martedì 26 gennaio 2016

Quattro nazioni causano 47% emissioni mondiali di azoto Esperti, emissioni date in 'outsourcing' a paesi in via sviluppo

Appena quattro nazioni - Stati Uniti, Cina, India e Brasile - sono responsabili di quasi la metà (47%) delle emissioni globali di azoto. Lo rivela uno studio capitanato dall'università di Sydney, che ha tracciato la mappa mondiale dell'impronta di azoto di 188 Paesi. Stando alla ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, un quarto delle emissioni deriva dalla produzione di merci che vengono consumate al di fuori delle nazioni produttrici. In altre parole, le nazioni sviluppate danno in 'outsourcing' parte delle loro emissioni alle nazioni in via di sviluppo, che producono i beni da vendere ai Paesi ricchi mentre trattengono l'inquinamento generato da tale produzione.

L'azoto reattivo, che deriva dall'uso di combustibili fossili e dai fertilizzanti impiegati in agricoltura, contribuisce tra le altre cose all'inquinamento atmosferico, al riscaldamento terrestre e alle piogge acide. Negli ultimi 150 anni le sue emissioni si sono decuplicate. Tuttavia nel mondo c'è una forte disparità tra gli inquinatori. Paesi come la Liberia e la Costa D'Avorio hanno emissioni pro capite di 7 kg all'anno, mentre gli abitanti di Hong Kong o del Lussemburgo sono responsabili, attraverso l'import di beni, di oltre 100 kg. L'Italia, insieme a Giappone, Germania, Regno Unito, Hong Kong e Stati Uniti, è tra i più grandi "importatori netti" di azoto, poiché le emissioni generate per soddisfare i consumi interni - dai tessuti all'abbigliamento, ma anche carne bovina dall'Argentina - provengono da merci prodotte all'estero, prevalentemente nei Paesi in via di sviluppo.
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