime sono acque fortemente incrostanti, acidule, emananti un acre odore di
zolfo (H2S) oltre che anidride carbonica (CO2). Il contenuto arricchito di solfati (SO4) e
cloruri (Cl) delle acque albule è, probabilmente, da attribuirsi alla risalita, da zone molto
profonde, lungo le faglie che separano il rilievo lepino dalla Pianura Pontina, di fluidi gassosi,
caldi, molto mineralizzati (BONI C. et alii, 1980), che si miscelano con le acque
ricollegabili all’imponente ciclo carsico superficiale dei Monti Lepini.
La presenza di contributi fluidi di origine profonda aumentano l’aggressività dell’acqua
amplificando il fenomeno carsico nei confronti del substrato (bedrock, rappresentato da
calcari, calcari organogeni fortemente fratturati e carsificati), fino ad arrivare al crollo
di masse calcaree e, quindi, a costituire delle vere e proprie cavità ipogee con conseguente
collasso repentino della struttura soprastante.
Nel mese di agosto ‘91, la situazione idrogeologica della zona si aggravò notevolmente,
nel momento in cui si verificò il cedimento di un tratto dell’argine del vicino Fiume Ufente
(foto 15), le cui acque, essendo un corso d’acqua pensile, si riversarono nell’area dei
Gricilli con conseguenti allagamenti di vaste aree di terreno in gran parte intensamente
coltivate. Tutt’ora l’area è in forte depressione per un altro fenomeno da prendere
in considerazione, oltre a quello dovuto al continuo e doveroso emungimento delle acque
da parte delle idrovore posizionate nell’area limitrofa denominata “Mazzocchio”: lo
sfruttamento indisciplinato delle acque sotterranee ad opera di tutti quei privati, proprietari
dei numerosi pozzi rilevati in zona.
Pertanto, i “Laghi del Vescovo” sono localizzati in un quadro fenomenologico peculiare,
quale quello rappresentato dai fenomeni di sprofondamento catastrofico in una zona di
pianura circoscritta o comunque limitata da una catena carbonatica.
La temperatura, circa 20°C, (BONI C. et alii, 1980) costante tutto l’anno è un ulteriore
indizio a favore dell’interpretazione della genesi del sinkhole come il risultato di una
forma di ipercarsismo geotermico inverso, favorito dalla presenza di evidenti dislocazioni
tettoniche.
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ALLEGATI FOTOGRAFICI
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Fig. 1: Localizzazione dell’area in esame. Stralcio Carta Tecnica Regionale (1990) “Colle Romano”,
Sez. N° 401100 – Scala 1:10 000.
Foto 1 - Veduta dall’alto del gruppo dei Laghi del Vescovo (maggio 2002)
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Foto 3-4: Differenti angolazioni di veduta. Il cedimento della porzione di terreno – delimitata dalla
sponda dei laghi, da una parte, e dalle fratture, dall’altra – permise l’espansione della superficie
lacustre. Oggi, invece, siamo di fronte ad una situazione ben diversa: la porzione di terreno in questione
sta lentamente incurvandosi in corrispondenza della frattura stessa, tendendo ad innalzarsi
nella parte che è orientata verso il lago; un simile stato di cose non può altro che provocare
la risalita delle acque in corrispondenza della frattura con conseguente allagamento della porzione
di terreno. Particolare foto: torbe e limi-argillosi plio-quaternari.
Foto 2 - “Fossetto dell’acqua sulfurea”: uno dei canali che permetteva il deflusso delle acque dei
laghi. In seguito agli avvenimenti dell’aprile ’91, nella zona immediatamente circostante si verificò
un abbassamento del suolo che determinò l’inversione di deflusso delle acque, le quali, fuoriuscendo,
si riversarono nell’adiacente Lago Bianco; quest’ultimo subì immancabilmente un innalzamento
del livello delle acque, portando ad un prevedibile allagamento dei terreni limitrofi.
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INAUGURAZIONE
UFFICIALE
Foto 4: strati di torba
Foto 5-6: Fratture circostanti il Lago Bianco (o del Vescovo), impostatesi in corrispondenza di
zone di minor resistenza, presentano piani di rottura con inclinazioni variabili da 45° a 80° circa,
e linee di rottura ad andamento sinuoso.
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Foto 7-8: Fratture circostanti il Lago Verde.
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Foto 9: Andamento sinuoso delle linee di frattura, sviluppatesi intorno al Lago Verde, con evidenti
piani di rottura ad inclinazione variabile (45-80°).
Foto 10: Altro esempio di frattura ad andamento sinuoso rilevata lungo il Lago Bianco.
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Foto 11: In evidenza la graduale inclinazione della porzione di terreno che, in corrispondenza della
frattura, tende ad innalzarsi nella parte orientata verso il lago; un simile stato di cose non può
che provocare la risalita delle acque in direzione della frattura con conseguente allagamento della
porzione di terreno (foto 3, 4, 5, 6, 11).
Foto 12-13-14: L’incontro di due fratture, intorno al Lago Bianco (foto 13) e al Lago Verde (foto
14), ha determinato l’abbassamento del terreno, con il conseguente rialzamento della parte centrale
ben evidente nella foto 12.
Foto 13
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INAUGURAZIONE
UFFICIALE
Foto 14
Foto 15: Agosto 1991, rottura dell’argine del Fiume Ufente (in alto). Particolare della frattura
(in basso).
BIBLIOGRAFIA
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BONI C., BONO P., CALDERONI G., LOMBARDI S., TURI B. (1980) – Indagine idrogeologica e
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COLOMBI A. (2002) – Sinkhole nel Lazio: nuovi orizzonti? Professione Geologo, Notiziario
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Pontina. Boll. Serv. Geol. Ital. LXXIV.
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http://sgi.apat.it/sinkhole/Articoli/Articolo47.pdf

