La Kansai Electric Power, più nota come Kepco, vuole estendere l'uso di due reattori della centrale nucleare di Takahama oltre i 40 anni, malgrado i timori sulla sicurezza seguiti alla grave crisi di Fukushima.
L'utility, che serve la ricca area di Osaka e del Kansai, è la prima a voler riattivare unità tanto vecchie che, appena in primavera, sembravano essere destinate allo smantellamento.
La mossa darà il via a nuove polemiche nel mezzo del dibattito sugli impianti, con il probabile prossimo riavvio dei due reattori di Sendai, nell'isola meridionale di Kyushu, dopo i via libera di Authority sulla sicurezza ed enti locali.
I controlli a Takahama, secondo quanto riferito dalla stessa Kepco, cominceranno a dicembre con la previsione di applicare il processo di valutazione della Nuclear Regulation Authority (Nra) intorno alla prossima primavera. I reattori, dopo Fukushima, non possono operare oltre i 40 anni in linea di principio, salvo poi apposite proroghe fino a 20 anni in caso di risultati positivi dei controlli su vasta scala che richiedono pesanti oneri.
Tra i 48 reattori potenzialmente attivabili in Giappone, ma fermi dopo Fukushima, sette hanno circa 40 anni: il reattore n.1 e 2 di Takahama, nella prefettura di Fukui, sono entrati in funzione, rispettivamente nel 1974 e nel 1975.
Il numero uno della utility, Makoto Yagi, ha affermato che la società è pronta ad "attuare le misure necessarie per garantire la sicurezza" nel complesso di Takahama dove, per i reattori n.3 e 4, è stata avviato lo screening delle norme sulla sicurezza, con i tempi sul possibile riavvio che ancora restano incerti.
Le società elettriche nipponiche premono per poter riusare il nucleare a uso civile a causa dei pesanti costi delle centrali termiche alimentate dai combustibili fossili. Kepco, infatti, si avvia a chiudere il quarto esercizio fiscale di fila in rosso, sempre che non ripartano i reattori.
L'utility, che serve la ricca area di Osaka e del Kansai, è la prima a voler riattivare unità tanto vecchie che, appena in primavera, sembravano essere destinate allo smantellamento.
La mossa darà il via a nuove polemiche nel mezzo del dibattito sugli impianti, con il probabile prossimo riavvio dei due reattori di Sendai, nell'isola meridionale di Kyushu, dopo i via libera di Authority sulla sicurezza ed enti locali.
I controlli a Takahama, secondo quanto riferito dalla stessa Kepco, cominceranno a dicembre con la previsione di applicare il processo di valutazione della Nuclear Regulation Authority (Nra) intorno alla prossima primavera. I reattori, dopo Fukushima, non possono operare oltre i 40 anni in linea di principio, salvo poi apposite proroghe fino a 20 anni in caso di risultati positivi dei controlli su vasta scala che richiedono pesanti oneri.
Tra i 48 reattori potenzialmente attivabili in Giappone, ma fermi dopo Fukushima, sette hanno circa 40 anni: il reattore n.1 e 2 di Takahama, nella prefettura di Fukui, sono entrati in funzione, rispettivamente nel 1974 e nel 1975.
Il numero uno della utility, Makoto Yagi, ha affermato che la società è pronta ad "attuare le misure necessarie per garantire la sicurezza" nel complesso di Takahama dove, per i reattori n.3 e 4, è stata avviato lo screening delle norme sulla sicurezza, con i tempi sul possibile riavvio che ancora restano incerti.
Le società elettriche nipponiche premono per poter riusare il nucleare a uso civile a causa dei pesanti costi delle centrali termiche alimentate dai combustibili fossili. Kepco, infatti, si avvia a chiudere il quarto esercizio fiscale di fila in rosso, sempre che non ripartano i reattori.
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