Gli incidenti a cui fa riferimento Fiengo – che per la prima volta da fonte autorevole vengono collegati alla gestione dei lavori da parte della grande “cricca” – costituiscono una vera e propria via crucis per la realizzazione delle paratoie mobili che dovrebebro difendereVenezia dalle acque alte. L’ultimo emerso è l’avaria della nave di supporto, il “jack up”, ideata per la manutenzione delle paratie e mai utilizzata né collaudata. L’incidente è al vaglio della magistratura perché potrebbe rappresentare l’ennesima voragine di denaro pubblico nel sistema a Mose. La nave sarebbe stata acquistata direttamente dal gruppo Fip-Mantovani per 50 milioni di euro, mentre le gara che partiva dai 37 milioni era andata deserta. “Il jack up era stato considerato in sede di commissione un congegno non sperimentato di incerta operatività – raccontaAndreina Zitelli, membro della commissione Via all’epoca della, inascoltata, bocciatura del Mose – incognite inadatte alla funzione di ricambio delle paratoie”. Gli altri incidenti di cui si ha notizia sono lo “scoppio” del cassone CBA-02 della barriera di Chioggia del Mose – avvenuto nell’ottobre dell’anno scorso e venuto alla luce solo in questi giorni – il crollo, avvenuto nel 2012, di una parte della diga che doveva proteggere la bocca di porto del Lido dalle mareggiate e la recente rottura della porta della conca di navigazione di Malamocco. SEGUE http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/01/mose-il-commissario-danni-a-opera-dovuti-a-tangenti-dopo-arresti-spese-annue-ridotte-di-30-milioni/2078348/