3 commenti:

Anonimo ha detto...

RAGAZZI LA FUNZIONE DI LIBRALATO - SCHIERATISSIMO DAL PUNTO DI VISTA POLITICO TANTO DA FIRMARE I RICORSI SUL DISSESTO - E' SUPPORTARE LA MAGGIORANZA DI CUI LUI FA PARTE. QUANDO COMANDAVA MOCHI FIRMAVA TUTTI I COMUNICATI CONTRO IL SINDACO A NOME DEI VERDI. HA SCRITTO IL PROGRAMMA ELETTORALE DI TOMBOLILLO. SOTTO LE ELEZIONI HA INVITATO SUI GIORNALI LE PERSONE A VOTARE TOMBOLILLO. CHI E' PIU0 SCHIERATO DI LIBRALATO?

giorgio libralato ha detto...

1) questo cosa c'entra con l'argomento in questione?
2) perchè quelli di AN, partito nato e morto prematuro, scrivono solo in maiuscolo che, nel linguaggio web, è assimilato a quelli che quando parlano alzano la voce?
3) ammesso e non concesso fosse vero quanto sopra, quello che scrivo è vero, visto che nessuno dimostra il contrario.
4) i soliti ignoranti che, fino al marzo 2004, dimenticano che io e Tombolillo avevamo pareri completamente diversi su molti argomenti, sopratutto non avevo condiviso diverse scelte volute da PSI, rifondazione, DS e margherita in maggioranza.
5) contro il dissesto sono stato il primo di parlare di ricorso al TAR e di proporlo. Penalizzare i cittadini, ridurre le prestazioni dei servizi pubblici, peggiorarli, aumentarne i costi a dismisura, aumentare la tassazione al massimo non significa fare politica ma ritorsioni.
6) cosa significa far parte di una maggioranza? votare in consiglio comunale? in giunta? far parte di un partito che la sostiene? partecipare alle riunioni di maggioranza? Avere incarichi o nomine? Niente di tutto questo mi appartiene.
7) sono stato presidente provinciale dei verdi nel 2003, 4, 5, a nome di chi dovevo firmare i comunicati, di Topolino? Oppure dovevo fare come l'eroico commento Anonimo in questione?
8) non ho scritto il programma elettorale di Tombolillo. Le mie idee sono pubbliche e rintracciabili su internet, da prima che fossi addirittura tesserato con i verdi (la tessera è scaduta il 31/12/05 e non sono più stato tesserato con nessun partito). Tutti coloro che erano bravi a copiare potevano farlo con le mie idee, come hanno fatto Tombolillo, Donnarumma e Tortorelli anche se solo in parte.
9) l'atteggiamento della destra, dissesto, centrali, inceneritore, diossina, acqualatina ad ogni costo, solo per fare alcuni esempi al mio modo di pensare non solo mi ha impedito di averne possibili contatti e quindi appoggio. Anzi rappresentava e rappresenta un pericolo per l'ambiente, la salute, l'economia, la società. Ritengo che ad ogni persona che avesse a cuore diritti civili e sociali, difesa del territorio non potesse che schierarsi come ho fatto io.
10) oggi torna il pericolo dell'inceneritore, grazie alla destra. Grazie destra che con i Vostri errori fate rafforzare l'opposizione e l'intelligenza contro i Vostri errori. Ma lo stesso vale per la sinistra parolaia. Per il centro che pur rimanere al centro non fa una scelta e lascia che tutto rotoli verso il peggio.

Anonimo ha detto...

LIBERI E FORTI,
ai Gricilli, c'è il problema dei pozzi, che prelevanol'acquua e danneggiano la calotta.
A Mazzocchio hanno fatto realizzare, e continuano delle serre che prelevano per irrigare forti quantitativi d'acqua.
Nessuno fà niente