sabato 22 novembre 2014

Processo Ilva, eccesso di parti civili: 52 imputati, 1.100 richieste di danni

Accordato il prestito ponte da 125 milioni da parte delle banche Unicredit, Intesa San Paolo e Banco Popolare, necessario per garantire l’operatività della azienda e il pagamento di stipendi ai lavoratori diretti, alle ditte dell’indotto e dell’appalto e ai fornitori
’udienza fiume durata oltre dieci ore, con due sospen­sioni. Decine di richie­ste di costi­tu­zione di parte civile, alle quali si sono oppo­ste altret­tante ecce­zioni sol­le­vate dai legali degli impu­tati nel corso della quarta udienza pre­li­mi­nare del pro­cesso per il pre­sunto disa­stro ambien­tale pro­vo­cato dall’Ilva di Taranto. Le ecce­zioni dei legali degli impu­tati hanno riguar­dato soprat­tutto le costi­tu­zioni di parte civile degli enti pub­blici (Comune di Taranto, Pro­vin­cia e Regione Puglia) e delle tante associazioni. Dopo una prima pausa tec­nica, il giu­dice per le udienze pre­li­mi­nari Vilma Gilli nel corso del pome­rig­gio ha sospeso per mezz’ora i lavori. Decine gli avvo­cati inter­ve­nuti, tant’è che non si è riu­sciti a esau­rire tutti gli inter­venti entro la seduta di ieri. Con il gup che nem­meno ha sciolto la riserva sulle richie­ste, che molto pro­ba­bil­mente avverrà nella pros­sima seduta. Sono 52 gli impu­tati (dopo la morte dell’ex patron dell’Ilva, Emi­lio Riva), ovvero 49 per­sone e tre società, vale a dire Ilva Spa, Riva FIRE (hol­ding che con­trolla l’87% delle azioni della società Ilva) e Riva Forni Elet­trici. Le richie­ste di costi­tu­zione di parte civile sono in tutto oltre 1100: un numero spro­po­si­tato, tant’è che i sospetti che più di qual­cuno abbia deciso di farsi pub­bli­cità o di lucrare sul disa­stro ambien­tale assu­mono a ogni udienza le sem­bianze di cer­tezze. Anche per­ché sono 286 le per­sone offese indi­cate dalla Pro­cura nella richie­sta di rin­vio a giu­di­zio. Tant’è che uno dei legali dell’Ilva ha dichia­rato che «il numero andrà sfol­tito e che il giu­dice sfol­tirà, altri­menti assi­ste­remo a un pro­cesso penso inge­sti­bile sotto que­sto aspetto». L’istanza di costi­tu­zione di parte civile è stata pre­sen­tata anche dal Comune di Statte, da quasi 500 lavo­ra­tori e da sin­goli cittadini. Par­ti­co­lare anche la posi­zione degli enti pub­blici. Il Comune e la Pro­vin­cia di Taranto hanno chie­sto cia­scuno un risar­ci­mento di 10 miliardi di euro: ma sia l’attuale sin­daco Ippa­zio Ste­fàno che l’ex pre­si­dente della Pro­vin­cia Gianni Flo­rido, risul­tano tra i rin­viati a giu­di­zio. Stesso discorso per la Regione Puglia, costi­tui­tasi anch’essa parte civile, ma che vede l’attuale gover­na­tore Ven­dola tra gli impu­tati. Il cui legale nella seduta di ieri ha chie­sto di esclu­dere dalle parti civili i Verdi, Legam­biente, Wwf, Pea­ce­link, Comi­tato cit­ta­dini e lavo­ra­tori liberi e pen­santi ed altre asso­cia­zioni, creando ulte­riori pole­mi­che. Pros­sima udienza il 16 dicembre. Intanto, pro­prio ieri l’Ilva ha otte­nuto la seconda tran­che del pre­stito ponte (125 milioni per un totale di 250 milioni di euro) da parte delle ban­che Uni­cre­dit, Intesa San Paolo e Banco Popo­lare, neces­sa­rio per garan­tire l’operatività della azienda e il paga­mento di sti­pendi ai lavo­ra­tori diretti, alle ditte dell’indotto e dell’appalto e ai fornitori. Il pre­stito ponte, con­cor­dato a set­tem­bre, gode del diritto di pre­de­du­zione: vale a dire che in caso di default dell’azienda i debiti ban­cari saranno i primi ad essere rimborsati.http://ilmanifesto.info/processo-ilva-eccesso-di-parti-civili-52-imputati-1-100-richieste-di-danni/

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