È successo in provincia di Chieti, a Fossacesia. Andrea Natale, convinto sostenitore di un progetto che vuole trasformare in un parco quel tratto di costa, domenica scorsa ha scoperto che qualcuno ha distrutto l'uliveto di famiglia. Un'intimidazione contro la sua attività a favore dell'ambiente
di Francesca Sironi di Francesca Sironi
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Andrea Natale è un abruzzese di 37 anni che ha un problema: ama il suo territorio. Da anni si batte perché la costa di Chieti diventi un parco naturale, con 70 chilometri di pista ciclabile e pedonale fra spiagge bianche, villaggi, abbazie e i celebri “trabocchi”, le palafitte di legno inventate forse già dai fenici per pescare nell'adriatico. Un sogno diventato legge nel 2001, ma che ancora è fermo sulla carta, arenato in pastoie burocratiche, litigi fra amministratori comunali e interessi di imprenditori locali. Nel duello fra sostenitori del parco e comitati contrari, che continua da 12 anni senza che Regione o Provincia siano ancora riuscite a dare una risposta, Natale è diventato un obiettivo da colpire. È successo, domenica scorsa: qualcuno ha abbattuto con una motosega i 29 ulivi piantati 20 anni fa da suo padre. Il piccolo uliveto di famiglia fatto a pezzi. Per Natale l'intimidazione non ha nulla di personale, ma è invece un attacco, chiaro, alla sua attività a favore dell'ecologia: «L'azione è stata fatta pochi giorni dopo l'annuncio dell'accordo definitivo sul perimetro del parco. E io non ho mai avuto problemi personali», spiega.
Per tagliare 29 ulivi con una motosega (l'uliveto ne contava 30, uno s'è salvato solo perché era secco e non interessava ai “potatori” notturni), ci vuole tempo. E preparazione. Bisognava inoltre conoscere quale delle centinaia di piccoli appezzamenti della pianura del Sangro fosse di proprietà della famiglia di Andrea Natale. «Per questo ne ho parlato alla polizia e ai carabinieri: non può essere un gesto casuale. C'è una volontà dietro». La volontà, soprattutto, di raggiungere un obiettivo altamente simbolico: «Hanno voluto colpire i miei affetti. Mio padre è mancato nel 2008 e quell'uliveto era una sorta di eredità per me e mia sorella. Alcuni alberi erano stati piantati per la nostra nascita», racconta l'assessore: «Lui lavorava a Milano, aveva un'autofficina. Era tornato apposta a Fossacesia quando avevo 6 anni e avrei dovuto iniziare la scuola: voleva che crescessi qui, nel teatino. La raccolta delle olive per noi era un rito familiare: anche quest'anno le piante hanno reso benissimo, 19 chili di olio per quintale. È l'olio con cui mangiamo tutto l'anno».
Non il prossimo però: l'uliveto è stato abbattuto. Tagliato da qualcuno a cui l'idea che la costa di Chieti diventi un parco naturale, con un nome e una natura da difendere per attrarre nuovi turisti, non andava giù. Il comitato dei “no parco”, racconta Natale, è composto dalle persone più varie. Cacciatori, agricoltori che temono che i vincoli danneggino la loro attività («Anche se non è vero», assicura lui) e imprenditori edili che preferirebbero ai sentieri nuovi alveari di villette. Non era la prima volta che ai contestatori veniva in mente di colpire l'assessore: a settembre tre ulivi avevano preso fuoco. Prima, la macchina rigata e le gomme tagliate a un collega. In provincia, le battaglie ambientali si combattono anche così: con le rappresaglie.
Natale però, attivista del Wwf dal 1999 e referente dell'oasi abruzzese del "Lago di Serranella", dice di non avere paura: «Mi batto per le mie idee, non mi fermerò», assicura. Ricordando il coraggio dimostrato da Emanuele Feltri , il contadino di Paternò che ha continuato a sostenere l'oasi del Wwf vicino a cui abita anche dopo che la mafia gli aveva fatto trovare le sue pecore sgozzate davanti a casa. E che come lui aveva detto: « Non ho paura ». http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/12/20/news/l-assessore-e-a-favore-del-parco-e-si-sveglia-con-29-ulivi-tagliati-1.146873
Per tagliare 29 ulivi con una motosega (l'uliveto ne contava 30, uno s'è salvato solo perché era secco e non interessava ai “potatori” notturni), ci vuole tempo. E preparazione. Bisognava inoltre conoscere quale delle centinaia di piccoli appezzamenti della pianura del Sangro fosse di proprietà della famiglia di Andrea Natale. «Per questo ne ho parlato alla polizia e ai carabinieri: non può essere un gesto casuale. C'è una volontà dietro». La volontà, soprattutto, di raggiungere un obiettivo altamente simbolico: «Hanno voluto colpire i miei affetti. Mio padre è mancato nel 2008 e quell'uliveto era una sorta di eredità per me e mia sorella. Alcuni alberi erano stati piantati per la nostra nascita», racconta l'assessore: «Lui lavorava a Milano, aveva un'autofficina. Era tornato apposta a Fossacesia quando avevo 6 anni e avrei dovuto iniziare la scuola: voleva che crescessi qui, nel teatino. La raccolta delle olive per noi era un rito familiare: anche quest'anno le piante hanno reso benissimo, 19 chili di olio per quintale. È l'olio con cui mangiamo tutto l'anno».
Non il prossimo però: l'uliveto è stato abbattuto. Tagliato da qualcuno a cui l'idea che la costa di Chieti diventi un parco naturale, con un nome e una natura da difendere per attrarre nuovi turisti, non andava giù. Il comitato dei “no parco”, racconta Natale, è composto dalle persone più varie. Cacciatori, agricoltori che temono che i vincoli danneggino la loro attività («Anche se non è vero», assicura lui) e imprenditori edili che preferirebbero ai sentieri nuovi alveari di villette. Non era la prima volta che ai contestatori veniva in mente di colpire l'assessore: a settembre tre ulivi avevano preso fuoco. Prima, la macchina rigata e le gomme tagliate a un collega. In provincia, le battaglie ambientali si combattono anche così: con le rappresaglie.
Natale però, attivista del Wwf dal 1999 e referente dell'oasi abruzzese del "Lago di Serranella", dice di non avere paura: «Mi batto per le mie idee, non mi fermerò», assicura. Ricordando il coraggio dimostrato da Emanuele Feltri , il contadino di Paternò che ha continuato a sostenere l'oasi del Wwf vicino a cui abita anche dopo che la mafia gli aveva fatto trovare le sue pecore sgozzate davanti a casa. E che come lui aveva detto: « Non ho paura ». http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/12/20/news/l-assessore-e-a-favore-del-parco-e-si-sveglia-con-29-ulivi-tagliati-1.146873
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