In Australia nei primi sei mesi del 2015 la casa tedesca ha venduto 37mila veicoli e ha una quota del 6% del mercato locale. Dal 2009 a oggi le autovetture diesel consegnate nel Paese sono state circa 50mila. “Questa indagine è una priorità. Siamo molto preoccupati per i potenziali danni ai consumatori e allaconcorrenza“, ha spiegato il presidente dell’Accc Rod Sims. “In primo luogo è vietato in Australia l’utilizzo di dispositivi di manipolazione. Poi c’è da considerare – ha aggiunto Sims – che l’acquisto di un’automobile è influenzato da quanto questa rispetti l’ambiente e da quanto consumi”.
La notizia dell’inchiesta australiana arriva a poche ore di distanza dall’iniziativa avviata in Francia, dove il ministero dell’Economia ha fatto sapere che “in seguito all’ammissione della truffa da parte della casa automobilistica negli Stati Uniti, la Direzione generale per le politiche della concorrenza, gli affari dei consumatori e il controllo delle truffe (Dgccrf) ha avviato un’indagine il cui obiettivo è capire se Volkswagen abbia adottato pratiche simili in Francia”. In questo caso, l’inchiesta riguarderà il software delle auto e poi si concentrerà sulle altre case che vendono auto nel Paese.
Questo per quanto riguarda le azioni legali, che non sono gli unici effetti del dieselgate. Proprio a seguito dello scandalo, infatti, l’impianto Volkswagen di Salzgitter ha eliminato un turno di produzione, mentre il braccio finanziario Volkswagen Financial Services, che prevede un calo delle richiesta di finanziamento per l’acquisto di auto del gruppo, ha decretato il blocco delle assunzioni fino alla fine dell’anno. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/01/volkswagen-anche-laustralia-indaga-sui-test-truccati-rischio-770mila-dollari-di-multa-su-ogni-auto-truccata/2085842/
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