Molto (troppo?) olio di palma tra gli sponsor e partner di EXPO. Anticipazione dell'inchiesta che andrà in onda a Report, domenica alle 21.45 su Rai3
Alimentarsi è un modo civile di cambiare il mondo, non violento ed efficace in mano ai consumatori. Quando sanno cosa mangiano. Non a caso le aziende dell’agroalimentare (paradossalmente anche due partner a Expo) hanno per decenni evitato di indicare in etichetta l’utilizzo dell’olio di palma camuffandolo dietro la scritta “olii e grassi vegetali”.
Avvantaggiati dalla normativa europea (chi le scrive?), trasparente soltanto dallo scorso 13 dicembre. Fino a un certo punto, visto che le industrie possono ancora oggi non dichiarare le quantità della materia grassa. Qual è il problema di quest’olio esotico, saturo (contiene l’acido palmitico, sostanza aterogena, capace di favorire la genesi dell’aterosclerosi) versatile (usato per shampoo e dolci) e duttile come il burro ma molto più conveniente?
Cercheremo di capirlo domani a Report grazie a un servizio realizzato tra Indonesia e Malesia, i due paesi fornitori del 90 per cento di olio di palma sul mercato. Prima la Malesia e poi l’Indonesia hanno tagliato la gran parte delle loro foreste per favorire l’industria del legname e per lasciare spazio alle piantagioni di palma causando però una crisi ambientale che ha ridotto la biodiversità in modo drastico, portando a rischio di estinzione sulla devastata isola di Sumatra 80 specie endemiche, tra le quali tigri, elefanti e oranghi.
Nel Borneo indonesiano (Kalimantan) di oranghi ce ne sono ancora 35 mila ma in costante pericolo perché vivono soprattutto in aree non protette (vedremo quali sono state le conseguenze sugli oranghi quando il loro habitat è stato “convertito” a piantagione di palma). Da qualche anno l’olio di palma pone il problema della sostenibilità del prodotto.
Le foreste indonesiane sono preziosi giacimenti di carbonio, ma quando bruciano rilasciano grandi quantitativi di CO2 e questo è pericoloso per l’atmosfera. Non a caso l’Indonesia detiene il record delle emissioni di gas serra a causa della deforestazione, dopo Cina e Stati Uniti. È un alto rischio ecologico ed è il caso di ricordarlo visto che è imminente la decisione del governo indonesiano sulla moratoria che, nel caso scadesse, autorizzerebbe nuove licenze per le piantagioni.
2 maggio 2015 | 07:38
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nessun commento:
Posta un commento